Cecchino uccide un medico abortista

Cecchino uccide un medico abortista In passato nella stessa zona già quattro erano stati feriti in occasione della «Giornata dei veterani» Cecchino uccide un medico abortista Usa, colpito da una fucilata nella cucina di casa NEW YORK NOSTRO SERVIZIO La polizia li aveva avvertiti, i medici che praticano aborti: con l'avvicinarsi del «Veteran Day», il giorno del reduce di guerra che si celebra 1' 11 novembre, state lontani dalle finestre e tenete le tende abbassate. Il dottor Barnett Slepian di Amherst, vicino al confine con il Canada, non aveva preso in considerazione quell'avvertimento, o forse se n'era dimenticato: venerdì sera, appena rientrato a casa con la sua famiglia, aveva annunciato tutto allegro che stavolta avrebbe pensato lui a preparare la cena, si era recato in cucina, si era messo ad armeggiare davanti ai fornelli senza badare alla finestra aperta e un colpo di fucile lo ha freddato. Aveva cinquantun anni, quattro figli e sin dagli Anni Ottanta era stato oggetto delle minacce degli antiabortisti. Il nesso fra la ricorrenza del «Veteran Day» e l'eccidio dei medici abortisti è misterioso almeno quanto il meccanismo mentale per cui si arriva ad uccidere in nome della «difesa della vita». Ma per la polizia americana e canadese quel nesso è soprattuto un dato di fatto. Negli ultimi due anni, dalle due parti del confine sono stati quattro i medici abortisti contro cui si è sparato (in quei casi solo ferendoli) nei giorni precedenti la ricorrenza, sempre attraverso le finestre delle loro abitazioni, e sempre con un fucile ad alto potenziale, cosa che fa pensare all'esistenza di una persona o di un gruppo che si è dato questa specie di «programma». Nessuno è stato finora arrestato e anche l'assassino del dottor Slepian sembra avere tutte le possibilità di farla franca. La polizia ha ricostruito il delitto, ha individuato il punto in cui l'assassino si era appostato aspettando che Slepian comparisse nel quadro della finestra, ma questo è tutto. Nessuna traccia di una qualche concretezza, nessuna pista promettente da seguire. Il «Partito del diritto alla vita» - nato dalle ceneri di «Operation Resene» (Operazione salvezza), quello che anni fa usava bloccare gli ingressi delle cliniche con la benedizione di George Bush e che poi fu smantellato da Bill Clinton servendosi della legge contro il racket - ha subito preso le distanze. «Nessuno - ha detto la sua esponente Karen Swallow Prior, che è anche candidata alla carica di vicegovernatore di New York - ha il diritto di ergersi a giudice, giuria ed esecutore». Negli anni d'oro del movimento il dottor Slepian era stato uno dei bersagli preferiti dei suoi attivisti, un bersaglio contro il quale gli antiabortisti si permettevano azioni illegali sicuri della protezione della Casa Bianca. Una volta irruppero nel giardino di casa sua - violando quindi la sua proprietà - mentre lui, che era ebreo, stava festeggiando la festa di Hunnakkah aprendo i regali per i bambini. Furioso, il medico uscì ad affrontarli e la cosa si concluse con una condanna contro di lui perché gli aggressori lo denunciarono per averli «minacciati». Poi, in seguito ai continui attacchi da parte di «Operation Rescue» decise di chiudere il suo studio «per non pregiudicare disse - la tranquillità degli altri medici che lavorano nello stesso palazzo», ma continuò ad operare in una clinica di Buffalo. «Non mi fanno paura e non mi fermeranno», diceva agli amici che lo ammiravano per la sua fermezza. Ma aveva ragione solo sulla prima parte, quella riguardante la paura. Perché a fermarlo, ora, ci sono riusciti. [f. p.] Bambini partecipano a una manifestazione antiabortista negli Stati Uniti

Persone citate: Barnett Slepian, Bill Clinton, Furioso, George Bush, Karen Swallow Prior

Luoghi citati: Canada, New York, Stati Uniti