L'impero del Maalox insidia la sinistra di Eugenio Scalfari

L'impero del Maalox insidia la sinistra IL PALAZZO L'impero del Maalox insidia la sinistra Luigi Scalfaro - è fatta anche per inghiottire rospi». I quali, come ricordato ieri da Eugenio Scalfari su Repubblica, fanno venire mal di pancia. Bene: la novità è che la sinistra ha scoperto il Maalox. Si tratta di un medicinale indicato - come da foglietto esplicativo per tutte le forme di «iperacidità gastrica, pirosi, ulcere gastroduodenali, gastriti, gastralgie». Una-due compresse da assumere quattro volte al giorno, ben masticate o succhiate tutte le volte che sia necessario «aumentare la tolleranza gastrica» rispetto a governi indigeribili: pensati da Cossiga, ad esempio, perfezionati da Mastella e graziosamente animati dall'onorevole Cardinale. Tipici governistranguglione - altro che il rospo Dini - di fronte a cui non resta appunto che il Maalox. Più efficace pubblicità la produttrice Rhòne-Poulenc non poteva ottenere. «Ho il Maalox nel cassetto» proclamava il capogruppo verde Paissan non appena profilatasi la soluzione D'AlemaUdr. «Non credo che una Sassiccia dose, di Maalox sia ififidente peT far ctfgerire"* al nostro elettorato un governo del genere» gli rispondeva l'altro verde Paolo Cento, negli ambienti della sinistra romana soprannominato Er Piotta (dicendosi «piotta» la moneta da cento lire). In realtà, lo scambio politico-terapeutico sul governo D'Alema aveva l'aria di richiamare uno stato d'animo più generalizzato; un'autentica sofferenza che attraverso le vie misteriose del linguaggio e delle metafore finiva per ripercuotersi sull'apparato digerente. «Crampi a sinistra - titolava il Manifesto - C'è chi il mal di pancia se lo tiene e chi no». «Vigilanza, compagni! Non arrendiamoci al mal di pancia» esortava sull't/rató l'ex deputato e scrittore Salvatore Mannuzzu: «Il mal di pancia ha buone ragioni. Ma il pericolo è che resti un fatto viscerale». E c'è da credergli, perché il I suddetto mal di pancia venne I diagnosticato la prima volta per indicare il modo in cui, a suo tempo, migliaia di militanti e dirigenti ex comunisti, per l'occasione definiti «malpancisti» e comunque guidati dai futuri ministri Turco e Bassolino, soffrirono la trasformazione - indispensabile ma lacerante - del Pei in Pds. Il riacutizzarsi del più classico dei disturbi psicosomatici proprio nei giorni dell'incarico a D'Alema spingeva così pure Michele Serra a interrogarsi sulla tenuta dello stomaco della sinistra, ventilando l'ipotesi di una sua inconfessabile «disponibilità al sacrifizio». Sennonché, il giorno del giuramento, almeno per quel che riguarda il Manifesto la deriva-gastroenterologie a ha avuto la meglio - o la peggio, dipende. Fatto sta che dopo un congruo i periodo .di aci- -, dita, bruciori, crampi, coliche e via soffrendo, nel pubblicare la pagella dei ministri, su quella del capo delegazione Udr, Scognamiglio, si leggeva: «rivoltante». Aggettivo accompagnato dal disegno di un omino in ginocchio su una poltrona, nell'atto di dare di stomaco. Scelta certo opinabile sul piano del gusto, e tuttavia di indubbia efficacia simbolica, o perlomeno indiziale. E' in questo quadro che torna a collocarsi l'imperio del Maalox, la sua potenza su insospettabili consumatori. Tra i quali - paradosso dei paradossi - non manca lo stesso presidente D'Alema: «Sono tornato dalle vacanze confidò nel settembre del 1995 - e ho ricominciato a leggere i giornali. Ma ho anche ricominciato a prendere il Maalox». A ciscuno il suo Maalox, dunque, data anche l'abbondanza di rospi in natura. Filippo Ceccarelli Bili |