La molecola Ngf in soccorso dei diabetici

La molecola Ngf in soccorso dei diabetici NEUROPATIE PERIFERICHE La molecola Ngf in soccorso dei diabetici Nuove applicazioni per la scoperta della Levi Montalcini NON abbiamo oggi praticamente alcun mezzo terapeutico per prevenire o frenare la progressione di una lesione nervosa o la morte neuronale, siano queste causate da un trauma, da un'emoraggia cerebrale o, come avviene spesso, da una complicazione del diabete. L'aver riconosciuto con la scoperta di Rita Levi Montalcini l'esistenza di fattori prodotti dallo stesso sistema nervoso indispensabili alla sopravvivenza e alla funzione delle cellule nervose, ha tuttavia aperto una possibilità di affrontare una varietà di disturbi neurologici che vanno dalla malattia d'Alzheimer alla sclerosi laterale amiotrofica. Purtroppo tentativi fatti recentemente su queste ultime malattie non hanno dato i risultati attesi. La somministrazione dei fattori di crescita nervosi, tra i quali il primo scoperto fu appunto l'Ngf (Nerve growth factor della Levi Montalcini) ha incontrato finora varie difficoltà tecniche. L'Ngf è una grossa molecola proteica, che non penetra facilmente nel sistema nervoso centrale. Proprio per questa difficoltà si è pensato che sarebbe stato più facile utilizzare l'Ngf nel caso di neuropatie periferiche, cioè delle lesioni di nervi che essendo posti fuori del sistema nervoso centrale (cervello) sarebbero più facilmente aggredibili dalla grossa molecola. Tra le neuropatie periferiche più devastatrici della funzione nervosa sono le complicazioni insorgenti durante chemioterapia antitumorale (ad esempio da cisplatino o da taxolo), in seguito a terapie anti-virali, come complicazioni dell'alcolismo o del fumo, o nel decorso del diabete e dell'Aids. Una prima comunicazione sull'effetto positivo del trattamento con Ngf fu lo studio di Apfel e collaboratori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York nel 1991 ese- guito come d'uso su un modello di neuropatia da cisplatino indotta nei topolini e simulante la neuropatia nei pazienti. Incoraggiati da tali risultati sperimentali, veniva lanciato negli Stati Uniti nel 1993 uno studio multicentrico su pazienti che nel corso della chemioterapia da cisplatino avevano perduto la sensazione periferica del tatto e della vibrazione in seguito a lesioni delle grosse fibre nervose sensoriali che trasportano tali informazioni dalla periferia (pelle e articolazioni dei piedi) al cervello. Il tentativo diede risultati incoraggianti ma non definitivi o tali da giustificare un trattamento regolare. Più recentemente lo stesso gruppo di neurologi dell'Albert Einstein si è rivolto ad un altro gruppo di pazienti, i diabetici. La sofferenza dei nervi periferici rappresenta una complicazione relativamente frequente (10% circa) del diabetico dopo i quarant'anni, non sempre correlarle alla gravità ed alla durata della malattia. La causa non è ancora stata chiarita ma fattori quali appunto un danno alle fibre nervose che innervano i vasi capillari degli stessi nervi sono stati chiamati in causa. La perdita graduale della sensibilità cutanea fa in modo che il paziente non si renda conto di ferite e lesioni, talvolta anche gravi, alle estremità aumentando così il danno iniziale. Il peggioramento progressivo di ulcere e piaghe può portare talvolta alla necessità di amputare. La terapia delle neuropatie diabetiche si è indirizzata finora al controllo del diabete mediante mantenimento del tasso di glucosio del sangue a livelli accettabili. Il risultato di altre terapie è stato disilludente. Nell'ultimo studio compiuto in Usa e comunicato recentemente nella rivista «Lancet» 250 pazienti diabetici con neuropatia conclamata hanno ricevuto o una dose di 7 microgrammi al giorno di Ngf ricombinante tre volte la settimana o un placebo per la durata di 6 mesi mediante autosomministrazione sottocute. Si notava alla fine dello studio un significativo miglioramento della sensibilità al caldo ed al freddo nel 75% dei pazienti ed un effetto positivo anche a carico di altri tipi di sensibilità. In un secondo studio in corso simultaneamente in Usa ed Europa 500 pazienti ricevono dosi variabili di Ngf da una a tre volte la settimana. I risultati di questo studio non saranno noti prima della metà del 1999. Lo studio in Usa sottolinea l'importanza di continuare a mantenere un rigoroso controllo della glicemia in parallelo al trattamento con l'Ngf. I primi risultati positivi dello studio compiuto in Usa al Johns Hopkins di Baltimora su 271 pazienti affetti da Aids con sintomi di neuropatia sono stati presentati alla recente Conferenza Mondiale di Ginevra. Sarebbero quindi disponibili due indicazioni di trattamento con l'Ngf umano ricombinante nelle neuropatie periferiche. Secondo le conclusioni degli autori dell'articolo i pazienti che si trovano agli stadi iniziali delle lesioni, cioè che presentano i primi segni e sintomi quali diminuzione dei riflessi e della sensibilità alle vibrazioni agli arti inferiori, sono quelli che meglio rispondono al trattamento. Ciò implica una maggiore attenzione da parte dei medici che seguono questi pazienti e che spesso trascurano tali segni premonitori. Ezio Giacobini Curerebbe lesioni di nervi posti fuori dal sistema nervoso centrale Esperimenti in Usa per restituire la sensibilità alla pelle

Persone citate: Albert Einstein, Apfel, Ezio Giacobini, Johns Hopkins, Levi Montalcini, Rita Levi Montalcini

Luoghi citati: Baltimora, Europa, Ginevra, New York, Stati Uniti, Usa