TRAME GIALLE A MOSCA di Giovanni Tesio

TRAME GIALLE A MOSCA TRAME GIALLE A MOSCA Barbero in «Romanzo russo» segue la meteora Gorbaciov ALLA geografia prusso-polacca a quella russo-sovietica. Con le cinquecento pagine di «Romanzo russo», Alessandro Barbero (nella foto) conferma da Mondadori (L. 33 mila) la sua vocazione ai grandi spazi. Il felice esordio di «Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo» andava da Munster a Varsavia dietro la cometa di Napoleone, il nuovo romanzo (accompagnato dal sottotitolo tratto da Mandel'stam, «Fiutando i nuovi supplizi») va da Mosca a Bakù dietro la meteora di Gorbaciov. Ma tutt'e due raccontano dei passaggi critici. Nel primo il collasso dello stato di Federico il Grande, nel secondo la dissoluzione del comunismo sovietico. Così, per omologia narrativa, al primo s'addice l'andamento diaristico, al secondo la sottile atmosfera da giallo politico-poliziesco. Una ragazza che si chiama Tanja si ostina a lavorare ad una tesi di laurea molto ostacolata, incrociando il suo percorso con quello di un giudice integro e zelante che si chiama Lappa. E i due percorsi incrociano a loro volta i percorsi, spesso loschi, di vecchi dirigenti sempre nuovi e di giovani affaristi, sempre verdi, sullo sfondo di un'unione che si sta sfaldando sotto i colpi dei separatisti. Storie inscrit- mm Descrivendo storica della te (tra «quei tempi» e «oggi», tra «una volta» e «ora») nella storia recente che va dal novembre dell'87 al febbraio del '91. Barbero non è mai stato né a Mosca né tanto meno a Bakù e i suoi itinerari abituali corrono domesticamente sulle stazioni delle corriere che vanno da Pinerolo a Torino. Se a Torino è nato, se a Pinerolo vive (e se a Vercelli è recentemente approdato ad insegnare storia medioevale), lui da storico continua a costruire le sue trame su libri e testimonianze altrui piuttosto che sulla sua diretta esperienza, convinto com'è che la realtà si conosca meglio attraverso le molte carte compulsate piuttosto che durante un viaggio più o meno fai da te. Chissà se Torino nella sua officina di scrittore potrà mai trasformarsi in romanzo? magari la crisi vecchia aristocrazia nel brusco impatto con la rivoluzione francese. O magari proprio la Torino d'oggi, la Torino giovanile per «capire - come lui stesso sostiene - cosa vuol dire avere venti o venticinque anni in questo mondo assurdo». Sarebbe poco sorprendente scoprire che il luogo più vicino può essere molto più lontano di Lipsia o Bakù? Giovanni Tesio mm

Persone citate: Alessandro Barbero, Federico Il Grande, Gorbaciov, Mandel'stam, Mondadori