Fazio, disco verde al governo di Roberto Ippolito

Fazio, disco verde al governo Fazio, disco verde al governo «Giusto dare priorità al lavoro» L'INTERVENTO DEL GOVERNATORE FOLIGNO DAL NOSTRO INVIATO Nella chiesa del Quattrocento dedicata a San Domenico a Foligno, trasformata in auditorium, in prima fila siede il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Mancano due minuti alle 13, sta finendo il convegno organizzato dal centro di ricerche Nemetria e Fazio all'improvviso si alza: ha chiesto di parlare, anche se il programma non prevede un suo intervento. E la sorpresa non finisce qui: Fazio benedice il nuovo governo di Massimo D'Alema. Insomma, invece di far capire le intenzioni sull'atteso taglio del tasso di sconto, promuove D'Alema per l'impegno dichiarato contro la disoccupazione. Anche questa appare una svolta, dopo la formazione in Italia del primo governo guidato da un ex comunista. Appena arrivato al microfono, il governatore spiega di awer avvertito il bisogno di dire qualcosa: «Venendo qui pensavo al tema del convegno "Scelte di mercato e scelte democratiche"», tema che consente un aggancio «alla realtà di questi giorni e di questi anni». Non c'è bisogno di aspettare molto per capire che Fazio allude ai problemi del lavoro e al di- scorso con il quale ventiquattro ore prima D'Alema ha chiesto la fiducia alla camera: «Avendo avuto in macchina il tempo di leggere i giornali con attenzione, ho visto un'enfasi opportuna e giusta sui problemi del lavoro, dello sviluppo. Mi è sembrato riecheggiare un concetto che io ho teorizzato: lo sviluppo non è tanto e non è soltanto la crescita della produzione, ma la capacità di creare lavoro». Fazio misura le parole, pronunciandole lentamente, dando la sensazione di averle imparate a memoria, non di improvvisare. Ma è lui stesso a togliere qualsiasi dubbio sul fatto che con le sue affermazioni alludesse al governo: «Una società che si sviluppa - osserva - è una società che crea lavoro a sufficienza per tutti coloro che sono in grado e vo¬ gliono partecipare al processo produttivo. Mi è sembrato di sentire riecheggiato nel discorso del presidente incaricato questo concetto insieme a molti altri». Il riferimento al capo del governo è perlomeno insolito in un intervento del governatore della Banca d'Italia. Ma per Fazio era importante riaffermare alcuni capisaldi teorici e le relative conseguenze pratiche: richiamandosi al tema del convegno, fa presente infatti che «il modo di funzionamento del mercato probabilmente influisce anche sulle scelte democratiche» e che «le scelte democratiche influiscono sul mercato anche se libero», in particolare perché fissano «le regole». Al di là delle espressioni da studioso, Fazio sembra dire che il mercato ha le sue logiche ma le decisioni politiche ine¬ vitabilmente lo condizionano. Quindi si può dedurre che Fazio abbia voluto puntualizzare che un'eventuale riduzione del tasso di sconto (fino a dicembre di competenza della Banca d'Italia, poi della Banca centrale europea) può essere importante, non fondamentale per stimolare lo sviluppo. Questo può invece essere spinto dalle misure del governo. Queste osservazioni potrebbero essere all'origine dell'apprezzamento del governatore per la priorità data dal governo alle inziative per l'occupazione. E' la politica che determina le condizioni per lo sviluppo, non il tasso di sconto: questo voleva sottolineare Fazio? Negli ultimi due anni, il governatore non ha certo gradito le continue sollecitazioni a ridurre il tasso di sconto da parte del precedente governo guidato da Romano Prodi. Con il nuovo, in partenza, sembra esserci invece una certa assonanza. Giovedì D'Alema ha rilevato che «non sarà soltanto il pil», il prodotto interno lordo, «ad indicare il grado di civiltà di un Paese, ma il numero dei suoi occupati e la qualità dei servizi sociali». E Fazio da Foligno ricorda che non basta «aumentare la produzione e il reddito», aggiungendo che «c'è un rapporto stretto tra la capacità di partecipare alle scelte democratiche e quella di inserirsi in un processo produttivo». E ancora: «La piena cittadinanza implica la necessità che una persona, se è in grado di lavorare e vuole lavorare, possa lavorare». Fazio non perde l'occasione, nei dieci minuti esatti di intervento, di ricordare anche che nel gennaio 1993, quando si poneva il problema di rispettare i parametri del trattato di Maastricht per l'adesione alla moneta unica europea, disse di fare attenzione al rischio della crescita della disoccupazione: «Mi sbagliai perché previdi una crescita minore di quella che si è verificata». Fazio non fa alcun collegamento con le scelte di Prodi e del ministro del tesoro Carlo Azeglio Ciampi che hanno consentito l'adesione all'euro, ma si compiace perché i problemi dello sviluppo sono finalmente riconosciuti «non solo a livello italiano, ma anche internazionale» come dimostra «l'ultimo comunicato del G7», il vertice dei Paesi più industrializzati. Roberto Ippolito «Lo sviluppo non è soltanto crescita della produzione Battere la disoccupazione» Il governatore di Bankitalia Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, D'alema, Massimo D'alema, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Foligno, Italia, San Domenico