A Leopardi sarà ingabbiata la luna? di Lorenzo Mondo
A Leopardi sarà ingabbiata la luna? PANEALPANE A Leopardi sarà ingabbiata la luna? EMBRA pensata apposta per il bicentenario leopardiano, e mentre l'on. D'Alema, nel discorso di investitura alla Camera, cercava ispirazione alla sua politica citando il poeta di Recanati. Dove, in nome di Giacomo, è scoppiata una piccola sommossa, estesa a tutte le Marche. E' successo che l'Enel ha deciso di impiantare un elettrodotto che dovrebbe collegare Osimo e Monte San Giusto: per dirla più chiara, 40 tralicci andrebbero a sfigurare la valle dell'«Infinito», quella che si stende al di là della siepe «che da tanta parte / dell'ultimo orizzonte il guardo esclude». Tanto varrebbe per i visitatori e gli amatori rannicchiarsi tra le piante per occultare alla vista lo strazio, cercando altre risorse per immaginare «interminati spazi» e «sovrumani silenzi». Di questo passo a Leopardi, per la prossima ricorrenza, penseranno a ingabbiargli anche la luna. Gli ambientalisti sono in agitazione, stimolati dal conte Vanni Leopardi che denuncia spiritosamente una politica così poco muminata da sentire il bisogno di naufragare «in un mare di watt». Contestano al sindaco di Recanati di non essersi neanche posto il problema, preoccupato soltanto di ottenere l'energia necessaria alla zona industriale della città. Segnalano che l'Enel, praticando non meno dei privati la politica del fatto compiuto, ha proceduto alle opere preliminari nel corso dell'estate, quando è meno desta l'attenzione della gente. Nessuno si sogna di trascurare le ragioni dello sviluppo, che pure è stato un alibi devastante per tanta parte del nostro Paese. E non è neppure ragionevole istituire legami troppo stretti tra la vita di un poeta, tra i luoghi che lo hanno ispirato, e la sua opera creativa che basta a se stessa e può essere apprezzata tra le mura di una stanza. Ma non è un caso che si sia fatta strada negli ultimi anni l'idea dei parchi culturali che hanno quanto meno un valore propedeutico, sono capaci di avvicinare un artista più di certi dvspltcdsalsz documenti d'archivio ai quali viene riconosciuto un valore storico-antiquario. Ma va soprattutto ricordato che l'Italia è una lingua esigua, stretta tra i monti e il mare, fitta di città'e opere d'arte, ma anche di paesaggi che si configurano spesso come musei a cielo apeno. Un ambiente sul quale è intervenuta del resto, con secolare, intelligente applicazione, la mano dell'uomo. Bisogna pure tenerne conto, chi ci arriva, per riguardo alla bellezza e al sentimento di una vita meno sorda e vile. Per gli altri, valga almeno la considerazione che con atti avventati si rischia di ammazzare la proverbiale gallina dalle uova d'oro. E conterà pure, in termini di vitalità turistica, che Recanati e dintorni siano la patria di Leopardi. Una soluzione equa? Deviare il percorso delle «torri», interrare i cavi, anche se l'operazione si rivelasse, nei tempi brevi, costosa. La regione Marche, pare, istituirà un tavolo di concertazione per esaminare il caso. Intanto, sarebbe bene che una valanga di lettere, telegrammi e fax sommergesse i tavoli dell'Enel, del sindaco di Recanati, delle varie istanze. Da ogni parte d'Italia, attraverso la mobilitazione di giovani e vecchi, studiosi e viaggiatori, maestrine e casalinghe istruite dai quiz televisivi. Da strappare un sorriso mesto all'ombra del Contino: a tranquillizzarlo sul fatto che la stagione «presente e viva» non ha nessuna fretta di equipararsi anzitempo alle morte stagioni, condannata dall'ignavia e dalla stoltezza prima che dall'irriducibile frana del tempo. Lorenzo Mondo
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