«Noi l'avevamo previsto» di F. Man.

«Noi l'avevamo previsto» «Noi l'avevamo previsto» Bruxelles: giuste le nostre riserve BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A Bruxelles si ride, ma si ride amaro. Il disastroso esordio di Malpensa, dopo mesi di trattative tra la Commissione europea e il governo italiano non stupisce nessuno tra gli uomini del commissario ai Trasporti Neil Kinnock, «ma purtroppo conferma che avevamo assolutamente ragione», come commenta imo di loro. Erano stati proprio i tecnici della Commissione a spiegare che i collegamenti insufficienti con Milano avrebbero reso difficilissimo l'accesso dei passeggeri all'aeroporto, e alla fine erano riusciti a ridimensionare il numero di voli spostato da Linaio a Malpensa. Ed erano stati sempre gli uomini di Kinnock a chiedere all'Italia di spostare l'entrata in funzione dello scalo a dopo il 25 ottobre, visto che solo il 9 ottobre da Bruxelles era venuto il «via libera» al progetto. Ieri Kinnock ha preferito tacere, e la stessa linea del silenzio è stata scelta anche dai commissari italiani, che pure si sono battuti a lungo per consentire l'apertura dell'aeroporto in regola con le norme europee: la vicenda di Malpensa, dopo il via libera della Commissione, è ormai una questione tutta italiana, che l'Italia dovrà risolvere da sola. Ma basta chiedere ai collaboratori del commissario ai Trasporti per capire che i motivi di rammarico sono almeno due: il primo è la constatazione che Malpensa ha e avrà problemi di collegamento con la città, almeno nei due anni necessari per completare la linea ferroviaria e costruire la corsia d'emergenza sul collegamento autostradale; il secondo è che, raggiunta l'intesa con la Commissione, l'Italia si sia ostinata a mantenere la data del 25 ottobre. «Avevamo chiesto al governo di rimandare la data dell'apertura al 15 gennaio - spiegano a Bruxelles - visto che dopo quella data cala il grande traffico dei viag gatori natalizi e incomincia un me se di "morta" che le compagnie consideravano ideale per spostarsi Di fronte al rifiuto dell'Italia di rimandare l'apertura di tre mesi, abbiamo chiesto almeno un rinvio di un mese». Ma anche in questo caso Roma ha risposto picche. «Ci hanno detto che la data del 25 ottobre aveva un valore politico», dice un col laboratore di Kinnock. Adesso nuove iniziative da parte della Commissione appaiono im possibili, ma non è escluso che qualche compagnia aerea citi per danni la Sea. Potrebbe farsi sentire la scandinava Sas. Ieri un suo rap presentante ha telefonato indigna to agli uffici di Kinnock per comu nicare che la Sea ha chiesto alla Sas di spostare a Linate alcuni voli che appena il giorno prima erano stati trasferiti d'ufficio a Malpensa. [f. man.]

Persone citate: Kinnock, Neil Kinnock