LA MORTE IN DIRETTA
LA MORTE IN DIRETTA AD HIROSHIMA IL 28 LA MORTE IN DIRETTA Salgono in palcoscenico i detenuti delle Vallette ALLA cella di un istituto di pena alle sbarre defintivamente serrate del «braccio della morte». E' una immersione dentro la realtà carceraria estrema, quello che alcuni detenuti della casa circondariale Le Vallette hanno deciso di intraprendere teatralmente assieme al pubblico che mercoledì 28 alle 21 sarà nella sala di Hiroshima Mon Amour (via Bossoli 83). «Morte in diretta da un palcoscenico»: così s'intitola lo spettacolo dedicato al tema della pena capitale, che sarà presentato dalla Compagnia Le Rondini, composta esclusivamente da ospiti delle Vallette. Detenuti che usciranno dal carcere per una sera, per mostrare agli spettatori l'esito di una lunga elaborazione scenica. Un lavoro che, nella struttura delle Vallette, non rappresenta certo una novità: sin dal '94 l'associazione Nuovo Mondo si è fatta promotrice di un progetto pensato per coniugare le potenzialità artistico-culturali della scena con la difficile realtà carceraria. A guidare il carro di Tespi oltre la soglia di un istituto penitenziario sono stati Ornella Gaido, coordinatrice e organizzatrice del progetto e Riccardo Gili, regista. Due appassionati demiurghi per un'iniziativa scandita da realizzazioni sceniche presentate ora all'interno del carcere, ora in al¬ tre sedi. Da «Voci dalla terra», spettacolo che segnò l'esordio della Compagnia allora denominata «I Ragazzi del Blocco C», a «4 Bamboline» e «Indovina chi c'è», allestimenti realizzati nel '94 con le detenute della sezione femminile dell'istituto, a «S. Valentino» e «Solo parole» del '95 sino a «Un posto per davvero», messinscena del '96 alla cui realizzazione collaborarono pure alcuni agenti di polizia penitenziaria. Il curriculum già piuttosto nutrito della compagnia reclutata alle Vallette indica il successo dell'esperimento. Un successo non soltanto artistico, sottolineano Gaido e Gili. «Abbiamo iniziato questo percorso - spiegano perché crediamo che attraverso attività che coinvolgano non solo fisicamente, ma anche umanamente e socialmente, si possa imparare a vivere in mezzo agli altri, per conoscersi e conoscere, per comunicare, per riflettere». Quasi un manifesto programmatico, nel segno della speranza: «Il senso della nostra attività è sempre stato quello di "agire dentro al carcere pensando al dopo-carcere"». Un dopo carcere che, invece, non esiste neppure come prospettiva per i personaggi del nuovo allestimento della Compagnia. In «Morte in diretta da un palcoscenico» protagonisti sono infatti i tanti «dead men walking» che attendono l'esecuzione in varie carceri del mondo. Un tema che - spiegano gli organizzatori è stato scelto dagli stessi detenuti-attori della Compagnia Le Rondini. Nessun allontamento, neppure teatrale dunque, dalla dimensione carceraria, ma anzi un inabissamento nella realtà della reclusione senza vie di scampo. E proprio di questa realtà intrisa d'angoscia, lo spettacolo vuole dare testimonianza. In una scena che emblematicamente descrive le vite soppresse come orologi che d'improvviso si fermano, un condannato vive la sua estrema giornata, scandita da tanti eventi «ultimi»: il colloquio con l'avvo- cato, l'incontro con il prete, la visita medica, la cena, la notte. Il filo narrativo s'interrompe, a tratti, per lasciar scorrere i dati, più o meno noti, sul tema: frutto di una ricerca della Compagnia supportata da Amnesty International. Il nero rosario include informazioni sul numero di stati in cui la cui la pena di morte è in vigore, sulle modalità e persino sui costi economici dell'esecuzione. Si scende sin nel dettaglio, spiegando, per dire, quanto devono pesare le pietre utilizzate per la lapidazione, che in alcuni Paesi del mondo è ancora in vigore. Silvia Francia Marco ( 'oliimbro, ai (nitro, ospite lo scorso unno di «l il posto per (latrerò"
Persone citate: Gaido, Gili, La Morte, Ornella Gaido, Riccardo Gili, Silvia Francia
Luoghi citati: Hiroshima, Hiroshima Mon Amour
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