LA FABBRICA DELLE FABBRICHE di Giuseppe BertaEdmondo Berselli

LA FABBRICA DELLE FABBRICHE LA FABBRICA DELLE FABBRICHE Mirafiori, dal boom economico alla grande immigrazione Lunedì 26 al Centro Congressi dell'Unione Industriale di via Fanti 17, alle 15, per «I Caffè Letterari» presentazione del libro di Giuseppe Berta «Mirafiori. Storia della fabbrica delle fabbriche» (Il Mulino). Con l'autore, interviene Edmondo Berselli. Info: tel. 011/571.82.77. OUANDO si parla di storia e di storici ci si riferisce di solito alla storia politica, con relative polemiche: revisionismo sì, revisionismo no. Ci sono però contributi di altro genere che toccano aspetti centrali della storia del nostro Novecento e che offrono suggestive occasioni di riflessione sullo sviluppo del nostro Paese. E' il caso del saggio che Giuseppe Berta ha dedicato a Mirafiori, «la fabbrica delle fabbriche», un libro pubblicato dal Mulino nella collana «L'identità italiana» diretta da Ernesto Galli della Loggia. Docente di storia dell'industria nel Libero istituto universitario di Castellanza e responsabile dell'Archivio storico Fiat, Berta è uno degli studiosi di punta della storiografia italiana attuale. Il suo saggio è una bella ricostruzione in cui i fatti si intrecciano efficacemente con i loro riflessi sociali e culturali. Mirafiori nacque nel 1939, inaugurata da Mussolini: era uno stabilimento di un milione di metri quadri, sette chilometri di gallerie, binari ferroviari per undici chilometri, una pista di prova di due chilometri e mezzo, 22 mila la- voratori dislocati su due turni. Per quei tempi, un'impresa titanica. Ma il suo destino non era legato solo al suo peso industriale, quanto piuttosto al fatto che sarebbe diventata un simbolo, in quanto emblema dell'industrializzazione italiana, motore dello sviluppo, acceleratore della moder¬ nizzazione produttiva. Tutto questo non sarebbe sufficiente a spiegare il suo ruolo nazionale, se non fosse che nei suoi sessant'anni di vita Mirafiori è diventata anche l'arena in cui il movimento operaio e il sindacato hanno giocato le loro partite risolutive. La «fabbrica delle fabbriche» infatti è stata il luogo in cui si è sviluppato il miracolo economico, in cui si sono dispiegati i conflitti dell'epoca della guerra fredda, in cui ci si è confrontati con la grande immigrazione. Mirafiori è stata così il centro del confronto e del conflitto tra il capitale e il lavoro, in cui mentre il capitalismo italiano sperimentava la propria spinta innovativa le forze della sinistra hanno misurato la loro capacità di interpretare e guidare i processi della società industriale. Il libro di Berta mette in luce tutti questi aspetti, illustrando anche l'evoluzione di Mirafiori verso la «fabbrica del conflitto permanente» negli Anni Settanta e «fabbrica dell'eversione» al tempo del terrorismo, con un'attenzione particolare per la portata simbolica che ha avuto nella letteratura, nel cinema, nella saggistica politica. Ciò che ne esce alla fine è il ritratto di una realtà torinese che diviene la sintesi dei dilemmi italiani, della scelta fra una razionale dinamica di modernizzazione e una conflittualità esplicitamente antagonista, fra le due egemonie contrapposte della società industriale e della «centralità operaia». Uno scontro che finisce nel 1980, dopo la marcia dei Quarantamila e la sconfitta del sindacato, che chiude la storia di Mirafiori come «fabbrica laboratorio». Edmondo Berselli ato/ sopra Mirafiori In allo mi 'immagine tratta dal rolume edito da Selleria

Persone citate: Berta, Edmondo Berselli, Ernesto Galli Della Loggia, Giuseppe Berta, Mussolini

Luoghi citati: Castellanza