«Pinochet stava per fuggire» di Fabio Galvano

«Pinochet stava per fuggire» Prima dell'arresto «Pinochet stava per fuggire» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si apre oggi, all'Alta Corte di Londra, un nuovo capitolo del caso Pinochet. I suoi avvocati cercheranno infatti di ottenerne la liberazione giocando una vecchia carta, sostenendo cioè che è stata violata la sua immiimtà diplomatica. Sembra, per il momento, l'unica possibile via d'uscita per l'ex dittatore cileno; anche perché ieri, dopo un incontro a margine del vertice europeo di Poertschauch, Tony Blair e il primo ministro spagnolo José Maria Aznar sono giunti alla conclusione che il dibattito non deve scendere sul terreno politico, ma seguire la falsariga giudiziaria. Domani poi la Commissione Affari Esteri dei Comuni dovrà decidere se aprire un'inchiesta. Tutto questo mentre a Londra si apprendono nuovi particolari e nuovi retroscena sull'arresto (deciso, pare, perché Pinochet stava per fuggire) e sulla «missione» (l'acquisto di navi da guerra) affidata dal governo di Santiago all'ex senatore; e mentre Pinochet stesso apprendeva dalla moglie Lucia - finora ne era stato tenuto all'oscuro - di essere agli arresti nella sua camera alla London Clinic. «Blair ed io - ha detto ieri Aznar abbiamo parlato di Pinochet e siamo d'accordo che questa sia una questione per i giudici. Entrambi rispetteremo la decisione del giudiziario». Gli ha fatto eco il primo ministro britannico: «Siamo d'accordo che questa non è una vicenda che dobbiamo discutere tra di noi. C'è una procedura giudiziaria in Spagna che ha dato il via all'estradizione e ce n'è una in Gran Bretagna che coinvolge il tribunale e il ministro degli Interni in una veste para-giudiziaria. Non ho nessuna intenzione di esprimere un parere su quella procedura». Anche il ministro degli Esteri, Robin Cook, in mattinata, era stato perentorio: «Dobbiamo cedere il passo al processo legale». Il «Sunday Times» ha tuttavia rivelato ieri che il generale Pinochet aveva avuto accoglienze «diplomatiche» al suo arrivo a Londra; che anzi il Foreign Office aveva organizzato (e pagato) l'uso di una speciale sala per Vip all'aeroporto. Pare che quella medica - è stato operato di ernia del disco - sia stata un'emergenza e non il motivo della sua visita. Invece Pinochet era atteso alla British Aerospace, che sta trattando la vendita di aerei militari al Cile, un contratto da quasi mille miliardi di lire. Ma non era, si scopre, l'unica missione. C'era anche in ballo l'acquisto di tre fregate britanniche: la «Beaver», la «Boxer» e la «London», tutte in grado di lanciare missili Exocet e Sea Wolf. Secondo la stampa inglese, la Marina cilena ha già annullato il contratto preliminare, un affare da 600 miliardi. Sarebbe a rischio anche un altro contratto da 350 miliardi per l'acquisto di altre due fregate, la «Brave» e la «Coventry». Ma soprattutto si scopre - a rivelarlo è l'«Observer» - che la decisione di arrestare Pinochet la notte di venerdì 16 ottobre fu presa quando Scotland Yard ricevette una soffiata secondo cui l'ex dittatore avrebbe tentato di sottrarsi all'arresto richiesto dalla giustizia spagnola, con una precipitosa partenza il sabato all'alba. Fabio Galvano

Luoghi citati: Cile, Gran Bretagna, Londra, Santiago, Spagna