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L'EUROPA ASSENTE DALLA PRIMA PAGINA L'EUROPA ASSENTE europeo di Poertshach. E tuttavia «questa ondata non si può fermare militarmente», ha aggiunto il neopresidente del Consiglio, «serve una politica europea contro l'immigrazione clandestina». Appunto. Questa politica europea è finora mancata. Ora, forse, si corre ai ripari, a giudicare dall'annuncio di un vertice speciale dell'Ile l'anno prossimo, e di una riflessione concreta dei Quindici tra un mese e mezzo a Vienna. Nell'attesa, riepiloghiamo alcuni dati di fatto, per consentire una valutazione non emotiva di ciò che accade (non soltanto, ma soprattutto) tra Otranto e Valona. Al di là degli aspetti criminali, assistiamo a un fenomeno sociale di grande, impressionante portata. Un fenomeno epocale. I flussi di popolazioni sono un fatto ricorrente nella storia, ora si ripropongono nelle condizioni del mondo moderno, cioè verso aree economicamente e tecnologicamente supersviluppate (anche se con squilibri interni) partendo da aree sottosviluppate o assolutamente indigenti. Questo dato è aggravato dal fattore demografico, che indica una crescita di popolazione nell'area meridionale e orientale del Mediterraneo senza paragoni con quella dell'Unione europea. Da qui la spinta migratoria. Infine, le aree di partenza sono politicamente instabili o addirittura in crisi grave, guerre interetniche e così via, come conseguenza, questa negativa, del crollo del comunismo e in generale della fine del confronto Est-Ovest. Il caso più acuto è ora il Kosovo. Allora, a questo punto, che fare? E' necessario un intreccio tra misure specifiche e immediate e una strategia più ampia. Le prime non bastano e la seconda non deve arrivare troppo tardi. Intensificare i controlli, evitare per quanto è possibile le tragedie e i turbamenti dell'ordine pubblico, questo è il dovere immediato. Appena più in là c'è là strategia d'intervento sulle cause, con investimenti e aiuti contro le guerre locali, il sottosviluppo e la disperazione. Una strategia per l'Europa, se ne sarà davvero capace. Si badi: è un test decisivo. Aldo Rizzo