Un vaccino salverà le caldarroste
Un vaccino salverà le caldarroste Siamo i secondi produttori mondiali di castagne, ma il «cancro» mina le piante Un vaccino salverà le caldarroste Bonificare i castagneti costerà 5400 miliardi ROMA.Stagione di castagne. Sempre gradite in autunno - lesse o arrostite - anche se non hanno più l'importanza di un tempo. Quando - ad esempio nel Medio Evo - questa piànta veniva soprannominata «l'albero del pane»: i suoi frutti hanno nutrito molte generazioni, appena qualche decina d'anni fa, grazie agli zuccheri (oltre il 40 pei cento della sostanza secca), ai minerali e alle vitamine contenute. Oggi apprezziamo ancora le castagne, anche se a volte provocano il cosiddetto «bruciore di stomaco», per la relativa difficoltà di digerirle, soprattutto arroste, perché la fiamma forte brucia la parte esterna e lascia semicruda quella centrale. Malgrado una forte contrazione nei consumi, e una consistente diminuzione della produzione dovuta anche allo spopolamento delle zone collinari, il nostro Paese è oggi ancora il secondo produttore mondiale, dopo la Cina, con 670 mila ettari a castagneto. Ma - avvertono gli esperti - questo primato potrebbe durare poco. Un terribile flagello minaccia i nostri boschi di castagni: il cancro corticale. E', questa, una grave patologia causata da un particolare tipo di fungo (la cryphoneetria parasitica), che causa il progressivo disseccamento, e quindi la morte, dell'intera pianta. Le conseguenze di questa malattia, che ha colpito prima i castagneti del Nord e si è poi propagata anche nel meridione, sono gravi: calo di produttività da frutti, peggioramento della qualità del legno per uso industriale, aumento dei fenomeni di abbandono o di conversione a ceduo delle fustaie di castagno. Tuttavia un rimedio c'è. Il cancro del castagno può essere debellato grazie ad una tecnica che consiste nell'inoculare nella corteccia di ceppi «ipovirulenti» del fungo patogeno: una specie di vaccinazione, che può frenare e far regredire la malattia. Per attuare un'iniziativa a carattere nazionale, la Ribs spa (che esegue interventi a sostegno del settore agroindustriale) ha messo a punto, insieme con un'altra società e un consorzio di cooperative, un apposito progetto che è stato presen tato recentemente al ministero per le Politiche Agrico le. La prima ipotesi formulata - dice l'ingegner Enrico Bussi, presidente della società - prevede l'attuazione di un progetto pilota per la bonifica di parte dei castagneti della Campania, della Calabria e dell'Appennino centrale, per un totale di 32 mila ettari. Questo proget to, nel giro di tre anni dovrebbe consentire il recupero di una superfìcie boscaia pari a 23 mila ettari e a ceduo per altri 9000. Il tutto per un costo stimato in 200 mi bardi e un'occupazione, nel triennio considerato, di 600 addetti a tempo pieno e 150 a tempo determinato Se il progetto venisse esteso a tutto il territorio nazionale, i nuovi posti di lavoro salirebbero a 15 mila a tempo ^determinato e 1500 per quattro mesi l'anno, con un costo dell'intero intervento di circa 5400 mi liardi di lire in dieci anni. Gianni Stornello
Persone citate: Gianni Stornello
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