La privacy separa Usa e Europa

La privacy separa Usa e Europa Al via la direttiva Ue, a rischio l'uso di carte di credito e le prenotazioni aeree La privacy separa Usa e Europa Da ieri vietati gli scambwdi dati personali LA GUERRA DELLA EUROPA e Stati Uniti sono più lontani, separati dal muro della privacy. Da ieri nessun dato personale di un cittadino dell'Ue può essere comunicato oltre oceano senza il consenso dell'interessato. Le carte di credito, le prenotazioni aeree, le operazioni bancarie, gli acquisti via Internet, qualunque scambio che lasci una traccia su un pezzo di carta o nella memoria di un computer, anche soltanto il nome e l'età: è tutto teoricamente fuori legge. Gli Usa non hanno una norma a tutela del cittadino severa come quella europea, quindi il Vecchio Continente si è dato una direttiva che - per ora - non ammette deroghe. Si preannuncia una guerra commerciale, uno scontro tra due filosofie opposte: «In Europa, la gente non si fida delle imprese e chiede protezione allo Stato - sintetizza Emanuel Kohnstamm, vicepresidente della Time Warner a Bruxelles -. Negli Stati Uniti è il contrario: i cittadini vogliono essere difesi dagli abusi della pubblica amministrazione». Risultato: i gestori di carte di credito non potranno vendere i profili dei clienti, ritenuti più preziosi di qualunque ricerca di mercato; stesso divieto per le grosse società, che sono solite scambiarsi nomi e preferenze di acquisto dei consumatori. Ai browser di Internet sarà proibito «seguire le tracce» di chi entra nei loro siti. Si arriverà anche a conseguenze paradossali: le compagnie aeree dovranno cancellare gli elenchi dei cittadini vegetariani o con altre restrizioni dietetiche, perché da queste notizie si potrebbero ricavare informazioni sulle condizioni di salute o sulle convinzioni religiose; una multinazionale con sede per esempio in Germania non potrà, invece, trasferire la propria banca dati negli Usa. La direttiva parla chiaro: se un'impresa vuole informazioni su una persona, deve chiederle il permesso e spiegarle che cosa ne farà. Deve anche promettere che non le userà per nessun altro scopo senza consenso esplicito. Ogni cittadino ha il diritto di sapere la provenienza dei dati sul suo conto, di consultarli, di correggerli se sbagliati e di cancellarli se sgraditi. Autorità e imprenditori americani sono terrorizzati all'idea che gli «integralisti» europei della privacy possano invocare la legge alla lettera e citarli in giudizio. Ricordano un caso recente in Svezia: il sistema di prenotazione della American Airlines finì davanti a un giudice perché accusato di trasmettere i dati a un centro di elabo- razione oltre oceano. Il ricorso fu respinto, ma la questione sarà affrontata di nuovo in appello. Le trattative di pace tra i due continenti sono aperte. Oggi i rappresentanti dei Paesi dell'Unione europea si incontreranno a Bruxelles. «Cercheremo una soluzione ponte in attesa di arrivare a un accordo», spiega Giovanni Buttarelli, segretario generale dell'Autorità garante della privacy. «In Italia la legge sulla tutela dei dati personali è in vigore da oltre un anno e non ci sono stati disastri». Buttarelli propone degli «antidoti». Prendiamo le carte di credito: tutti gli utilizzatori hanno ricevuto dalla banca un modulo da firmare che autorizza l'utilizzo delle informazioni. Stessa libertà vale per i «contratti tipo» vistati dal garante o in presenza di un interesse di pubblica rilevanza. Le parti sembrano convinte di riuscire a trovare un accordo. Troppi i miliardi (di dollari) in ballo per una disputa filosofica. Chi cederà? E soprattutto: chi pagherà? Le aziende americane propongono codici di autoregolamentazione, «ma obietta qualcuno - è come mettere la volpe di guardia al pollaio». L'Europa vorrebbe un garante, che però è fuori dalla tradizione giuridica americana. E intanto i gestori delle e credito fanno i conti di qui costerà sostituire o modifi il software che gestisce 1' vita dei clienti. «Pazzesco - è il lapidario commento che arriva dalla Microsoft -. Questa esigenza del consenso è un freno alle attività "on line"». «Nessun freno replica il garante italiano - ma più sicurezza per i consumatori, soprattutto quando fanno compere su Internet o con la carta di credito». E' America contro Europa. Potranno mettersi d'accordo, ma non andranno mai d'accordo. Stefano Mancini Difficoltà anche per le operazioni bancarie e gli acquisti su Internet: negli Stati Uniti non c'è una legge a tutela della riservatezza o ati ! k \ \ t Ì I f 1 1 *I \ tl il Le code agli sportelli bancari sono nel mirino del Garante

Persone citate: Buttarelli, Emanuel Kohnstamm, Giovanni Buttarelli, Stefano Mancini