Con quella bocca può sbagliare come vuole

Con quella bocca può sbagliare come vuole Con quella bocca può sbagliare come vuole Scriv«La in gLa STuttvia Mar10ToUOGHI COMMUNI. «Errori di stampa: Alle voghe del Terzo Millennio. / Alle doghe del Terzo Millennio. / Alle foghe del Terzo Millennio. / Alle Eolie del Terzo Millennio. / Alle spoglie del Terzo Millennio» (Guido Ceronetti, «OGGI», Stampa del 17/10/1998). Ogni tanto ci sono scuole che scrivono e vogliono sapere quali giochi di parole fare in classe. Sono cose che mi lasciano imbarazzato, perché se tutta l'intraprendenza consiste nello scrivere al presunto esperto... Anche inventare i giochi da fare è un bel gioco: se riesce dimostra che si ha voglia e capacità di giocare assieme. A un insegnante di scuola diciamo media inferiore che abbia letto Ceronetti potrebbe venire in mente un gioco in tre fasi. Nella prima l'insegnante spiega cosa sia un luogo comune (per approfondimenti, l'omonima voce dell'Enciclopedia Einaudi, stesa da Roland Bartb.es, è ora raccolta negli Scritti di Barthes curati da Gianfranco Marrone, ancora per Einaudi) o un modo di dire. Nella seconda fase ogni studente cerca un luogo comune 0 un modo di dire sul giornale. Nella terza fase ogni studente mette un errore eh" stampa dentro all'espressione trovata. Forse nella fase preliminare è utile spiegare anche cosa sia un giornale e cosa sia un errore di stampa. Più in generale suggerimenti del genere si possono trovare per tutta l'opera di Bruno Munari, che è morto da poco e che si dovrebbe rileggere ancora per molto. Aprendo il libro Le macchine di Munari (Einaudi) c'è subito una filastrocca: «E' vietato l'ingresso ai non addetti al lavoro / E' vietato il lavoro ai non addetti all'ingresso / E' ingrassato l'addetto ai non vietati al lavoro...». Altro esercizio: copiare una scritta per la strada e variarla. Oppure, copiare una scritta e travisarla: questa mi fa venire in mente quando, ben prima del caso Clinton-LeI winsky, trovai incise su un I tombino di Spoleto le parole: te a osta co» mpa ibri nco 32 26 no «Bocca da incendio». Mi spiegarono che era una presa per i pompieri, ma continuai a non capire. LINGUE STRANIERE. In un articolo mozartiano dell'altra settimana immaginavo (per mere ragioni anagrammatiche) una festa notturna a base non di musica tedino bensì di concerti mozartiani (un vero Mozart Rave) ed ecco spuntare da una bancarella una copia del fondamentale Mozart in rock (Sansoni 1990) di Loredana Lipperini, un libro su Mozart come oggetto di consumo di massa e occasione di gadget. La capacità di certi libri di attraversarti la strada in certi momenti è veramente incantevole. In quell'articolo parlavo di un brano plurilingue di Mozart. Me lo aveva segnalato Duccio Battistrada (Roma), che aveva commentato così: «nada new sott'o soleil». Queste parole non sono di Mozart, ma di Battistrada. Le parole che Mozart ha scritto (sul diario della sorella) sono invece una cronaca della giornata dell'agosto 1780 e presagiscono il linguaggio Europanto ora inventato da Diego Marani (Bruxelles): «Alle dieci et demie war ich in tempio. Posteà chés le signore von Mayrn, post prandium la sigra Chatherine chés uns. Wir habemus jouès colle carte de Tarok, à sept heur siamo andati spatzieren in den horto aulico, faceva le plus pulchra tempestas von der Welt». ORTOGRAFIA. Giulia Armella (Adelfia, Ba) è stata la prima a mandarmi mi testo che gira per gli uffici, e che poi ho ricevuto anche da altri. E' un testo che parte in inglese e dice che essendo stato scelto l'inglese come linguaggio ufficiale europeo, i funzionari di tutte le nazioni hanno incominciato a semplificarne man mano l'ortografia. Il testo applica le modifiche che propone e arriva a una chiusa meravigliosa: «Ze drems of ze guvermnt vud hav kum tru». E vissero, felici, europei e contenti. Stefano Battezzagli ** 1 Scrivete a «La posta in gioco» La Stampa Tuttolibri via Marenco 32 10126 Torino

Luoghi citati: Adelfia, Ba, Bruxelles, Roma, Torino