Scrittore ti voglio parlare
Scrittore ti voglio parlare Scrittore ti voglio parlare CARO Scrittore ti voglio parlare, sono un nonnaie cittadino e se mi rivolgo a Lei è perché non so proprio più dove sbattere la testa. Io abito in corso Galileo Ferraris e tutte le mattine, prima di recarmi al lavoro, amo fare un po' di footing sotto gli alberi che separano i viali dai controviali, zigzagando tra le auto parcheggiate in modo da tenermi in allenamento anche da un punto di vista per così dire «sciistico». Il problema è che, naturalmente, calzo scarpe adatte allo scopo: di quelle da corsa, prodotte da un noto marchio che non cito per non fare inutile pubblicità, con la suola percorsa da innumerevoli «scanalature», atte ad aumentare la stabilità del piede sul terreno. In suddette scanalature, ogni mattina, si insinuano - scusi il termine - dalle sei alle sette merde di cane: se pestate calzando un normale paio di scarpe dalla scuola in cuoio, si sa, basta sfregare la superficie insozzata sul paraurti di una macchina a caso; ma, trattandosi di quel particolare tipo di suola, non Le dico le lamentazioni di mia moglie quando si tratta di pulirle. Scusi anche l'Italiano, se può: ma sono così sconvolto che dovevo proprio sfogarmi con qualcuno, anche perché a causa di quei cani la mia vita coniugale è diventata una vita da cani. La saluto cordialmente, Mario. Caro Mario, degli escrementi canini che sporcano la nostra bella città - la prima Capitale del Regno d'Italia, è bene ricordarlo: e non è tanto bello cacare su una Capitale, per quanto ex mi sono occupato altre volte, anche lo scorso anno, nella precedente rubrica intitolata MONOPOLI: un vero e proprio «cidto», mi dicono, tra giovani e meno giovani. Va rilevato come assai spesso i proprietari di suddetti cani siano le stesse persone che in altre occasioni si lamentano del degrado urbano, delle scritte che imbrattano i muri, monumenti e vagoni ferroviari (per quanto concerne questi ultimi, Le dirò: sono decisamente più belli «imbrattati» dai coloratissimi graffiti che ricoperti dei loro colori originali, tanto tristi e privi di gusto nell'accostamento delle nouances: valga per tutti l'esempio dei treni inter-regionali, con quell'orribile miscuglio di tinte fosche da macelleria rionale); i nostri W.UU. (i Vigili Urbani) sono però insufficienti a garantire il rispetto delle norme che vietano l'insozzamento canino delle aree cittadine, proprio come lo erano per quanto riguarda la questione relativa al controllo dell'effettivo pagamento della sosta da parie degli automobilisti all'interno della famigerata «zona blu», in centro. Forse, però, una soluzione potrebbe venirci proprio da quest'ultimo esempio: perché non istituire un apposito corpo di «Controllori Canini» (magari dipendente, anziché dall'ATM, dall'Azienda Municipale Raccolta Rifiuti o AMRR), autorizzati ad elevare contravvenzioni ogniqualvolta i proprietari dei pericolosi quadrupedi non provvedano immediatamente alla pulizia del suolo pubblico? (Nel caso la proposta venga presa in considerazione dalle autorità competenti, suggerirei l'adozione di un'uniforme marrone, mantenendo però il berretto giallo fosforescente sfoggiato dagli omini ATM). Quanto al matrimonio, caro Mario, si rassegni: se non si fosse guastato per via delle sue suole, si sarebbe guastato per qualche altro motivo. La prossima volta in ogni caso faccia più attenzione dove mette i piedi. Caro Scrittore ti voglio parlare, sono una giovane mamma un po' sognante, di quelle che credono ancora che si possano educare i propri figli ad avere rispetto e fiducia del e nel prossimo. Recandomi con la mia dolce, piccola Francesca all'ex zoo in corso Casale, ho però notato che tra i «giochi d'acqua» installati in luogo dei poveri animali che un tempo popolavano il Parco Michelotti, numerosi sono quelli che necessitano di un po' di manutenzione: di fronte al loro pessimo stato, la mia bambina ha dovuto ricorrere ai suoi psicofarmaci, così come ogni volta che in qualche modo si sente tradita e/o delusa da questo mondo feroce. Non potrebbe segnalare il caso a chi di dovere? Un grazie di cuore anche da parte di Francesca (in questo momento il mio tesoro è un tantino su di giri e purtroppo sono costretta ad interrompere qui questa mia), sua Paola. Cara Paola, giusto poche righe per rassicurare lei ma soprattutto sua figlia: in effetti questo mondo è davvero feroce e c'è da stupirsi che i giochi ad acqua del Parco Michelotti non siano già stati fatti saltare in aria da un qualche squilibrato. Dalle sue righe posso però intuire che sia lei che sua figlia siete rimaste seriamente sconvolte dallo stato dell'ex zoo in corso Casale. Alternare sedativi ad eccitanti mi sembra comunque la soluzione migliore. Tenga però presente che non sono un medico: seguendo i miei suggerimenti correte il rischio di salvarvi. Statemi bene.
Persone citate: Caro Mario, Michelotti
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