EZRA E PPP, GLI IRREGOLARI di Pierluigi Battista
EZRA E PPP, GLI IRREGOLARI UNIONE CULTURALE EZRA E PPP, GLI IRREGOLARI Pound e Pasolini, due destini nel nodo tra etica ed estetica Venerdì 23 ottobre all'Unione Culturale (via Cesare Battisti 4/b) prende il via il ciclo dedicato a «L'arte nel Novecento tra etica ed estetica». Nel primo incontro Guido Carboni e Mario Domenichelli illustrano la figura di Ezra Pound. Il 30 ottobre sarà la volta di Pier Paolo Pasolini, introdotto da Carla Benedetti e Giancarlo Ferretti. Il 6 novembre serata di contraddittorio tra Rino Sudano e Fabio Acca. Tutti gli appuntamenti si tengono alle ore 21,15. Informazioni al numero 01 1/562.17.76. UE irregolari. Due figure anomale nel panorama culturale del ventesimo secolo. E' significativo il fatto che due figure così, quelle di Pier Paolo Pasolini e di Ezra Pound, siano state scelte dall'Unione culturale torinese intestata a Franco Antonicelli come esemplari dell'intricato nodo «tra etica e estetica» che rende irrequieta e problematica l'arte del Novecento. Ma si tratta di due irregolari di qualità e percorso artistico ed esistenziale radicalmente diversi. Però c'è qualcosa che accomuna due protagonisti della cultura novecentesca come Pound e Pasolini. Il primo, l'uomo che T. S. Eliot considerava il miglior poeta del tempo cadde, nella sua diuturna battaglia contro l'«usurocrazia» e lo smisurato peso che si è concentrato nella moneta e nei mercati finanziari, nelle spire di un mussolinismo visto come alternativa compiuta alla società borghese fondata sul denaro. Pound volle essere fedele fino in fondo a questa scelta, seguì il fascismo fino alla fine dei suoi giorni e pagò per questo un prezzo abnorme, prima attra- verso la detenzione in una «gabbia» di Coltano, il campo di prigionia dove, all'indomani del 25 aprile, venivano raccolti i «vinti», e poi attraverso un lungo isolamento in un ospedale psichiatrico americano, sulla base di un'equazione sconcertante istituita tra consenso ideologico al fascismo e malattia mentale. La chiusura del poeta Pound in un manicomio fu accolto dalla cultura mondiale da un'indifferenza che tuttora non le fa onore e quelle poche voci che si alzarono per denunciare la vergogna di un poeta rinchiuso in un ospedale psichiatrico, come quella di Eugenio Montale per esempio, si situarono comunque in un'opzione culturale che sminuiva l'elaborazione poundiana sull'usura e la moneta alla stregua di una stravaganza di un poeta che non avrebbe dovuto essere giudicato per il suo pensiero ma esclusivamente per i suoi versi. Ciò- che non impedì, tuttavia, che la lettura dei «Cantos» di Pound diventasse ben presto un esercizio quasi clandestino, o comunque giudicato altamente riprovevole dall'establishment culturale. E forse bastano questi pochi cenni per capire quanto sia delicato il rapporto tra «etica» ed «estetica» nell'arte e nella vita di Pound. Sull'irregolarità di Pier Paolo Pasolini, ovviamente, esiste al contrario di quella di Pound una bibliografia pressoché sterminata e ancor più sterminata da quando, dopo la morte del poeta e scrittore trucidato all'Idroscalo di Ostia, la cultura italiana ha cercato in tutti i modi di trasformare Pasolini in un santino, fondamentalmente svuotato dei suoi aspetti più indigeribili e scandalosi. In questi giorni, inoltre, Pasolini viene ufficialmente incluso nel Pantheon dei classici della letteratura contemporanea attraverso la pubblicazione delle sue opere complete nei Meridiani Mondadori: e un classico esige di necessità l'arrotondamento degli spigoli che fanno di una figura intellettuale una figura irregolare. Ma tutta la vicenda culturale, letteraria ed esistenziale di Pasolini sta a dimostrare che la sua immensa forza evocativa sta tutta in quella relazione tempestosa tra «etica» ed «estetica» che l'arte pasoliniana ha incarnato. L'irregolare si prende la sua rivincita. Pierluigi Battista Pur l'aula Pasolini a colloquio con Ezra Pound
Luoghi citati: Coltano
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