La pace arriva all'ultimo minuto

La pace arriva all'ultimo minuto Gerusalemme accetta di ritirarsi dal 13% della Cisgiordania in cambio| La pace arriva all'ultimo minuto Clinton convince Netanyahu dopo 8 ore di lite WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alla fine, nonostante un violento scontro dell'ultim'ora tra Benjamin Netanyahu e Bill Clinton sul rilascio di una spia detenuta negli Stati Uniti, israeliani e palestinesi hanno faticosamente raggiunto un accordo che rimette in carreggiata il processo di pace dopo uno stallo durato un anno e mezzo. Stremati dalla serie di notti insonni e dall'intensità dei colloqui, Clinton, Netanyahu e Yasser Arafat hanno firmato ieri pomeriggio nella East Room della Casa Bianca il memorandum di Wye, che prende il nome dalla località in Maryland dove le delegazioni sono rimaste chiuse per nove giorni. Re Hussein, che ha svolto un ruolo cruciale nel negoziato-fiume, era presente alla firma nelle vesti di garante. «Questo accordo rida fiducia e speranza ad un processo che si era arenato», ha detto Clinton commosso, rammaricandosi per l'assenza di sua moglie (impegnata in un comizio) in un momento così bello. «Ora dobbiamo riprendere con urgenza il cammino verso una soluzione permanente in Medio Oriente». I colloqui cominceranno già tra una decina di giorni. E ha annunciato che si recherà nelle prossime settimane in Medio Oriente per parlare al Consiglio nazionale palestinese. Netanyahu, che dovrà affrontare una dura opposizione all'accordo in Israele, ha risposto di essere convinto che il piano anti-terrorismo ottenuto alla Wye River Plantation «rende la nostra regione più sicura». E Arafat, per la prima volta, ha definito Netanyahu il suo «nuovo partner». Ma il momento di maggior emozione è venuto quando re Hussein, reso calvo dalla chemioterapia, ha fatto una battuta dicendo di aver «perso tutti i miei capelli e le mie sopracciglia» alla ricerca della pace. Ha ammonito chi lo dava per vinto dalla malattia a ricredersi. «Questo accordo mi da un'iniezione di energia». E in uno straordinario tributo a Clinton, il monarca hascemita ha detto di non aver mai lavorato con un presidente americano, da Eisenhower in poi, così dedicato alla causa della pace. Ma lo scontro del tutto inatteso sul rilascio di Jonathan Pollard, un analista della U.S. Navy Intelligence (i servizi della marina americana) arrestato nel 1985 perché spiava per Israele, ha finito per gettare un'ombra su questo successo della diplomazia americana e del Presidente Clinton in particolare. Israele chiedeva da anni l'estradizione di Pollard, che nel frattempo ha ricevuto la cittadinanza israeliana. Ma gli americani l'hanno sempre negata. E pare che Clinton sia rimasto di stucco ieri mattina all'alba, quando Netanyahu, pressato dal suo ministro degli Esteri Ariel Sharon, ha improvvisamente tirato fuori la questione Pollard per rabbonire, si dice, chi si oppone alla pace con i palestinesi. Di fatto la delegazione israeliana ha tenuto in ostaggio l'intero accordo tirando in ballo un contenzioso che riguarda i rapporti tra Israele e Stati Uniti e al quale i palestinesi sono assolutamente estranei. Dopo otto ore di duro confronto, durante il quale pare che siano volate parole pesanti tra Netanyahu e Clinton, il Presidente ha accettato di riesaminare il caso «senza prendere alcun impegno». Ma ha respinto la richiesta del premier israeliano che voleva tornarsene in Israele con Pollard a bordo del suo aereo. Il cuore del memorandum di Wye prevede il ritiro degli israeliani da un'area pari al 13 per cento della Cisgiordania in cambio di un piano anti-terrorismo nei territori palestinesi che sarà attuato sotto stretta supervisione della Cia. Il governo di Israele si è anche impegnato a ritirare le sue truppe da un altro 14 per cento della Cisgiordania che è attualmente sotto il controllo congiunto israelo-palestinese. Dietro insistenza di Netanyahu, Arafat ha accettato di convocare l'organo esecutivo del Consiglio nazionale palestinese per abrogare ogni riferimento anti-Israele nella Carta palestinese. Il leader palestinese aveva puntato i piedi, sostenendo che la Carta era già stata emendata nel 1996. Ma ha accettato quando Clinton gli ha detto che era disposto a recarsi personalmente davanti all'assemblea palestinese. Arafat ottiene il via libera per un aeroporto a Gaza, per l'ammodernamento del porto e per la creazione di due corridoi per il passaggio dei palestinesi da Gaza in Cisgiordania. Incassa l'impegno del governo israeliano per un ulteriore ripiegamento dalla Cisgiordania nelle terza ed ultima fase prevista dagli accordi di Oslo. Arafat aveva chiesto il rientro di 3 mila prigionieri palestinesi. Ma ne torneranno solo 750, in scaglioni di 250. Un accordo simile a quello firmato ieri avrebbe dovuto essere raggiunto già un anno e mezzo fa in base alla tabella di marcia fissata a Oslo. Ma il ritorno del Likud al potere in Israele aveva bloccato il processo il pace. Il memorandum di Wye coinvolge finalmente anche il governo conservatore di Netanyahu, il quale si è impegnato ad avviare al più presto con Arafat il negoziato finale sui confini del futuro Stato palestinese. «E vi assicuro che avremo altre notti insonni». Andrea di Robilant •VA\ ***** •