«Concedeteci ancora una tregua di 72 ore» di F. Poi.

«Concedeteci ancora una tregua di 72 ore» «Concedeteci ancora una tregua di 72 ore» AMALPENSA NCORA qualche giorno...», si augura Francesco Federico, direttore di Malpensa alle dipendenze del ministero dei Trasporti. «In due o tre giorni potremmo iniziare a respirare...», spera lui, mentre lì attorno si vedono i bivacchi di passeggeri infuriati, i cartelloni e i monitor andati in tilt, la gente che fa su e giù alla ricerca di una valigia o di un posto su un aereo, con destinazione precisa e soprattutto orario certo. Peggio di così non poteva iniziare, dottor Federico... «Abbiamo dei problemi al sistema informatico, sia per lo smistamento del personale di terra sia per il flusso di informazioni sui voli ai monitor». Non è pochissimo. «I problemi me li aspettavo, ma in altri posti è andata anche peggio. Non vorrei ricordare la stracitata Hong Kong dove il primo giorno si è fermato tutto. Ma di casi così ce ne sono un'infinità. A Denver sono rimasti fenni un anno, a Oslo si è paralizzato tutto il primo minuto, a Monaco idem. Non nascondo i ritardi e i disagi, ma a Malpensa si vola». Come ovviate al tilt informatico? «In due modi: usando il sistema manuale quando è possibile, riducendo il numero degli atterraggi». Può spiegare meglio? «Il personale a terra decide manualmen¬ te dove inviare le squadre a sostegno dei voli in arrivo. Contemporarìeamente lo smistamento dei bagagli avviene su indicazioni del personale, che non può avvalersi dei computer per organizzare il tutto». Non potevate testarli meglio i computer? Non potevate addestrare di più il personale informatico? «Il sistema è stato testato più volte. Con le simulazioni, andava bene. Con il numero ridotto di voli prima dell'inaugurazione di domenica, andava altrettanto bene...». Allora si trattava di gestire 28 voli al giorno, domenica dovevano essere oltre 600 ed è andato tutto in tilt. «Non si poteva prevedere. Soltanto con la movimentazione reale dei voli in arrivo e in partenza avremmo capito se il sistema teneva. I test servono, ma fino a un certo punto. Con pochi voli andava tutto benissimo, senza problemi». Quindi avete deciso anche oggi di ridurre i voli? «Non potevamo fare altro. Alle 10,30, avendo sulle spalle anche i ritardi del giorno prima, abbiamo deciso di ridurre gli atterraggi a 18 all'ora, poi a 22, poi a 24 e così via, fino ad arrivare a regime. Abbiamo stabilizzato i ritardi, funzioniamo come se ci fosse la nebbia in pista. Ma ci bastano ancora due o tre giorni...». [f. poi.]

Persone citate: Francesco Federico

Luoghi citati: Denver, Hong Kong, Monaco, Oslo