Esplode un gommone, l'inferno in Adriatico

Esplode un gommone, l'inferno in Adriatico Altro incidente a Lecce, ma l'esodo continua: nella notte 600 immigrati sbarcano in Puglia Esplode un gommone, l'inferno in Adriatico Sei morti al largo di Valona. D'Aleniti: fermiamo i negrieri LECCE. Sei morti, anche una bimba di sei mesi, e venti persone salve, ripescate in Adriatico o arrivate a nuoto fino a terra dopo l'esplosione di un gommone carico di clandestini al largo di Valona. L'esodo continua e dal fronte del Canale d'Otranto arriva il bollettino delle ultime ore. E un'altra collisione a pochi metri dalla costa pugliese (questa, per fortuna senza vittime), ribadiscono che l'emergenza è gravissima. Ecco l'ultima tragedia. La collisione, avvenuta alle quattro di ieri mattina tra un'imbarcazine che rientrava in Albania e una che prendeva il mare carica di clandestini per raggiungere la Puglia, s'è conclusa con l'esplosione, il naufragio e un disperato tentativo di salvataggio. Tre persone, due giovani donne e una bambina di sei mesi, sono annegate. I corpi sono stati recuperati. Di altre tre, tra cui uno scafista, non si hanno notizie. Disperse, sono ufficialmente nell'elenco dei deceduti. Nessuno, nelle acque gelide dell'Adriatico, sarebbe riuscito a restare in vita per più di un'ora. Le ricerche & /no condotte dalla Guardia di Finanza, presente con un contingente in Albania. Impegnati due guardacoste, una motovedetta e un elicottero. In venti sono stati salvati da altri traghettatori e portati sulle loro imbarcazioni o hanno raggiunto la riva a nuoto. Erano le quattro del mattino e il gommone che navigava verso l'Italia si trovava nei pressi del'isola di Sasena. Il gommone, a brandelli dopo lo scoppio, ha dato pochi appigli ai naufraghi. A un pezzo di tubolare è riuscita ad aggrapparsi una donna di 27 anni, Aida Mustafaraj, stringendo forte la sua bambina: «Correvamo verso l'Italia e ci siamo scontrati contro un altro gommone che veniva verso di noi», ricorda. «Nel buio abbiamo sentito un colpo e poi l'esplosione. Siamo finiti in acqua». Aida e la sua piccola, che ha pochi mesi, sono stati ripescati. Ma lei non sa che fine abbia fatto il marito. Questa tragica collisione in mare dà, da sola, l'idea esatta di quanto affollato sia in queste ore l'Adriatico. Decine di gommoni l'attraversano di notte puntando la prua su Otranto, distante 42 miglia da Va- Iona e raggiungibile perciò in meno di due ore di navigazione. Altre decine, scaricati i clandestini in Puglia, tornano in Albania e incrociano pericolosamente nuove imbarcazioni zeppe di albanesi, kosovari, curdi. In un incidente simile a quello avvenuto a Valona, due altri gommoni (l'uno riprendeva velocemente il largo dopo avere scaricato i clandestini, il secondo si dirigeva verso la costa a pieno carico) si sono scontrati a meno di centro metri dalla riva, nella acque di San Cataldo. Ma per fortuna alcuni naufraghi caduti in mare sono riusciti a raggiungere la costa a nuoto, una ventina sono stati soccorsi da un gommone, anch'esso pieno di clandestini, che stava avvicinandosi alla riva. Dopo avere raggiunto a nuoto la spiaggia, i tre clandestini albanesi sono stati soccorsi dagli uomini della capitaneria di porto di Brindisi e hanno ricostruito le fasi del naufragio, la collisione, il gommone colato a picco. L'imbarcazione che ha provocato l'incidente aveva solo gli scafisti a bordo e tornava in Albania. Non si è neppure fermata. «Cinici trafficanti di carne umana», chiama i traghettatori che trasportano i disperati in Italia il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, il quale da Klagenfurt ha definito «un problema serio, im¬ pressionante», un «fenomeno da combattere» l'emergenza immigrazione. Una tragedia grande ed ingovernabile. In totale, in una notte sono sbarcati sulle coste del Salento 600 profughi, soprattutto kosovari, che si aggiungono a centinaia di altri immigrati. I quattro container che rappresentano il «Centro di prima accoglienza» nel porto di Otranto, sono scatoloni di metallo superaffollati. Non ce la fanno ad accogliere tutti. E neppure riescono a stai" dietro agli arrivi i due Centri di accoglienza di Melendugno e Squinzano, gestiti dalla Curia di Lecce e dall'Associazione Moviniondo. Consolano le previsioni meteorologiche. Nelle prossime ore l'Adriatico dovrebbe essere agitato. Meno gommoni in arrivo, forse. Sandro Tarantino Lo scoppio è stato causato dallo scontro con un'altra barca che tornava in Albania dopo aver trasportato un gruppo di profughi

Persone citate: Aida Mustafaraj, Iona, Massimo D'alema, Sandro Tarantino