In orbita la terza età

In orbita la terza età In orbita la terza età NEGLI Stati Uniti il suo mito è rimasto intatto per trentasei anni. La sua popolarità risale al 20 febbraio 1962, quando girò intorno alla Terra a bordo la sua piccola capsula «Mercury», primo americano ad andare in orbita. Con i tre protagonisti del primo sbarco lunare dell'Apollo 11, John Glenn è sicuramente il più famoso degli astronauti americani, e non c'è da stupirsi se a Cape Canaveral, per assistere il prossimo 29 ottobre alla partenza della navetta Discovery con a bordo il primo americano in orbita, è stata allestita una doppia tribuna stampa. A 77 anni, John Glenn ritorna nello spazio. All'inizio sembrava uno scherzo: quando la notizia uscì per la prima volta nel giugno del '97, molti organi d'informazione non ebbero il coraggio di divulgarla, e Bill Clinton, di cui Glenn è stato consulente, si lasciò andare ad una fragorosa risata. Glenn viene lanciato soprattutto per capire come si comporta il fisico di una persona in età avanzata in condizióni di assenza di peso per un periodo di alcuni giorni. Due anni fa, quando Story Musgrave tornò in orbita per l'ennesima volta a 61 anni, pareva che il suo record dovesse durare a lungo. Ora battere il record di Glenn sarà molto difficile. Nato nell'Ohio il 18 giugno 1921, quando volò nel 1962 Glenn pareggiò il conto con le imprese orbitali dei russi Gagarin e Titov del 1961, ridando fiducia agli Stati Uniti, allora in netto svantaggio nella corsa allo spazio. Aveva già 41 anni, e Titov, che ne aveva 25, poteva quasi essere suo figlio. Colonnello dei Marines, era stato negli Anni Cinquanta pilota collaudatore, e aveva battuto vari record di velocità su jet Crusader F-8 U, dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale e al conflitto in Corea, abbattendo alcuni Mig nemici. Nel 1958 si candidò come astronauta, e un anno dopo venne scelto tra i primi sette astronauti del progetto Mercury. Iniziò da comprimario: i primi due voli, anche se balìstici e non orbitali, li fecero Shepard e Grissom e lui fece da riserva per entrambi. Glenn avrefibe dovuto effettuare un terzo volo balistico che certamente non sarebbe passato alla storia, mentre a Slayton o a Carpenter doveva toccare l'onore di fare il primo volo in orbita. «Ma nell'agosto '61 cambiò tutto», ci raccontava Glenn recentemente. «I russi mandarono Titov in orbita per un giorno intero, e i responsabili del programma Mercury decisero di scartare il terzo volo balistico e lanciare me in orbita con un razzo Atlas. Avevamo un po' di paura, perché l'Atlas aveva fallito più volte nei test senza uomini a bordo». Poi, nel 1962 il trionfo delle tre orbite intorno al globo con la sua capsula «Friendship 7». Il suo volto solare e lentigginoso con capelli biondi divenne popolarissimo, Life sborsava molti quattrini per le sue esclusive. Seguirono dissidi con alcuni dei massimi dirigenti della Nasa. Qualcuno disse che lo esortarono a dimettersi, poiché un incidente mortale in una successiva missione ne avrebbe distrutto un mito che dovevare restare tale. «Tutte storie», ci ha detto John. Ma sul suo conto se ne dissero tante. Profondamente cattolico, dissero che era andato in orbita per avere un contatto con Dio: «La cosa mi seccò parecchio - ricorda Glenn - perché il Dio al quale credo non se ne va di certo a spasso in orbita come un mostro spaziale...». Dissidi e dicerie a parte, nel 1964 Glenn lasciò la Nasa, e divenne dirigente della «Royal Crown Cola», assistendo da spettatore alle straordinarie imprese spaziali di quegli anni. Poi entrò in politica, e nel 1974 divenne senatore democratico per lo Stato dell'Ohio: carica che ha lasciato lo scorso anno, quando i responsabili del programma shuttle lo hanno nominato «specialista del carico utile» del volo STS-95. «Ho tempestato gli uffici della Nasa per tre anni con centinaia di telefonate e fax - ricorda Glenn - cercando di convincerli a sperimentare il comportamento di un soggetto anziano in orbita. Sappiamo che l'assenza di peso prolungata incide in modo particolare sui muscoli e sulle ossa, e sappiamo anche che questi rappresentano un poblema in età avanzata. Sono riuscito a farlo grazie agli appoggi del National Institute of Ageing, un dei maggiori centri al mondo specializzati nello studio dei processi di invecchiamento. E' un'impresa rischiosa, come tutte quelle dove si sperimenta qualcosa sull'uomo per la prima volta, e sotto certi aspetti l'emozione è come quella di 36 anni fa. Anche mia moglie Annie è terrorizzata come allora...». «Nel 1985 - ricorda Glenn - lo sportello dello Shuttle venne aperto un po' a tutti. Ricorderete che la prima fu una insegnante. Io mi ero candidato già allora, e sembrava avessi buone possibilità: avevo dieci anni di meno, e due senatori americani erano già stati in orbita, Jake Garn e Bill Nelson. Ma poi il Challenger esplose, e allora per tutti noi la speranza svanì». Che cosa si aspetta da questa impresa? «Di portare una ventata di ottimismo a tutti i vecchietti del mondo, dimostrare che in un prossimo futuro chi ha 80 anni, ma è in buono stato di salute psico-fisica, può farsi un viaggetto in orbita, ed essere ricordato come un pioniere in questo senso e non solo per il mio volo del 1962. E già che ci sono, vorrei essere per qualche giorno il simbolo della volontà e della capacità, contro l'emarginazione degli anziani. Personalmente, lo faccio anche per godermi l'incredibile esperienza del volo spaziale, che 36 anni fa durò troppo poco: meno di 5 ore. Sulla Mercury un vero e proprio oblò non esisteva neanche; stavolta, poiché volo quasi da passeggero, spero di godermi il panorama. Insomma, meglio tar¬ di che mai». Il 29 ottobre, cosi come accadde il 20 febbraio del 1962, quando da terra, pochi secondi prima del distacco dell'Arias, Alan Shepard gli disse «Good speed!», un altro astronauta, che per età potrebbe essere suo nipote, gli dirà ancora: «Fai unto buona corsa, John!». Antonio Lo Campo «Spero di portare una ventata di ottimismo a tutti gli anziani» «Personalmente lo faccio Poi entrò in politica, e nel 1974 divenne senatore democratico per lo Stato dell'Ohio: carica che ha lasciato lo scorso anno, quando i responsabili del programma shuttle lo hanno nominato «specialista del carico utile» del volo STS-95. «Ho tempestato gli uffici dela Nasa per tre anni con centinaia di telefonate e fax - ricorda Glenn - cercando di convincerli a sperimentare il comportamento di un soggetto anziano in orbita. Sappiamo che l'assenza di peso prolungata incide in modo particolare sui muscoli e sulle ossa, e sappiamo anche che questi rappresentano un poblema in età avanzata. Sono riuscito a farlo grazie agli appoggi del National Institute of Ageing, un dei maggiori centri al mondo specializzati nello studio dei processi di invecchiamento. E' un'impresa rischiosa, come tutte quelle dove per tutti noi la speranza svanì». Che cosa si aspetta da questa mio volo del 1962. E già che ci sono, vorrei essere per qualche giorno il simbolo della volontà «Personalmente lo faccio quasi da passeggero, spero di godermi il panorama. Insomma, meglio tar¬ «Spero di portare una ventata di ottimismo a tutti gli anziani»

Luoghi citati: Corea, Ohio, Stati Uniti