Una malattia vecchia di 5 mila anni

Una malattia vecchia di 5 mila anni LA LEZIONE/IL FLAGELLO DELLA MALARIA Una malattia vecchia di 5 mila anni Ancora oggi colpisce mi mondo 400 milioni di soggì A LESSANDRO Magno, il re visigoto Alarico, Sant'Agostino e Dante Alighieri morirono probabilmente di malaria. Già descritta in documenti del terzo millennio avanti Cristo, questa malattia oggi nelle regioni tropicali ogni anno colpisce ancora 400 milioni di persone, uccidendone oltre 2 milioni, soprattutto bambini. A causarla sono i plasmodi, cioè dei protozoi, piccolissimi esseri formati da una sola cellula. Se presenti nella saliva di una zanzara anofele che punge l'uomo, vengono iniettati nel sangue e da esso trasportati al fegato, li si riproducono asessualmente ge- \ nerando ognuno \^ migliaia di individui detti merozoiti. Questi tornano al sangue, e ognuno penetra in un glo- , %t buio rosso, dove si ì^,.moltiplica fino a WL^n farlo scoppiare. Ciò avviene simultaneamente ogni 48 o 72 ore, a seconda della specie di plasmodio presente, causando una febbre intermittente. Gli individui fuoriusciti infettano nuovi globuli rossi e tutto ricomincia. Mentre il ciclo va avanti, all'interno dei globuli rossi alcuni merozoiti possono differenziarsi in gametociti maschili e femminili. Se questi sono succhiati da un'anofele, nel suo intestino si trasformano in gameti, che si uniscono sessualmente, dando vita all'oocinete. Esso s'incista nello stomaco della zanzara, producendo poi migliaia di sporozoiti. Quando la cisti si rompe, questi raggiungono le ghiandole salivari, pronti per infettare un'altra persona. Fin dall'antichità si era notato il nesso tra la malattia e la vicinanza di paludi: si pensava ai miasmi, da cui il termine malaria. Solo alla fine dell'Ottocento, con la diffusione di microscopi perfezionati e nuove tecniche di colorazione, venne scoperta la verità. Nel 1880 il medico francese Alphonse Laveran notò il parassita nel sangue di persone malate. Pochi anni dopo Camillo Golgi, Angelo Celli ed Ettore Marchiafava studiarono il ciclo di sviluppo, collegando febbre intermittente e rottura dei globuli rossi. A fine secolo il medico inglese Ronald Ross e lo zoologo italiano Battista Grassi quasi contemporaneamente capirono che vetto- re del parassita era la zanzara. Grassi, con Amico Bignami e Giuseppe Bastianelli, nel 1898 potè anche provarlo sperimentalmente: zanzare nutrite con sangue di malarici avevano nello stomaco i gameti del parassita. Inoltre un volontario fu infettato dopo la puntura di un'anofele. Questo metodo allora non poneva grossi problemi morali: Patrick Manson, ispiratore di Ross, nel 1900, fece persino pungere imo dei suoi figli, che di fatto si ammalò. Ross nel 1902 ottenne il Nobel. Grassi, deluso, abbandonò per quindici anni gli studi sulla malaria: tra i due scienziati scoppiò una guerra senza esclusione di colpi, che riecheggiò per anni dopo la loro morte. Con la scoperta del parassita e del suo vettore si cominciò a pensare ai rimedi. Già in epoca precolombiana, per combattere i sintomi, le popolazioni sudamericane usavano infusi di corteccia di china, che i colonizzatori spagnoli importarono in Europa, dove fu usata per più di due secoli. All'inizio del Novecento si scoprì il principio attivo e si saggiarono alcuni suoi ana¬ loghi. Tra questi la clorochina e la meflochina sono state usate con ottimi risultati. Esse funzionano inibendo l'enzima che disattiva Teme; questo gruppo contenente ferro, tossico per il parassita, proviene dalla degradazione dell'emoglobina dei globuli rossi, di cui il plasmodio si nutre. Ora però si registrano crescenti forme di resistenza. Più promettente è l'u'so di analoghi dell'artemisina, sostanza vegetale già usata dagli antichi cinesi. L'uso del Ddt, insetticida importato dagli americani all'epoca dell'ultimo conflitto, in Italia è stato decisivo nella lotta alle zanzare. Purtroppo non è innocuo per l'ambiente e forse per la salute. Da anni si spera in un vaccino. Se ne è sperimentato uno che blocca la moltiplicazione del pla- smodio nel sàngue. Un altro agisce in modo altruistico, cioè la persona vaccinata, se punta, trasmette all'insetto anticorpi che bloccano il parassita, impedendo la trasmissione della malattia ad altri individui. Tuttavia gli investimenti sono pochi. Eppure è interesse anche del mondo progredito che la malaria sia sradi- cata. Succede infatti sempre più spesso che i turisti la contraggano recandosi nelle zone a rischio: il primo episodio celebre fu la morte di Fausto Coppi nel 1960. Le crescenti ondate migratorie, inoltre, possono diffonderla di nuovo anche da noi. Anna Buoncristiani La corteccia di china (l'odierno chinino) era già usata dagli indoamericani in epoca precolombiana Solo alla fine dell'800 si capì che il vettore del parassita era II una zanzara II ■■«Saffi! oocinete mobile macrogamete riproduzione nello stomaco %• \ * «s*f2's della zanzara V\ ^4 "&\ #\ Sé+T nella zanzara anofele FI ::±ié ¥ hr*i ghiandole fy^f salivari M 0*40^.y sporozoite — nell'uomo moltiplicazione < / nelle cellule epatiche '-•y*»-»/! moltiplicazione vegetativa nel sangue (merozoiti) 91 10 giorno 2° giorno 3° giorno attia vecchia di 5 mila aolpisce mi mondo 400 milioni di sog>'<C H. ' ccia di china o chinino) sata dagli ericani precolombiana Solo alla fdell'8si capì che il vettdel parassita una zanzoocinete mobile macrogamete sporozoite — zara pipiens). fele o ita era la zanzara. Amico Bignami e stianelli, nel 1898 rovarlo sperimennzare nutrite con moltiplicazione < /nelle cellule epatiche '-• \ \^ %t ^,.WL^n Sopra, una zanzara comune (cu/ex pipiens). in alto a destra una zanzara anofele (Anopheles sp.) con sotto il ciclo di sviluppo del plasmodio della malaria e il grafico degli accessi febbrili provocati da Plasmodium vivax, agente della terzana.

Persone citate: Alphonse Laveran, Angelo Celli, Anna Buoncristiani, Camillo Golgi, Dante Alighieri, Fausto Coppi, Giuseppe Bastianelli, Patrick Manson, Ronald Ross, Saffi

Luoghi citati: Europa, Italia, Lessandro Magno