«La Padania nel governo di Roma»

«La Padania nel governo di Roma» Il leader del Carroccio rifonda la Lega Nord: «Entreremo nell'esecutivo con chiunque vinca le elezioni» «La Padania nel governo di Roma» Bossi: se D'Alema vuol cambiare, siamo qui BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Sei astenuti e nove contrari. «Il congresso approva», conta Domenico Cornino. Quanti a favore non si sa, ma non importa. Umberto Bossi, sul palco, ha un'espressione che sembra dire «bene, è andata». Nasce la nuova Lega Nord. «Alla Catalana, se volete», la definisce il Pujol di Gemonio. «Ora dobbiamo porci il problema di portare la Padania al governo del Paese! Il gigante produttivo del Nord deve diventare gigante politico a Roma!». Evviva. «Da quando è nata la Lega, per me, questo è stato il congresso più importante», dirà Bossi. E si capisce. In un amen è riuscito a far dimenticare ai suoi la secessione. In due giorni di congresso ha pilotato il consenso interno alla via Catalana. Al governo, dunque. Ma non subito, non ora. «Perché tanto D'Alema i numeri li ha. Dalle prossime politiche, invece, ci presenteremo per governare, saremo la forza di governo che andrà a rappresentare gli interessi del Nord». Quattro anni fa la Lega era al governo con Silvio Berlusconi. Ieri, «e non lo dico per insultare, ma per amor di verità», il Cavaliere l'ha sepolto con palate di mafioso, figlio di buona donna, uomo di Cosa Nostra, criminalità organizzata&droga. «Ci sono ricchezze che puzzano di Mafia!». Ovazioni dalla platea e dalle tribune. La traduzione politica di questi attacchi è facile: il Polo è del Mafioso e dunque da quella parte non si può guardare, dall'altra ora c'è un governo di centro-sinistra guidato da D'Alema. Bene, dal vecchio amico di sardine e ribaltoni qualcosa si potrebbe ottenere, pur senza entrare nell'area di governo, magari nel campo minato della ri forma elettorale. «Attenti, amici: vogliono farci passare per la stampella, la ruota di scorta del governo. Non è così. La verità è che li voghamo mettere alla prova. Siete pronti al cambiamento? Avanti, noi siamo qui». Ma la svolta, mai successo prima, è accompagnata da sei astenuti, nove contrari, e dalle perplessità di un bossiano autorevole come Vito Gnutti: «Vedo con preoccupazione un passaggio elettorale dove ci farebbero passare come ruota di scorta delle sinistre. Se non riusciamo a realizzare subito il cambiamento, mi domando se non sia meglio il coraggio della solitudine». Bossi parla tre ore nel pomeriggio e un'ora nella replica: «Caro Gnutti, ma quale appoggio alle sinistre! - gli risponde -. Ncn temere, rispetto al sistema politi- co noi siamo e resteremo al centro, non appoggeremo mai nessuno, né il postPolo né il postUlivo». Il caro Gnutti resta perplesso: «Ripetere un'esperienza alla Pujol è più che lecito, ma come fare?, con chi? E' vero che i comunisti non mangiano più i bambini, ma neppure i fascisti hanno libro e moschetto. Da una parte c'è Mediaset, ma dall'altra la Rai...». Rai e Mediaset si son prese la loro consueta dose di mazzate bossiane, ma la svolta non è questa. La svolta vera è quella che il deputato trentino Rolando Fontan definisce «il patto dello strudel». «C'era una volta il "patto della crostata di casa Letta", un accordo per le riforme elettorali e non solo. Quella torta si è sbriciolata e con lei l'Ulivo. Adesso, con D'Alema e il suo governo, si possono aprire spazi anche per noi. Proviamo allora con il "patto dello strudel": vediamo se questo nuovo governo è disponibile a trasferire il 70% del gettito tributario alle Regioni, se abolisce i prefetti e i reati di opinione. Dobbiamo essere machiavellici come e più di loro». Senza scomodare Machiavelli basta un Bossi con i suoi 80 parlamentari. Da ieri, nell'interesse del Nord, pronti a rientrare nei giochi della politica. D'Alema sa che la Lega non entrerà nel suo governo, ma sa anche che non sarà nemica e può accordarsi per le riforme. E la Padania? Benedetta dal Dio Po resta la terra promessa, l'obiettivo finale. «Padania sempre!, fino in fondo!», scalda il congresso Bossi nelle prime tre ore di comizio (105 applausi). «Che nessuno scambi le decisioni di questo congresso con la pace, la Padania è in contrapposizione con Roma perché vuole essere libera! La nostra, libertà non è una partita a scopa d'assi. Abbiamo la nostra fede e Padania verrà!», è la chiusa del congresso. Sempre da soli al voto nel Nord, con gli agricoltori padani, i cattolici padani, i pensionati padani e perfino i "meridionali padani". E sempre al governo a Roma, «chiunque vinca, Polo o ex Ulivo». La via catalana, appunto. «Noi rappresentiamo il Nord europeo e produttivo, guardiamo all'Europa e non a Palermo. E non possiamo rinunciare al governo di Roma». Dopo le prossime elezioni politiche, dice e ripete. Ma se si creassero le condizioni nei prossimi mesi... Giovanni Corniti «Il Cavaliere? Pensate che voleva addirittura votare contro l'allargamento della Nato» Duro attacco al leader azzurro «Il Polo è del Mafioso dunque da quella parte non si può guardare Ci sono ricchezze che puzzano di mafia...» ÌAMM Il leader della Lega Nord Umberto Bossi L'ex presidente della Repubblica e leader dell'Udr Francesco Cossiga

Luoghi citati: Brescia, Europa, Gemonio, Palermo, Roma