La staffetta della mozzarella di Filippo Ceccarelli

La staffetta della mozzarella Singolare cambio della guardia Mastella-Maroni: galeotta fu la festa di Telese La staffetta della mozzarella DROMA ICE il proverbio: Dio li fa e poi li accoppia. Ma se l'accoppiamento propiziato dalla divinità è quello fra Clemente Mastella e Bobo Maroni per ora ne vien fuori un giro di poltrone e domani, magari, un'operazione politica così azzardata e fantasmagorica che nemmeno vale la pena di anticipare. Si vedrà. Intanto sembra proprio che al posto di Mastella, vicepresidente dimissionario della Camera, vada un leghista: possibilmente Maroni. Nel quadro del sempre più accentuato processo di privatizzazione della vita politica e istituzionale è il leader Udr ad aver reso disponibile la poltrona. Il barbuto ex capo del Comitato di Liberazione della Padania, nonché ex presidente provvisorio del «governo sole» e come tale responsabile della Clemente Mast a Guardia nazionale, alias Camicie verdi, ha certo valutato - anche per il caldo incoraggiamento di Mastella - i benefit connessi alla carica. Auto, perciò, super-indennità, appartamento, riscaldamento, guardarobiera, rinomate brioches del Caffè Giolitti e quant'altro hanno da offrire Montecitorio e Roma ladrona ai figlioli prodighi. Assai prodigo di gesti di estraneità, se non di avversione, è stato infatti l'onorevole Maroni. Il più simbolico lo si poteva rimirare mesi fa su un'eccezionale copertina del Sole delle Alpi, quando con espressione gioconda, giacca, cravatta e pochette verde, Fex ministro dell'Interno era raffigurato nell'atto di tendere una collanona d'acciaio, sopra la scritta: «La Padania spezza le catene». E chi se non Mastella, evidentemente, poteva riaggiustarle? Vite parallele ed affinità elettive non sono invenzioni letterarie. Cortesia, allegria, esuberanza, spudoratezza, eccesso di astuzia e spirito gregario: nel bene e nel male i due appaiono così simili da annullare ogni differenza tra Nord e Sud. Sullo sfondo di un ideale gemellaggio tra Ceppaloni (Bn) e Lozza (Va), pare riunificarsi dunque l'Italia all'insegna di un comune stile politico e meta-politico. Perché sia Maroni che Mastella, a loro volta modelli con diversi tentativi d'imitazione, scrivono diari sui rotocalchi, partecipano a spettacoli di beneficenza e partite «del cuore», denunciano sempre minacce ai loro danni. Entrambi spiccicano un po' d'inglese. «I am italiam: con queste parole Mastella strinse la mano a Kissinger allo stadio di Madrid quando l'Italia vince il Mundial. E Maroni alla Bbc: «I7ie leader ofthe Camicie verdi is seated in front of youn. «Attenti alla rabbia del Sud!» tuona l'uno, dalla piscina a forma di conchiglia. «Attenta Roma: la rivolta è vicina!» proclama l'altro, fotografato con aria perplessa davanti al bando d'arruolamento: «La Padania ha bisogno di TE!». La questione vera è: si possono prendere sul serio? E la risposta se la porta via il vento, ma non importa. In ogni caso: molto meglio la vicepresidenza della Camera. Sedere sullo scranno più alto di Montecitorio non appare più disdicevole che moltiplicare per due, sul palco veneziano, il milione di partecipanti di cui ha appena parlato Bossi alla festa del dio Po: «A me risultano - intervenne Maroni due milioni...». Ed è senz'altro più sicuro che prendere botte dalla polizia nella sede di via Bellerio, e finire all'ospedale in barella - sia pure senza mai perdere il buon umore: «Ma questa è la Radiologia Sud, portatemi alla Radiologia Nord!». Per quegli scontri, in realtà, il numero due della Lega è stato anche condannato (a otto mesi: nella sentenza sta scritto che da terra teneva stretta la caviglia di un poliziotto La copertina de ole delle Alpi che gridava, poveraccio: «Onorevole, ma cosa fa?»). La sezione leglùsta di Cassano Magnago avvicinò la sorte ospedaliera di Maroni a quella delle vittime delle Fosse Aideatine. Questo per dire gli eccessi dei tempi e la fugacità della memoria - non solo di Mastella. Quest'ultimo, anzi, non ha mai nascosto i suoi piani. Alla base della mini-staffetta di Montecitorio ci deve essere il micro-patto di Telese, dove in estate s'è tenuta la festa m astelli ana. Lì Maroni fu beccato al ristorante che si godeva una mozzarella di bufala da mezzo chilo. Un cronista annotò preziose considerazioni: «Del resto, a casa, me l'han sempre detto che ero più terrone dei terroni. Amo il sole, il mare, perfino le mozzarelle». Roma ladrona, la Lega la perdona. Filippo Ceccarelli Clemente Mastella La copertina del Sole delle Alpi

Luoghi citati: Cassano Magnago, Ceppaloni, Italia, Madrid, Roma