« Il senatùr cialtrone coerente» di R. Int.

« Il senatùr cialtrone coerente» « Il senatùr cialtrone coerente» Ma il Polo preferisce attaccare Vex Picconatore: è lui il pericolo ROMA. Polo ancora alla riscossa, il giorno dopo la «marcia su Roma» guidata da Berlusconi, Fini e Casini. Francesco Cossiga spara a zero sul centrodestra (in particolare sul Cavaliere) e è subito scontro. Botta e risposta con Casini («Si occupa più di donne che di politica», dice il leader Udr; «Gli consiglio vivamente, per il suo e il nostro bene, di cominciare ad occuparsene anche lui», replica il numero uno Ccd), mentre il capo degli azzurri fa sapere di non rispondere «alle aggressioni e agli insulti personali», anche se poi aggiunge: «Fanno più male a chi li fa che non a chi li riceve». Nelle preoccupazioni del Polo trovano posto anche per le strategie di Umberto Bossi. Domenico Contestabile (Forza Italia) osserva che il senatur «con il ribaltone favorì 1' avvento della sinistra al governo», ma ora «con la nuova svolta, non fa che consolidare il governo di D'Alema». Disegno politico «cialtronesco, ma coerente», aggiunge. Carroccio a parte, è soprattutto l'Udr di Francesco Cossiga a entrare nel mirino del centrodestra. Enrico La Loggia, capogruppo azzurro al Senato, non va troppo per il sottile: è Cossiga - sostiene - il vero «pericolo» per il futuro democratico del Paese. E sfida l'ex Capo dello Stato a rinunciare al seggio di senatore a vita per «sottoporsi al riscontro con gli elettori». Anche Adolfo Urso (An) ritiene che quella di Cossiga sia «una reazione di stizza alla manifestazione di sabato». E aggiunge che il progetto dell'Udr è «già fallito: è nato come una operazione di Palazzo e come tale morirà». Ma sono soprattutto gli azzurri a prendersela con l'ex picconatore, masticando amaro anche per l'accusa di essere un partito con un «padre padrone». Anto¬ nio Marzano, responsabile economico di Forza Italia, respinge la missiva: «Se c'è un partito che ha un padre-padrone, a me sembra che questo sia l'Udr», dice. Fuori dal coro, Marco Pannella. Intervistato dal Tgl, il leader radicale risponde indirettamente alla domanda: politicamente, lei è a Roma a Palazzo Chigi con D'Alema oppure in piazza con Berlusconi? «Se mi consente - sostiene Pannella sono con quel 70 per cento che è per la riforma americana bipartitica e non bipolare, sono per quell'enorme maggioranza del Paese che è per la riforma fiscale immediata, radicale, per la riforma sanitaria, per la riforma del sistema dei partiti. Tutto questo quindi non c'è oggi né in piazza né al governo». E lancia la nuova sfida: «Abbattere un \cin quantennale regime illiberale che non è possibile riformare», [r. int.]

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