«Il cliente dev'essere solo allo sportello in banca»
«Il cliente dev'essere solo allo sportello in banca» «Il cliente dev'essere solo allo sportello in banca» ROMA. Attenzione ai vicini troppo curiosi che origliano durante le «file» in banca e all'istallazione di videocamere per la sorveglianza di luoghi pubblici: sono situazioni a rischio per i dati tutelati dalla privacy. A porre l'accento sui due episodi, che fanno parte della vita di tutti i giorni, è il Garante per la Privacy, Stefano Rodotà, nel quarto numero del Bollettino «Cittadini e società dell'informazione». Per il presidente dell'Authority «la banca, in qualità di "titolare di trattamento" è tenuta a fare in modo che le operazioni siano eseguite, e quindi conoscibili, da parte dei soli soggetti responsabili o incaricati del trattamento stesso, nonché a impedire l'accesso ai dati da parte di terzi non autorizzati». Per rafforzare quest'obbligo generale le banche, secondo la legge 675/96, devono munirsi di strumenti appositi, ovvero cartelli e cordoli per garantire che chi è allo sportello abbia a disposizione uno spazio fisico che permetta di eseguire l'operazione in forma confidenziale rispetto agli altri utenti presenti, pena l'obbligo di risarcire il danno sofferto. La norma è del resto già nota alle banche, e l'Abi, nei «Principi Generali» del Codice di comportamento, ha previsto l'adozione di misure di tutela della riservatezza. Il Garante comunque invita tutti gli uffici a munirsi del necessario. Problemi di riservatezza vengono sollevati anche dall'installazione di strumenti di videosorveglianza. Un Cornu¬ ne lombardo ha chiesto infatti lumi al Garante in merito alla possibilità di mettere sotto osservazione alcuni luoghi pubblici con videocamere usate come deterrente per atti vandalici, soprattutto nelle ore serali e notturne. Il problema è che le registrazioni dovrebbero essere visionate dalla vigilanza urbana e interesserebbero ovviamente tutti coloro che si trovino a transitare in quei luoghi. Per il Garante «suscita ampie perplessità la prospettiva dell'attivazione di un sistema di video-sorveglianza privo di un insieme articolato di garanzie, che dovrebbero riguardare, in modo particolare, l'eventuale intenzione di con¬ servare le immagini in un apposito archivio, l'individuazione dei soggetti legittimati ad accedere alle registrazioni anche all'interno dell'ente, e l'eventuale messa a disposizione delle registrazioni in favore di altri soggetti pubblici». Il problema è dunque nel «bilanciamento tra gli interessi perseguiti nel settore della pubblica sicurezza e della prevenzione dei reati con il diritto alla riservatezza degli interessati». In questo quadro il presidente spiega che non è da escludere che la videosorveglianza sia oggetto per il futuro «di un esame preliminare da parte dell'Autorità». [Ansa] Nel mirino del Garante anche la videosorveglianza «Sono necessarie garanzie sull'uso delle immagini»
Persone citate: Cornu, Stefano Rodotà
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