ATMOSFERE DA FIABA di 1. O.

ATMOSFERE DA FIABA STAGIONE RAI ATMOSFERE DA FIABA Dmitri Kitaenko dirige il 29 e 30 al Lingotto ARRIVA a Torino per la stagione sinfonica della Rai il direttore Dmitri Kitaenko e l'atmosfera musicale del Lingotto assume i mille colori della fiaba russa. Gli appuntamenti, dopo gli «sfalsamenti» di calendario imposti dalle performances eccezionali del wagneriano «Crepuscolo degli dei», ritornano sui binari tradizionali: il giovedì alle 20,30 (in questo caso è il 29 ottobre) per la serie rossa, il venerdì alle 21 (cioè il 30) per la serie blu. Clima tutto fiabesco, si è detto, con quattro titoli che attingono al repertorio della fantasia popolare. L'avvio, con Rimskij-Korsakov, ha per la verità le sue radici nelle persiane «Mille e una notte», visto che si tratta del poema sinfonico «Shéhérazade». Di certo il compositore vi ha trasfuso tutta la sapienza della scuola russa, che sul colore strumentale ne sapeva una più del diavolo. E così risuoneranno le affascinanti volute del primo violino, evocanti la principessa che narra le favole al sultano, le esotiche danze nel palazzo, il tumulto del mare in burrasca che si richiude sulla nave. Se questo è l'avvio, il finale spetta invece al più illustre allievo di Rimskij, e cioè a Igor Stravinskj. Anche in questo caso il programma va sul sicuro, proponendo la versione concertistica del balletto «L'uccello di fuoco». Brillanterie e toni cupi chiedono all'orchestra tutta l'abilità di cui è capace, ma in più vi è qui una chiara spinta verso il futuro, che emergono da certe asprezze al limite del cacofonico, dagli stentorei glissandi dei tromboni, dagli arpeggi in armonico degli archi che scintillano come particelle di mica nella notte. In mezzo a questi due capisaldi dei programmi concertistici, appaiono due brevi pagine raramente eseguite, che portano la firma di Anatolij Ljadov. Anche Ljadov fu allievo di Rimskij e seppe coniugare il gusto nazionalistico russo con le influenze occidentali, ponendosi così su un terreno simile a quello di Ciaikovskij. L'Orchestra Rai ne proporrà due miniature sinfoniche: «Il lago incantato op. 62», che utilizza alcuni temi di derivazione bizantina, e la brevissima (meno di quattro minuti) «Babà Jaga op. 56». Quest'ultima, che ha ispirato anche uno dei «Quadri» di Musorgskij, è la strega che nell'immaginario popolarerusso vive in una capanna dalle zampe di gallina, svolazza per il cielo e mangia perfino le ossa dei bambini. Nell'ambito degli impegni Rai rientrano altri due appuntamenti dei prossimi giorni. Sabato 24 alle 21, nella Chiesa Parrocchiale di Almese, sono di scena gli Archi dell'Orchestra Sinfonica Nazionale capitanati dal violino di spalla Alessandro Milani. Eseguiranno 1'«Adagio» di Barber, il «Concerto n. 1 per violino BWV 1041» di Bach e la «Serenata per archi op. 48» di Ciaikovskij. Lunedì 26 alle 18,15 quattro degli archisti Rai (Paolo Giolo e Marco Lamberti violini, Alberto Giolo viola, Giacomo Berutti violoncello), riuniti nel Quartetto Viotti, si esibiranno nell'Aula Magna del Politecnico (a ingresso libero) per la stagione Polincontri: in programma «Langsamer Satz» di Webern, «Quartetto op. 125 n. 1» di Schubert e «Quartetto n. 4 op. 83» di Shostakovic. [1. o.]

Luoghi citati: Almese, Torino