«Ecco il computer che ha fatto tilt»

«Ecco il computer che ha fatto tilt» Nel sotterraneo che custodisce «Pegaso» il superelaboratore colpevole della falsa partenza «Ecco il computer che ha fatto tilt» Sbaglia, confonde e inventagli ordini nel tecnoporto MALPENSA (Varese) DAL NOSTRO INVIATO D'abitudine le maledette macelline di silicio dipendono dagli umani: tu schiacci e loro eseguono. Ma quando capita che gli umani (e le loro valigie) e i display, i nastri trasportatori, le scale mobili, gli ascensori, l'aria, i panini, il tempo e insomma tutti quanti i mondi che vi contengono (sebbene in qualità di temporanei passeggeri) siano sottoposti al dominio di una macchina, una sola e complicata, irritabile, dispettosa e stressatissima macchina (che ti schiaccia e non esegue), bè allora siete nei guai. E per l'esattezza siete a Malpensa 2000. La cattiva bestia che sta sgovernando il tecnoporto - migliaia di valigie perse, centinaia di umani trasformati in pellegrini dell'attesa, decine di voli mai arrivati o mai partiti: dissolti - ha nome per l'appunto di bestia, sebbene alata, sebbene mitologica, e fino a oggi (per fortuna) mai esistita: PEGASO. «Sta laggiù in fondo, nel sotterraneo», ti dice con aria disfatta e occhi lampeggianti vendetta, uno dei tanti funzionari dell'aeroporto a cui Pegaso sta dannando l'anima. «Laggiù, sotto al satellite centrale», ti indica, intendendo un torracchione di controllo con luce bianca su cielo nerissimo di brughiera aeroportuale. Sotto al cemento, invisibile, come un sogno cattivo, sognato male, e ricordato ancora peggio. E' lui, Pegaso, il sasso di partenza di questa valanga, il supercomputer che da 48 ore fa lampeggiare sui display indicazioni «false o addirittura inventate», «segnalazioni scorrette», «procedure sballate». Come sarebbe a dire? Chiedi. E il funzionario ti racconta. «Mettiamo che arrivi un Alitalia da Rio, giusto?». Giusto. «La torre di controllo autorizza l'atterraggio, giusto?». Giusto. «(Atterra e fin qui tutto bene. Mettiamo che l'Alitalia debba parcheggiarsi nell'area Alfa 6, che ci siano 500 passeggeri, 650 valigie, 20 persone di equipaggio, eccetera, eccetera... Giusto?». Perfetto. «Bene, a questo punto entra in scena Pegaso che teoricamente dovrebbe dialogare con tutti i sottosistemi per le istruzioni...». Teoricamente. «Appunto. E' lui che avverte le squadre addette al trasporto delle scalette. E' lui che attiva il personale degli au tobus per i passeggeri. E gb uo mini addetti ai bagagli. E i tecnici responsabili dei rifornimenti... Tutte le operazione, compresa la manutenzione e la pulizia, dipendono da lui, Pegaso...». Teoricamente. «Bravo. E sa cosa fa la bestia? Sbaglia, confonde, inventa...». Come sarebbe a dire? chiedi. «Che l'aereo parcheggiato all'Alfa 6, viene segnalato, per dire, al Beta 5. Che i passeggeri non sono più 500, ma la metà. Che le valigie sono il doppio. Quindi una squadra va da una parte, i muletti dall'altra. O che arriva una sola navetta quando ne servireb- bero tre... Ieri c'erano aerei che vagavano lungo le piste a caccia di un parcheggio, e autobus che giravano cercando un Boing che li aspettava dalla parte opposta...». Così la maledetta bestia ha cominciato a inceppare i corridoi d'aria e di terra. E dato che i corrodi d'aria e di terra di Malpensa 2000 sono un labirinto in movimento perpetuo, con incastri millimetrici, connessioni calcolate al minuto secondo, l'intero ingranaggio ha cominciato a rallentare, incasinarsi, incastrarsi. Ci sono gli informatici addetti a Pegaso - ti dicono - che stanno chiusi nelle sue stanze dalle 5 del mattino di ieri, tutti intorno, con i polpastrelli roventi a ricontrollare procedure e software, mettere, togliere, riprogrammare e insomma diventare matti al cospetto di una macchina che scalcia, scarta, nitrisce. «E' sorda quando dovrebbe ascoltare. E' muta quando dovrebbe parlare». Te la raccontano con particolari anche sanguinari e crudelmente comici. «Com'è l'atmosfera là dentro? Quella di una sala operatoria dove hanno appena estratto un cuore e il cuore si è messo a saltare da una parte all'altra... Sembrano tutti chirur¬ ghi impazziti e con i capelli dritti». Perciò a metà mattina - i chirurghi con i capelli dritti - hanno provato le contromisure estreme. Pegaso è stato amputato qua e là. Buona parte di quello che doveva procedere per impulsi elettrici e segnalazioni istantanee è diventato vocale o cartaceo: vecchie e oneste ricetrasmittenti anziché chip («Vai all'Alfa 6, sbrigatee!»), e inchiostro da messaggistica postale. La qual cosa è stata infine comunicata dai portatori di croce di Malpensa 2000 non con un semplice «ci arrendiamo», ma con un ardito: «Siamo tornati momentaneamente all'antico, in attesa di capire il nuovo». Perfetto. L'antico perciò è quest'aria di stazione disfatta che si sfalda di salone in salone australiani in sonno, giapponesi perduti, italiani incazzati - con scale mobili «Fuori servizio», lampeggiatori bloccati su «Prove tecniche», ascensori che si inceppano e magnifici indicatori di orari che aggiornano il caos, o addirittura lo creano, «Il sistema è sotto stress», ti dicono i funzionari e non sai se stanno pensando a un martello o a uno psichiatra per rimediare. Ma sai benis¬ simo quello che stanno pensando i passeggeri che fanno ressa sotto agli orari «Arrivi» e «Partenze». «L'80 per cento dei voli indicati sono veri - ti dice per esempio una signorina con gli occhi verdi dietro al bancone dei check-in, indicando quei quadri di controllo -. Ma almeno il 20 per cento sono inventati... Nel senso che non esistono... Nel senso che non sappiamo da dove siano spuntati...». Ma sì che lo sappiamo, signorina. E' Pegaso che se la sta spassando. PinoCorrias «E' finito sotto stress» Nel pomeriggio i tecnici hanno deciso di «tagliare» una parte delle sue funzioni «Ieri c'erano aerei che per colpa sua vagavano lungo le piste a caccia di un'area di sosta inesistente» Dopo i ritardi a catena, aerei pronti a imbarcare i passeggeri a Malpensa Sotto, l'articoio pubblicato sul «Guardian»

Luoghi citati: Rio, Varese