AIl'Italia più fondi da Bruxelles

AIl'Italia più fondi da Bruxelles La Confagricoltura: serve un piano per garantire scambi e lavoro nel Mediterraneo AIl'Italia più fondi da Bruxelles De Castro: ma la politica Ue va in parte rivista ROMA. Occhi puntati sul Mediterraneo, un'area alla quale l'Unione Europea deve dare risposte concrete, soprattutto in relazione alle esigenze di sviluppo dei Paesi Terzi che si affacciano su questo mare. A Barcellona prima e a Malta poi è stato deciso di creare un'area caratterizzata da un'equa ripartizione delle ricchezze grazie ad un aumento sostanziale del sostegno finanziario assicurato dai Quindici. Ma il dialogo sociale e la cooperazione, tanto in politica estera che in campo economico finanziario devono procedere di pari passo. Per dirla con le parole dell'ex direttore del Wto, Renato Ruggiero: «Un commercio più libero non significa libertà delle regole, bensì Ima definizione di un sistema basato su regole comuni, riconosciute da tutti e non discriminatorie». L'agricoltura può fare la sua parte nello sviluppo di un mercato più vasto nell'area del Mediterraneo, ma vanno create le condizioni idonee: per un dialogo sociale, una cooperazione in materia di politica estera ed in campo economico-finanziario i Paesi devono marciare di apri passo: «Attualmente - dice il presidente della Confagricoltura, Augusto Bocchini - per effetto delle concessioni commerciali vigenti alla fine del 97, l'Unione europea importa dai Paesi Terzi del Mediterraneo un quantitativo me¬ dio annuale di agrumi pari al 16% della produzione interna, mentre per il riso, la percentuale è di circa il 30%». Periodicamente l'ammontare di queste concessioni è motivo di contrasti, che, dice Bocchini, bisogna riuscire ad accantonare, perchè restringono la qualità della collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo. «Per riuscirci, però - sottolinea il presidente della Confagricoltura - non può prescindere dal miglioramento dei servizi di base: dalla ricerca, alle risorse idriche, alla bonifica, fino alla diffusione di attività collegate all'agricoltura come l'agriturismo». Anche perchè Mediterraneo, per l'Italia, vuol dire soprattutto Mezzogiorno e «Senza agricoltura ha concluso Bocchini - lo sviluppo del Mezzogiorno non può esserci». Più attenzione al settore e più fondi, dunque. E sul capitolo finanziamenti qualche segnale positivo arriva da Bruxelles: secondo i dati della sezione garanzia del Feoga il peso dell'Italia agricola negli stanziamenti comunitari è in crescita: nel '97 il nostro Paese ha infatti ricevuto 5121,4 milioni di Ecu, pari a circa 10 mila miliardi di lire, contro i 4219,9 milioni di Ecu del '96. «Si tratta di un progresso significativo del ruolo dell'Italia nei confronti delle istituzioni comunitarie», commenta la Coldiretti, che però avverte: «restano gravi squilibri nella distribuzione delle risorse tra Paesi» e ricorda che l'Italia contribuisce per il 15% alla produzione lorda vendibile europea, sottolineando le preoccupazioni per la proposta di riforma ai finanziamenti nazionali. E sulla politica agricola europea interviene in neo ministro Paolo De Castro: «Alcuni punii di Agenda 2000 sono da cambiare - dice - vanno superati i vincoli non adatti per la situazione italiana e il tavolo agricolo è uno strumento importante di concertazione del governo in vista degli incontri di Bruxelles». [v. cor.] Il neoministro Paolo De Castro

Persone citate: Augusto Bocchini, Bocchini, Paolo De Castro, Renato Ruggiero

Luoghi citati: Barcellona, Bruxelles, Bruxelles De, Italia, Malta, Roma