TORNATORE Sfida al Titanic di Alessandro BariccoFulvia Caprara

TORNATORE Sfida al Titanic Arriva nelle sale «Il pianista sull'oceano» tratto da un lavoro di Alessandro Baricco | n TORNATORE Sfida al Titanic ROMA. Forse, ma neanche gli amici più intimi ne sono sicuri, Giuseppe Tornatore è rientrato a casa ieri notte, per dormire nel suo letto dopo che da quindici giorni non varcava la soglia di Cinecittà. Impegnato nel missaggio della sua ultima opera «La leggenda del pianista sull'oceano», da mercoledì sugli schermi italiani, il regista di Bagheria ha deciso a un certo punto di autorecludersi perché l'andirivieni tra gli studi cinematografici e la casa in cui vive gli faceva perdere tempo prezioso: «Mi sono fatto dare un camerino - racconta l'autore - e ho dormito lì». Si dice che solo Alessandro Blasetti, prima di lui, abbia sperimentato una soluzione del genere. D'altra parte sono vari i motivi che rendono molto speciale l'ultima impresa di Tornatore: si va dal costo, quasi 40 miliardi, assolutamente inusuale per il film di un regista italiano, alla durata, ben due ore e quaranta minuti; dal numero di comparse, 20 mila, al tempo impiegato per le riprese, 26 settimane senza pause tra Roma dove sono stati allestiti 19 set e il golfo di Odessa dove ce n'erano 11. Insomma, dimensioni da kolossal e infatti il film, prodotto da Medusa e Miramax, punta dritto alla partecipazione alla gara degli Oscar. E dire che lo spunto iniziale di una simile impresa è racchiuso in 53 paginette, di quelle scritte a caratteri grandi: tanto dura il monologo teatrale di Alessandro Baricco, andato in scena per la prima volta al Festival di Asti del '94, da cui Tornatore è partito per costruire il suo film. Al centro della storia c'è il personaggio di Novecento (da cui il titolo del testo di Baricco), un trovatello nato a bordo del piroscafo «Virginian» in rotta perpetua tra Europa e America, che non mette mai piede sulla terraferma e di venta un pianista straordinario, uno che «suonava una musica mai sentita prima». Affidato al l'attore americano Tim Roth, proveniente dalla scuderia ta rantiniana, il personaggio di Novecento vivrà la sua apoteosi nella scena della sfida con Jelly Roll Morton, pianista di uguale fama, che sale sul piroscafo per affrontarlo in una memorabile gara di pianoforte. Altro momento clou del film è l'incontro, durante una spaventosa tempesta, tra il pianista che vive sull'oceano e il vecchio amico trombettista Max Tooney (l'attore Pruitt Taylor Vince); e poi c'è naturalmente una donna, una ragazza dal profilo imbronciato che farà innamorare Novecento e che e stata scelta da Tornatore dopo seicento provini, grazie a una foto su una rivista di moda. Piccola, minuta, in apparenza ancor più giovane dei suoi 16 anni, la parigina Melanie Thierry ha convinto l'autore e si è guadagnata il ruolo della vita, quello del lancio internazionale. Trattandosi della storia di un pianista è ovvio che nel film la musica abbia un ruolo importantissimo: Ennio Morricone ha firmato una colonna sonora lunga 1 ora e 45 minuti, già incisa su un ed della Sony che comprende anche una canzone interpretata da Roger Waters dei «Pink Floyd». Infinite le storie fiorite intorno alla lavorazione della pellicola: la più stuzzicante parla di un terribile contrasto che avrebbe diviso, soprattutto nella prima fase del film, il regista dall'interprete principale. Qualcuno ha addirittura scritto che Roth sarebbe arrivato a inseguire Tornatore con una pistola in pugno, ma il regista ha smentito ammettendo però che la tensione c'è stata. Racconta Pietro Notarianni, coordinatore della produzione insieme con il fratello di Tornatore e storico collaboratore di autori come Fellini e Visconti: «Bisogna ammettere che per Tim Roth il primo periodo di lavoro è stato durissimo: per sei mesi ha dovuto imparare a suonare il pianoforte e questa è una cosa che lo ha nevrotizzato moltissimo. I rapporti tra lui e Tornatore erano strettamente professionali, smentisco totalmente le altre voci, se non il fatto, appunto, che Roth era davvero stressato dal pianoforte. Ho assistito a liti leggendarie sul set del "Gattopardo" tra Visconti e Burt Lancaster e posso dire che qui non c'è stato niente di simile». La tensione, a tre giorni dall'uscita nei cinema, si sposta a questo punto sul fronte dei produttori, a cominciare da quelli della Medusa per cui il risultato del film di Tornatore funzionerà anche come test sulla nuova linea produttiva intrapresa nell'ultimo anno. Nell'elenco delle produzioni Medusa figurano infatti i nuovi film dei più importanti autori italiani: da Bernardo Bertolucci a Ettore Scola, da Franco Zeffirelli a Dario Argento. Tutti nomi che in passato, tradizionalmente, realizzavano le loro opere con il sostegno produttivo della Rai. Ora sembra che i compiti si siano divisi: la tv di Stato produce i giovani autori, la Medusa, in casa Mediaset, i famosi. Fulvia Caprara Girato in buona parte su un transatlantico il kolossal da 40 miliardi ha richiesto due anni di lavoro Si narra di liti terribili tra il regista e l'attore Tim Roth il «cattivo» di Quentin Tarantino

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