L'Spd attacca la Bundesbank di Emanuele Novazio

L'Spd attacca la Bundesbank GERMANIA Ai congresso del partito tensione tra Lafontaine e il Cancelliere Schròder L'Spd attacca la Bundesbank «Giù i tassi per rilanciare la crescita» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dalla tribuna del congresso straordinario dell'Spd che a stragrande maggioranza approva il programma del governo rosso-verde, parte un messaggio molto chiaro e molto secco che porta la firma del leader socialdemocratico Oskar Lafontaine: un attacco durissimo - e fornito di dotte citazioni prese in prestito fra l'altro al Premio Nobel per l'Economia Modigliani - alla Bundesbank e alla Banca Centrale Europea, che il futuro superministro delle Finanze ammonisce a «seguire l'esempio dell'americana Fed», e ad abbassare dunque i tassi. Con l'arrivo del governo rosso- verde a Bonn, dice in sostanza Lafontaine, la musica è cambiata: «Scopo della politica monetaria non può essere soltanto la stabilità dei prezzi e della moneta. Deve essere anche la ripresa economica e l'occupazione». E se decisivi, per la valutazione del nuovo governo, saranno i risultati della lotta alla disoccupazione, «decisivo, per combattere con efficacia la disoccupazione, sarà il ruolo della politica monetaria». Una crescita del 2,3 per cento non basterà infatti, da sola, a creare nuovi posti di lavoro. Alla vigilia della costituzione del nuovo Bundestag, che oggi eleggerà il suo presidente e domani il nuovo Cancelliere, il Congresso straordinario dell'Spd ha naturalmente consacrato la piattaforma dalla quale Gerhard Schroeder fa dipendere «Rinnovamento e Giustizia sociale» (uno solo degli oltre 500 delegati ha votato contro e due si sono astenuti). Ma ha preso atto, prima di tutto, che la politica economico-finanziaria della nuova coalizione porta il marchio di Oskar Lafontaine, che del congresso è stato il vero protagonista. A Schroeder che sottolineava il «mandato» consegnato al nuovo governo dagli elettori del «nuovo centro», tradizionalmente non socialdemocratici, Lafontaine ha del resto obiettato che della vittoria bisogna ringraziare i lavoratori, lo strato sociale tradizionalmente più vicino all'Spd. Anche alle critiche delle imprese nei confronti di una riforma fiscale considerata penalizzante, è stato il futuro ministro delle Finanze a ribattere, distanziandosi dall'ipotesi di «possibili miglioramenti» avanzata da Schroeder: «L'anno scorso i profitti netti delle imprese sono aumentati del 2,3 per cento, mentre i salari netti sono calati. Qual è la via da seguire, dunque?». Del resto, ha ricordato Lafontaine ai delegati e a Schroeder, la vittoria del 27 settembre è stata la vittoria «di tutto il partito» e non soltanto del candidato: e il partito sarà «chiaramente visibile» dietro l'attività di governo. Con la garanzia - un po' troppo esibita, forse - che fra il Capopartito e il Cancelliere non ci saranno screzi ma collaborazione. Senza un buon tandem al vertice il governo non potrebbe funzionare, sottolinea Lafontaine. E' vero: ma il tandem Schroeder-Lafontaine viaggerà sempre nella stessa direzione? E chi sarà a guidarlo? Emanuele Novazio Il leader socialdemocratico Oskar Lafontaine, futuro ministro delle Finanze tedesco

Luoghi citati: Bonn, Germania