FLUXUS, ARTE IN MOVIMENTO
FLUXUS, ARTE IN MOVIMENTO GALLERIA MARTANO FLUXUS, ARTE IN MOVIMENTO In mostra opere e testimonianze di Beuys, Cage, Yoko Ono, Paik UNA mostra di documenti e opere dedicata al movimento Fluxus. Ma cos'è? «E' un atteggiamento verso l'arte; per l'importanza della nonimportanza; i particolari della vita; il solo movimento artistico capace di mangiarsi la coda; più importante di quanto credete; meno importante di quanto credete». Così, nel 1962, Ben Vautier, uno dei protagonisti delle teorie Fluxus, definiva il movimento che di lì a poco avrebbe influenzato la rivoluzione culturale europea. Sono anni nei quali la politica, l'arte ma anche la scienza attraversano un momento di completa ridefinizione. Un mondo sta lentamente cambiando. Nel 1957 Kornberg ha dato vita alla possibilità di costruire una molecola di DNA in vitro, nello stesso anno c'è stato il primo volo spaziale senza uomo e la teoria quantistica, che rimette in discussione non solo il concetto di tempo e probabilità, ma fa emergere una dimensione di antimateria, hanno minato tutto il pensiero deterministico causa-effetto. E l'arte non può non cogliere questa complessità e allo stesso tempo anche registrare l'inquietudine di questa nuova realtà che piano piano si va delineando. «Ed è soprattutto il movimento Fluxus, in cui confluiranno alcuni artisti dell'happening, - scrive Enrico Pedrini, curatore della mostra che porta avanti queste nuove possibilità linguistiche, rompendo con l'oggetto per porsi come azione e comportamento». Il manufatto estetico si trasforma in azione etica. Nel 1962, in settembre, a Wiesbaden, allo Stadtisches Museum si svolse il primo «Fluxus Internazionale Festspiele Neuester Musik»; l'organizzatore dell'evento era George Maciunas, architetto e gallerista, che radunò artisti americani ed europei che stavano lavorando ad un'arte «in movimento», aperta a differenti possibilità utilizzando come mezzo di comunicazione la musica, la poesia, la danza, il teatro e l'arte visiva. L'artista Fluxus allora, si ritrova a rompere ogni confine tra le arti e utilizzare oggetti e azioni del quotidiano; se una macchina da scrivere o una sega viene utilizzata come strumento musicale, la testa diventa il mezzo per dipingere e allo stesso modo fumare, sedersi, respirare sono soggetti degli interventi. «Tutto è arte» ricordano gli artisti Fluxus. La mostra torinese vuole testimoniare, come già richiama il titolo, soprattutto l'mdeterrmnatezza e 1'interdisciphharietà. Due categorie che hanno segnato l'operato del movimento e che nelle sale sono testimoniate da documenti ed opere prodotti da alcuni protagonisti: Beuys, Cage, Brecht, Chiari, Kaprow, Higgins, Maciunas, Yoko Ono, Vautier, Paik, Spoerri e altri. Un appuntamento, quello della Galleria Martano, che risulta particolarmente significativo proprio in questo momento se si pensa che alcune delle ricerche contemporanee, in Italia come all'estero, con modalità e posizioni differenti, stanno però nuovamente affrontanto il concetto di azione artistica inteso non solo come risultato estetico ma anche e soprattutto come azione etica che si rivolge al quotidiano. Lisa Parola l'Indeterminatezza e l'interdisclpllnarletà in Fluxus a cura di Enrico Pedrini Martano, via Principe Amedeo 29 15,30/19,30, chiuso domenica Telefono 011/8177987 Fino al 15 novembre
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