Tandem Ciampi-Bassolino per il Sud

Tandem Ciampi-Bassolino per il Sud Si stringono i tempi. La Confìndustria: «Impegni condivisibili, ma niente 35 ore» Tandem Ciampi-Bassolino per il Sud Entro novembre sarà pronto il piano per l'occupazione ROMA. Lavoro e sviluppo, con un occhio particolare per il Sud, restano obiettivi centrali anche per il nuovo esecutivo guidato da D'Alema. Superata la fase di stallo provocata dalla crisi di governo, il ministro del Tesoro, Ciampi, è pronto infatti a stringere i tempi per lanciare il piano operativo che dovrebbe rafforzare la crescita dell'occupazione nel Mezzogiorno e nelle aree depresse. Avrà il pieno appoggio del neo ministro del Lavoro, che prospetta un tandem Ciampi-Bassolino. A chi gli domanda se la delega al Mezzogiorno, che nel governo Prodi apparteneva al «superministero economico», sarà o no trasferita a lui, Bassolino ha risposto: «Vedremo nei prossimi giorni. E' certo che nel governo si lavorerà con spirito di squadra, e in particolare del Mezzogiorno si occuperà molto Ciampi e mi occuperò molto io». Una squadra che vuole bruciare le tappe. Nel giro di poche settimane sarà presentato il primo documento operativo per l'occupazione nel Meridione che fa seguito alle linee direttrici già anticipate nella relazione previsionale e programmatica. Una summa dei progetti per il Sud intitolato «Cento idee per lo sviluppo del Mezzogiorno». Il ministro del Tesoro non si sbilancia in previsioni numeriche e, facendo riferimento all'intervista televisiva nel corso di «Maastricht Italia», durante la quale si ricordavano i 600 mila nuovi posti di lavoro previsti dal Dpef, preferisce fissare i paletti operativi del programma del governo. «Non ho citato cifre - ha rilevato Ciampi -; la riduzione della crescita nel '98 si rifletterà sul numero dei nuovi occupati quest'anno, ma i dati indicati nel Dpef sono obiettivi e ordini di grandezza legati all'effettivo tasso di crescita. In ogni caso c'è da attendersi un consistente aumento dei posti di lavoro nel triennio dopo la riduzione registrata all'inizio degli Anni 90». Ciampi ha quindi piena fiducia nel nuovo piano operativo che i tecnici stanno allestendo, ma non intende pronun¬ ciarsi sui risultati di breve periodo: «Non faccio scommesse sulle cifre ha precisato - ma è un dato che la tendenza si è invertita. Ora va rafforzata. La nostra economia presenta condizioni adatte per ottenere questo risultato. Condizioni, però, non ancora espresse in tutta la loro potenzialità». Quali freni impediscono il consolidarsi di una nuova fase espansiva? «Esiste ancora un difetto di fiducia da parte delle imprese e delle famiglie - ha risposto Ciampi - e sta alla politica economica del governo favorire questo ritorno di fiducia con i propri indirizzi. E' proprio questo che il governo si è proposto con il patto sociale e la nuova programmazione». La marcia per approdare ad una «Maastricht del lavoro» è partita, dunque. Ma mentre D'Alema ottiene la promozione di Fazio sulla «priorità lavoro» e l'ammissione di Confìndustria (in attesa di vedere i fatti) che ci sono nel programma impegni condivisibili, la rottura con gli imprenditori privati è insanabile sulle «35 ore». Il vicepresidente di Confìndustria, Pietro Marzotto, spiega senza mezzi termini: «Le 35 ore per legge sarebbero una iattura, a meno che non vengano fatte in maniera molto flessibile. Ma è difficile realizzare questa flessibilità a livello di legge». La riduzione dell'orario si può anche fare, ma contrattandola caso per caso: «A livello di impresa - dice - noi stessi abbiamo unità produttive che sono già sotto le 35 ore, ma le abbiamo concordate noi coi sindacati aziendali e nazionali. Quindi, non si può generalizzare, ma una norma generalizzata farebbe un macello». E Marzotto ri¬ lancia anche l'allarme occupazione, dopo i dati Istat che danno un calo di 16 mila unità negli ultimi 12 mesi nella grande industria: «C'è da preoccuparsi, ma non da ora, da molto tempo - avverte - perché quando si ha un livello di disoccupazione del 12% e si dice che non si è sufficientemente competitivi, il grado di preoccupazione deve essere per forza elevato. E poi, il nostro tasso di crescita quest'anno sarà dell'1,6%-1,7% contro un tasso medio Ue del 2,8%. Non credo che in Europa si arriverà al 3%, ma sarà comunque del 2,7%-2,8% e questo denota che non siamo competitivi» [fr.bu.] Il ministro del Tesoro Azeglio Ciampi e (a fianco) Antonio Bassolino neo ministro del Lavoro

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