La destra applaude Di Pietro

La destra applaude Di Pietro La destra applaude Di Pietro L'expm: Udr senza voti Cossiga: ti ridono dietro Antonio Di Pietro, senatore di centro nel centrosinistra che sostiene D'Alema: «L'Udr non la voterebbe nessuno. Rappresentano solo se stessi, più qualche parente al paese...». Francesco Cossiga, senatore di centro nel centrosinistra che sostiene D'Alema: «Eppure glielo avevo consigliato, dopo che gli avevano regalato un collegio. Gli avevo detto di fare quello che avevamo fatto tutti noi: venire al Senato, sedersi, tacere, premere i bottoni che gli consigliano i capigruppo. Se continua così, tra qualche mese non gli parlerà più nessuno, se non per ridergli addosso...». Neppure una settimana, e le due primedonne del centro di governo sono già ai ferri corti. Nell'aula di palazzo Madama, l'attacco di Di Pietro è duro. Ma la replica di Cossiga è sprezzante: «Sarebbe molto meglio per lui se si occupasse della sua famiglia...», dice l'ex Presidente al termine di una riunione dell'Udr. L'intervento ih aula di Di Pietro è lungo: mezz'ora di metafore e attacchi diretti, a Cossiga e allo stesso D'Alema, cui rimprovera di guidare il Paese con una «investitura non popolare ma cossighiana». Il Polo ascolta con attenzione, addirittura applaude quando l'ex pm definisce «un brutto strappo» la nascita della nuova maggioranza, e soprattutto quando ripete che la manifestazione del Polo in piazza San Giovanni è «un esercizio della democrazia diretta». Ma la sua performance era cominciata la sera pri ma, con l'intervista rilasciata a una radio: «Sono l'ultimo dei giapponesi a credere nell'Ulivo», dice l'ex magistrato in un programma dal titolo che sembra fatto apposta per lui: «L'indignato speciale». Nell'intervista, 11 leader del movimento Italia dei valori ha anticipato la sua posizione nei confronti del governo: «Io non voglio appoggiare questa coalizione posticcia - dice -. Non posso essere d'accordo con un patto di legislatura tra il diavolo e l'acqua santa, fatto solo per tirare a campare e per evitare il pericolo di andare alle elezioni...». Poi la prima frecciata agli uomini dell'Udr: «Dal punto di vista formale, queste migrazioni di parlamentari sono ineccepibili - spiega -. Però mi ricordano quei medici che fuori dalla sala operatoria dicono che tutti i parametri sotto stati rispettati,'l'operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto. Lo so che io dovrei gioire per questi deputati passati dalla nostra parte ma non gioisco». In aula, temi e toni sono gli stessi: «Intervengo come senatore eletto nell'Ulivo - attacca - anche se oggi nessuno ne parla più. Bisogna prendere atto che l'Ulivo non c'è più e questo non per colpa soltanto di Rifondazione comunista, ma anche di molti che nel centrosinistra non vedevano l'ora di poter recitare il de profundis per l'Ulivo». Il responsabile dell'«omicidio volontario e preordinato del governo Prodi»? Cossiga. «Perché si è affossato l'Ulivo per dialogare con l'Udr? Quando Cossiga ha detto: "Prima Prodi deve dichiarare che l'Ulivo è morto e poi dialoghiamo", l'Udr aveva già deciso di affondarlo. Cossiga e i suoi hanno chiesto che, su un piatto d'argento, fosse loro offerta la pianta recisa dell'Ulivo. E gli è stata prontamente data. Se avessimo detto all'Udr, che aveva paura delle elezioni - dice ancora Di Pietro - o dialogate con l'Ulivo o andiamo a votare, che cosa avrebbero fatto?». L'«ultimo giapponese» non molla. Invita Prodi a restare in trincea, a «non lasciarsi tentare da incarichi prestigiosi in Europa». Dichiara il suo voto di fiducia a D'Alema, ma lo fa con mille distinguo: «La mia è una fiducia personale», spiega. E con molte richieste: D'Alema deve attivarsi perché non vengano frapposti ostacoli al referendum o a una riforma elettorale «davvero maggioritaria». Deve impegnarsi a tornare alle urne dopo il referendum o la riforma. Soprattutto deve fare in modo che «i nuovi entrati dell'Udr si impegnino per un vero bipolarismo maggioritario di alternanza». E senza insulti al nemico: «Che serva una nuova legge sul conflitto d'interessi è certo. Che poi si debba passare alle offese gratuite non mi sembra che sia la soluzione migliore». [g. tib.] In alto il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro e, qui sopra, il fondatore dell'Udr Francesco Cossiga

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