«Hamas, non è più tempo di bombe» di Daniela Cotto
«Hamas, non è più tempo di bombe» «Hamas, non è più tempo di bombe» «Washington è garante, stavolta funzionerà» L'INTELLETTUALE NABILAMR Aquesto punto è fondamentale avviare un dialogo anche con Hamas. Si sa qual è la loro posizione, intransigente, contraria a qualsiasi trattativa. Però non possono continuare a fare la guerra, a organizzare attentati. Sono certo che anche i fondamentalisti islamici, alla fine, capiranno. La pace è importante per tutti»: Nabli Amr, 50 anni, uno dei più noti intellettuali palestinesi, consigliere politico di Yasser Arafat, direttore del giornale «Al Hajat», è visibilmente soddisfatto per le notizie che arrivano da Wye Plantation. Siamo finalmente a una svolta per il Medio Oriente? «Sono felice. E' un passo, un passo verso una nuova era, quella della pace. La firma che Arafat e Netanyahu metteranno sotto il documento creerà una nuova atmosfera, un'atmosfera positiva tra israeliani e palestinesi. Certo gli interrogativi restano molti. Ma non ci resta che aspettare per vedere se entrambe le parti saranno in grado di rispettare quello che hanno sottoscritto». Gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo decisivo, si può dire che hanno imposto là pace a Netanyahu. Anche questo è un fatto nuovo. «Sì, la loro posizione è la chiave di tutto quanto è successo. Il processo di pace ha attraversato molte tappe difficili prima di arrivare a questa soluzione. Io mi sento tranquillo su questo accordo proprio perché gli Stati Uniti hanno deciso di scendere in campo in modo così esplicito, hanno impegnato il loro prestigio e la loro im- magine. E proprio queste pressioni saranno determinanti, a mio avviso, anche per i prossimi mesi quando inizierà la parte più difficile: far sì che l'accordo regga». Non la imbarazza il ruolo che ha giocato e giocherà la Cia? «Niente affatto, la Cia è il supervisore dell'accordo. Tenet, il direttore dell'Agenzia, è nato in Grecia ed è sensibile alle questioni del Medio Oriente. Il ruolo della Cia è stato di primo piano in questi interminabili nove giorni per toghere agli israeliani l'alibi della sicurezza. E stavolta non potranno ac¬ campare altre scuse per rimangiarsi la parola». E Re Hussein? «E' per noi un alleato straordinario. Appoggerà l'accordo e si impegnerà a farlo rispettare. E sul piano umano, personale ha dato una straordinaria lezione a tutti. Ha partecipato nonostante la sua malattia. Hussein crede nell'accordo, crede nella pace. Il suo discorso vibrante, appassionato, durante i negoziati è stato decisivo». Il caso Pollard? «Non faccio commenti, non voglio occuparmene. Pollard è un problema che interessa gli israeliani e gli americani. Non noi». Eppure resta il fatto che tra i palestinesi, anche tra gli intellettuali, anche tra quelli che non aderiscono alle posizioni oltranziste di Hamas c'è scetticismo e sospetto. «Ci sono diverse correnti di pensiero, esattamente come tra la gente. C'è chi ha paura di nuove stragi, di nuovi orrori. Aver fiducia negli israeliani, in Netanyahau mi creda non è facile, ci vuole co¬ raggio. Ma c'è chi guarda al futuro con ottimismo, chi scommette sulla fiducia. E' la mia idea: sono vecchio ma ho fiducia». Hanan Ashrawi, la protagonista del primo accordo tra palestinesi e israeliani, non è tra questi: l'ha definito «accordo di facciata», ad uso e consumo delle televisioni di tutto il mondo. «Sì, questa è la sua posizione. Noi palestinesi siamo un popolo democratico. Ognuno è libero di pensare ciò che vuole, accettiamo anche idee diverse dalle nostre, questa è la prova. Una parte della mia gente è contro l'accordo, non si fidano degli israeliani, non mi sento di condannarli». E lei si fida degli israeliani? «Sì, sono convinto che capiscano quanto sia importante per noi questo accordo. E' vitale per tutti. Perché le madri smetteranno di piangere i propri figli e le mogli non piangeranno più i loro cari». Daniela Cotto «Una parte del mio popolo diffida di Israele ma non si può perdere questa chance» «Il ruolo di re Hussein è stato fondamentale: ha dato a tutti una lezione di coraggio»
Persone citate: Arafat, Hanan Ashrawi, Netanyahu, Pollard, Re Hussein, Tenet, Yasser Arafat
Luoghi citati: Grecia, Israele, Medio Oriente, Stati Uniti, Washington
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