«Tagliamo il costo del lavoro»
«Tagliamo il costo del lavoro» Il ministro punta su una terapia d'urto a livello europeo e nazionale. Cofferati: le pensioni non si toccano «Tagliamo il costo del lavoro» Bassolino: più investimenti e occupazione ROMA. «11 costo del lavoro deve essere ulteriormente ridotto per stimolare gli investimenti e favorire la creazione di nuovi posti»: è il primo significativo messaggio lanciato dal neo ministro del lavoro Antonio Bassolino, intervenendo ieri all'assemblea generale dell'Anci, l'associazione nazionale dei comuni italiani. Autodefinitosi «il sindaco del lavoro», Bassolino parte subito all'attacco su un fronte che lo vedrà in testa nella lotta contro un male certamente grave: la disoccupazione e la sottoccupazione, che coinvolgono - secondo una ricerca Censis appena resa nota - in misura più o meno seria 3 milioni di famiglie italiane, pari a poco più del 15% del totale. «Parliamo spesso - afferma - e giustamente del costo del lavoro, ma adesso penso che dovremo muoverci seriamente per una sua ulteriore riduzione. Ma tutti quanti noi dovremo dovremo essere molto più attenti alla questione enorme del "non lavoro", che rappresenta mi costo elevatissimo di civiltà per un Paese come il nostro, con spreco delle intelligenze, delle volontà e delle possibilità di fare di milioni di giovani». Bisogna puntare, aggiunge, su una «terapia d'urto forte» sia a livello europeo che nazionale per «favorire lo sviluppo dal basso, dal territorio». Uno sviluppo capace di valorizzare le risorse al Mezzogiorno e di far cogliere il Sud come una straordinaria opportunità. Dunque, insiste il neo ministro, bisogna fare di più e meglio di quanto si è fatto per l'Euro: «Il lavoro deve essere la nuova Maastricht». Quale lavoro? Un lavoro moderno, che non potrà più essere solo pubblico, stabile e per tutta la vita; un lavoro produttivo, con una sola dignità, nei più diversi campi della moderna industria, delle attività urbane, della cultura, dell'am¬ biente, del territorio e della piccola impreso. Per conseguire questi obiettivi, conclude, sarà molto importante che si realizzi «uno stato amico dei cittadini» e si sappia risolvere «le tante disuguaglianze». Nello stesso tempo, il neo sottosegretario al Lavoro Raffaele Morese (fino ad oggi numero-due della Cisl), annuncia che insieme a Bassolino presenterà entro dieci giorni alle commissioni Lavoro di Camera e Senato un «Rapporto sugli interventi prioritari da effettuare nei primi cento giorni del governo». Ma l'intero esecutivo sarà impegnato in questa dura sfida. «Il problema lavoro sarà il vero banco di prova per il governo» sottolinea il ministro dell'industria Pierluigi Bersani, intervenendo alla cerimonia di consegna delle «Stelle» a 25 nuovi Cavalieri del lavoro; e rivolge agli imprenditori un pressante appello: «Non stiamo costruendo sulla sabbia, il Sud rappresenta la maggiore opportunità di crescita per l'Italia. Gli imprenditori devono avere fiducia. Si deve guardare avanti e investire non solo vicino a casa, ma pure in altre regioni». Per il ministro dell'industria non ci sono scorciatoie; la condizione per la creazione di nuovi posti di lavoro «la via maestra è il rafforzamento e l'allargamento della base produttiva». Soltanto così si potrà superare una situazione in cui, nonostante una fase espansiva, la ripresa italiana è ancora debole rispetto a quella di altri Paesi europei. E l'impegno immediato del governo sul versante del lavoro è confermato dal segretario generale della Cgil Sergio Cofferati: «Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra governo e sindacati in cui verranno illustrate in modo puntuale tutte le proposte su lavoro e Mezzogiorno; si discuterà anche della verifica dell'accordo del luglio '93. Sia chiaro, però, che le pensioni non si toccano». I dati della ricerca sono eloquenti: 700 mila famiglie prive di lavoro hanno un reddito assistenziale inferiore a 1,5 milioni al mese; 450 mila comprendono solo occupati precari e saltuari; 666 mila hanno un solo componente con lavoro stabile, ma a basso reddito; 1 milione 416 mila hanno una solida base occupazionale, ma con il problema dell'inserimento dei figli. Gian Carlo Fossi neoministro del Lavoro Antonio Bassolino TRE ANNI A CONFRONTO (Occupati suddivisi per regione - Migliaia di unità - Rilevazione di luglio) 1998 1997 1996 Piemonte 1.673 1.715 1.720 Valled'Aost? 52 53 52 Lombardia 3.774 3.677 3.697 Trentino A. Adige 408 406 404 Veneto 1.890 1.885 1.855 FriuliVen.Giulia 478 475 475 Liguria 580 576 582 Emilia Romagna 1.729 1.747 1.743 Toscana 1.356 1.370 1.375 Umbria 297 303 301 1998 1997 1996 Marche 562 565 581 Lazio 1.843 1.842 1.817 Abruzzo 439 443 452 Molise 105 106 108 Campania 1.543 1.507 1.479 Puglia 1.148 1.141 1.141 Basilicata 175 178 180 Calabria 534 537 539 Sicilia 1.328 1.281 1.307 Sardegna 511 503 500 Totale 20.425 20.310 20.309
Persone citate: Antonio Bassolino, Bassolino, Cofferati, Gian Carlo Fossi, Pierluigi Bersani, Raffaele Morese, Sergio Cofferati
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