«Parità alle scuole cattoliche»

«Parità alle scuole cattoliche» Discorso di Wojtyla a 30 mila studenti e insegnanti degli istituti religiosi «Parità alle scuole cattoliche» Appello del Papa al nuovo governo CITTA' DEL VATICANO. Il giorno dopo il sì della Camera al nuovo governo, il Papa ribadisce che aspetta ancora una soluzione il problema della parità scolastica. L'occasione del nuovo intervento papale è arrivata dall'udienza speciale che in questo periodo dell'anno vede radunarsi in piazza San Pietro gli studenti delle scuole cattoliche. E ieri a tutta Roma sono arrivati in trentamila: bambini, ragazzi, genitori, insegnanti laici e religiosi hanno dato vita ad una «kermesse» vivace e festosa fin dalle prime ore del mattino, culminata con l'arrivo del Papa che ha rivolto loro un discorso in cui ha mescolato abilmente temi legati alla fede e rivendicazioni di tipo politico. «Come non rammaricarsi - si è chiesto il Papa - nel vedere Istituti prestigiosi, apprezzati dalle famiglie, costretti a chiudere». E da qui viene la richiesta che «presto si ponga termine a tale fenomeno, che costituisce mi grave impoverimento dell'intera realtà scolastica italiana». «Per questo - ha aggiunto in un altro passaggio molto applaudito - cari gestori, docenti, alunni e genitori qui presenti, il vostro impegno educativo e culturale è ancora più prezioso. Vi auguro di svolgerlo con serenità e profitto, perché le nuove generazioni ricevano, insieme con adeguate conoscenze, autentici valori spirituali e morali». La rivendicazione della parità non è nuova, ma si è intensifica¬ ta nel corso degli ultimi due anni. Ieri però, per la prima volta, è arrivato allo scoperto uno dei nodi di fondo di tanta insistenza: la crisi di iscrizioni che sta colpendo tanti istituti cattolici, a causa del costo delle rette. A Roma, per esempio, scuole prestigiose hanno visto un forte ridimensionamento dei loro iscritti, a conferma di un trend che non è legato al calo delle nascite, ma alle spese. La retta per un alunno delle elementari si aggira infatti sulle 200 mila lire al mese per arrivare fino alle 5-600 mila lire mensili per le scuole superiori, cui aggiungere il costo dei libri di testo ed altre eventuali attività integrative, dato che molti istituti sono forniti di attrezzati impianti sportivi. Il calo è confermato dalle rilevazioni statistiche. In Italia l'87,7% degli alunni (quasi 7 milioni) frequenta le scuole statali e il 10,5% (circa 300 mila) le scuole private cattoliche. Dal 1986, il calo nella scuola pubblica ha visto una diminuzione del 16,2% degli alunni, mentre nelle cattoliche del 26,7% (da 408 mila a 300 mila circa). Ovvio dunque che in tale situazione la Chiesa in Italia sia molto preoccupata. L'ultimo appello, in ordine di tempo, era stato rivolto dal Papa il mese scorso durante la sua visita a Brescia, in una diocesi dove la scuola cattolica ha una forte tradizione. Un altro ordine di preoccupazioni, oltre al finanziamento, riguarda anche il progetto di rifor- ma sull'autonomia scolastica che assegna fondi agli istituti con almeno 25 classi; nel caso delle scuole cattoliche significherebbe la fusione di istituti diversi fino a raggiungere questa soglia minima, con evidenti problemi logistici e di integrazione. Di fronte a tali problemi, ecco il motivo del rinnovato «appeDo alle competenti autorità perché le scuole cattoliche possano vivere e crescere e sia loro riconosciuta pari dignità con la scuola pubblica». Il primo a raccogliere il guanto è stato il senatore Riccardo Petrizzi di Alleanza nazionale: «Il nostro Paese non può essere il fanalino di coda della libera scelta nel campo dell'istruzione». Il problema del sostegno statale alla scuola cattolica è collegato alla questione della parità scolastica, ossia alla determinazione di regole e di standard uguali per tutti che rendano «equipollente» - così si esprime la Costituzione italiana - la situazione per gli studenti degli istituti pubblici e privati. Il punto più spinoso non è la parità in se stessa, ossia i principi e i criteri comuni, ma il finanziamento pubblico delle scuole private, diretto o indiretto, che sarebbe un «derivato» successivo. Tra le varie forme di possibile finanziamento alle scuole non statali, nei mesi scorsi si erano avanzate le ipotesi del «buono scuola» per le famiglie (Polo), della «convenzione» fra le scuole private e lo Stato (Ppi). Si era fatta infine strada, anche in settori della Sinistra, l'ipotesi di sgravi fiscali per le famiglie. Luca Tornasi «Ogni scuola che chiude segna un impoverimento nella realtà dell'istruzione» IHUMERI DELLA PARITÀ' SCUOLE STATALI SCUOLE NON STATALI I MATERNE 34.499 sezioni 30.894 sezioni con 867.638 alunni con 743.006 alunni ELEMENTARI 153.768 classi 11.084 classi con 2.619.289 alunni con 229.869 alunni MEDIE 94.314 classi 3.760 classi con 1.870.696 alunni con 79.674 alunni SEC0NDARIE 114.743 classi 11.990 classi con 2.512.574 studenti con 211.141 studenti GLIINSEGNANTI [dalle materne alle superiori] SCU0LE STATALI gli insegnanti di ruolo sdno circa 760.000 1SCUOLE NON STATALI: gli insegnanti sono circa 100.000 Giovanni Paolo II rivolto a genitori, studenti e insegnanti delle scuole cattoliche ha lanciato un messaggio al nuovo governo

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Luca Tornasi, Wojtyla

Luoghi citati: Brescia, Italia, Petrizzi, Roma