Malpensa sulla pista di lancio

Malpensa sulla pista di lancio Cerimonia al Terminal 1, Albertini: una porta verso l'Europa Malpensa sulla pista di lancio Inaugurato lo scalo, domani ilprimo volo REPORTAGE UNA STAZIONE PER I CHELI MALPENSA DAL. NOSTRO INVIATO «Ci siamo», sembra fare gli scongiuri il presidente della Sea Giuseppe Bonomi. «Invochiamo la benedizione del Signore dei cieli e della terra», dà il tocco finale Carlo Maria Martini, cardinale di Milano. E allora musica e giochi di luce nel salone dei check-in, secondo piano di Malpensa 2000, Terminal 1 stando alla dicitura tecnica o «porta verso l'Europa», come lo chiama non senza enfasi il sindaco di Milano Gabriele Albertini. E poi fuochi d'artificio in cielo, per dare il via a questo nuovo scalo internazionale nato trenta anni fa nella testa degli amministratori, iniziato cinque anni fa con la prima colata di cemento, pronto a partire domenica prossima - ore 6 e 05 il primo arrivo da Rimini, Avio sarda la compagnia, ventisei minuti dopo la prima partenza, stesso velivolo, destinazione Parigi - anche se non è ancora del tutto finito. Anche se per sciropparsi i 42 chilometri di autostrada che separano Malpensa 2000 da Milano, c'è da sperare nel Dio degli ingorghi e nell'onestà dei tassisti, tariffa fissa novantamila ma ieri rifilavano ancora ricevute da 160 mila. Anche se per il Malpensa express, 30 minuti in ferrovia, c'è da aspettare la fine di maggio. «Mentre il programma di pullman navetta è sottostimato di almeno 2600 posti a sedere», denuncia la Cisl trasporti. «La sfida comincia domenica», assicura il presidente Sea. In ballo ci sono vagonate di miliardi, la guerra delle tariffe con le compagnie aeree che puntavano su altri hub, altri snodi internazionali nel cuore dell'Europa e Linate, è oramai un vecchio scalo, che non ce la fa più a reggere il passo dei tempi. «Il movimento domenica sarà di 634 voli, il giorno dopo saranno già trentadue in più», snoc ciola cure ed entusiasmo Giuseppe Bonomi. Mentre davanti a questa cattedrale di vetro, cemento, marmi, pavimenti in seminato, colori tenui dal verdolino al rosa salmone per non offendere gli occhi, arrivano a inginocchiarsi gli uomini della politica. Di persona, come il neo ministro dei Lavori pubblici Enrico Micheli che parla «della volontà di raggiungere i traguardi». Via lettera, come il presidente del Senato Nicola Mancino o quello del Consiglio Massimo D'Alema, che fa gli auguri, promette l'impegno del governo e manda pure «un saluto alle maestranze». O via video, come l'ex ministro dei Trasporti Claudio Burlando che ricorda la sua battaglia «difficile con l'Unione europea». Era ieri, sembra un secolo fa. Adesso si guarda avanti. Gabriele Albertini loda la «magnificenza di quest'opera», assicura che sarà uno dei motori deLV economia per il Nord e non solo, ma poi ammette che soprattutto sul piano delle infrastrutture c'è ancora da fare. «Magari ci vorranno venti minuti in più, per arrivare a Malpensa, ma si risparmierà sui ritardi in cui viveva Linate», fa l'ottimista il presidente della Regione Roberto Formigoni. Tocca all'ufficio stampa di Malpensa 2000 illustrare il grande hub, anche quello che non c'è ancora. Come la stazione ferroviaria, tende nere e bande rosse per non far entrare nessuno, al momento eventualmente diretto verso il vuoto pneumatico. «Qui sor- gerà la nuova torre di controllo», indicano la spianata, con le betoniere al lavoro. «Qui il terzo satellite», e si vedono i tondini a vista. «Qui il luògo di culto, multireligioso», e non c'è nemmeno quello. Ma il cardinale Martini, passa ugualmente e benedice il vento. Di quest'opera pubblica, la più importante in Italia degli ultimi trenta anni, il cardinale ha una sua idea e qualche timore. Parla di un luogo della comunicazione, ma anche dell'impatto ambientale e acustico per chi abita qui vicino. «Abbiamo avuto assicurazioni...», ringrazia. Cosa che non sembra accontentare gli ambientalisti pronti a mobilitarsi già domenica mattina, insieme ai 300 aderenti al sindacato autonomo Sulta che incrociano le braccia, lamentando i disagi per quei lavoratori trasferiti da Linate a qui, a far su e giù da autostrade e provinciali. «Disagi? Non mi sembra, ci ho messo un'ora a venir qui con il pullman», rassicura la studentessa coreana, pronta a salire sul volo per New York. «Ma no, a casa mia è anche peggio», conferma questo italiano, che da trenta anni vive a Tokio e tre ore di treno per andare da qui a lì, a lui sembrerebbero pure po che. Fabio Potetti Ma per ora raggiungere l'aeroporto resta difficile e caro: una corsa in taxi può costare 160 mila lire Previsti 634 voli nel primo giorno ma sull'esordio incombe l'ombra di uno sciopero