VOLEVA VACCINARE CATERINA DI RUSSIA di Masolino D'amico

VOLEVA VACCINARE CATERINA DI RUSSIA VOLEVA VACCINARE CATERINA DI RUSSIA IL TALENTO DEL DOLORE Andrew Miller traduzione di Sergio Claudio Perroni Bompiani pp. 342 L. 30.000 SISTE un filone narrativo che descrive le peripezie, in un contesto estremamente realistico, tanto più se non contemporaneo, di un personaggio dotato di un attributo eccezionale - un nano con imo straordinario talento per la ricerca scientifica; un goffo ragazzotto quasi cieco ma dalla smisurata sapienza in fatto di mitologia; un giovane beneducato che però è un vampiro, e quindi può circolare solo di notte, e nutrirsi solo di sangue di creature vive. Il protagonista dello strano e alla lunga affascinante romanzo di esordio di Andrew Miller ha la particolarità di non sentire il dolore, come fosse ibernato, il che dipende forse dal suo essere stato concepito sul ghiaccio, durante il fulmineo incontro fra sua madre, che pattinava, e uno sconosciuto. Questo avvenne verso la fine degli Anni 1730, ossia in un'epoca in cui data la mancanza di anestetici questo genere di insensibilità appare come un vero e proprio miracolo: e da bambino James Dyer viene op¬ portunamente sfruttato da un venditore ambulante di elisir, che gli infila spilloni nelle mani davanti al colto e all'inclita per dimostrare le proprietà del suo prodotto. James è finito nelle mani del ciarlatano dopo che la sua famiglia è stata sterminata dal vaiolo. In seguito trascorre un periodo nella collezione di «freaks» - comprendenti due gemelle siamesi, che vengono uccise nel tentativo di separarle - di un ricco dilettante, poi viene di nuovo rapito dal ciarlatano, per sfuggire almeno parzialmente al quale James ne favorisce l'arruolamento forzato su di una nave da guerra a bordo della quale sale anche lui come volontario; qui durante gli anni seguenti impara i rudimenti della chirurgia. Dopo altri anni di studio, favorito anche dalla glacialità del suo temperamento, diventa un'autorità in questo campo. Ma essendo andato a esercitare nel paesino dove vive il cerusico di bordo che fu il suo primo maestro, e avendo intessuto una relazione con la giovane moglie di costui, viene scacciato quando il popolare vecchio medico muore praticamente suicida. Allora prende parte a ima folle gara di dottori inglesi per essere il primo ad arrivare a San Pietroburgo, e conquistare così il diritto di vaccinare Caterina di Russia. A un certo punto James e i suoi compagni sono bloccati dal gelo in un monastero. Aggirandosi nei dintorni, si imbattono in una creatura selvaggia, una ragazza muta, che prendono con sé. A San Pietroburgo, dove James con sua enorme delusione arriva troppo tardi, la ragazza effettua su di lui una sorta di esorcismo in seguito al quale l'impassibile figlio del freddo diventa umano, e assaggia tutti i dolori che non aveva mai provato. Il suo cervello cede. Rimpatriato, finisce nell'orrendo manicomio londinese di Bedlam... Un riassunto schematico come questo mette in evidenza l'elemento meno convincente del libro, ossia proprio il dato fiabesco dell'analgesia del nostro eroe, che oltre a renderlo diverso simboleggia in modo anche troppo evidente ima mancanza di partecipazione alla vita, che il personaggio sconta risultando sbiadito: non sappiamo mai quello che pensa, e del resto è sua abitudine parlare pochissimo, difficile quindi affezionargli. D'altro canto però il riassunto non rende giustizia all'elemento dell'operazione che sopra ho definito realistico, dove lo scrittore sfoggia un'abilità davvero impressionante. Letto come una successione di scene d'epoca staccate, infatti, il racconto, pur nella sua fondamentale cupezza, trascina. Il Settecento di Miller è buio e violento, e ci vogliono stomaci forti come quello di James Dyer per attraversarlo. Tutti i sensi del lettore sono sempre tenuti in esercizio, olfatto compreso (odori e tanfi di dormitori, stive e carceri), con un crescendo di intensità visionaria culminante nello splendido pezzo negli algidi boschi russi, che prepara l'intervento dell'ineffabile. La sicurezza e l'economia con cui Miller evoca una giostra, una taverna, la merce di un creatore di bambole meccaniche, un attimo rivelatore - la chioma scompigliata sotto mia parrucca che cade , ci persuadono che per quanto scialbo il suo eroe, lui in questi tempi, magari in un'esistenza precedente, ci sia vissuto davvero. Masolino d'Amico IL TALENTO DEL DOLORE Andrew Miller traduzione di Sergio Claudio Perroni Bompiani pp. 342 L. 30.000 Caterin; tra i pi che si ii nel n di And< per 6 «Il t del < Amb nel Se narra di che ha la di noi ile

Persone citate: Andrew Miller, James Dyer, Miller, Sergio Claudio Perroni

Luoghi citati: Russia, San Pietroburgo