«No al Festival spericolato» di Marinella Venegoni

«No al Festival spericolato» «No al Festival spericolato» «Prima era diverso, ora non rischio» UN EX MALEDETTO PSANREMO REMIATO per «Canzoni per me» miglior album dell'anno, e primo ieri sera a cantare: un Vasco emozionato ci ha sparato sopra cinque brani con le chitarre elettriche. Nel tempio del Tenco e della canzone che fu di sinistra, nessuno sembrava aver pensato di rendere omaggio a Lucio Battisti da poco scomparso: e come un omaggio è suonata all'Ariston la versione vaschiana di «Supermarket». Ma Rossi, che non canta mai canzoni non sue, di omaggio non vuol sentir parlare: «E' una provocazione, nel senso che è una canzone minore, e nei '70 veniva considerata particolarmente stupida. In quei tempi, Battisti si ascoltava di nascosto e non era fra i grandi: la divisione secondo me era assurda e ci soffrivo. Lo definivano anche di destra e io non lo credo assolutamente: era solo uno che scriveva capolavori». Perché ha deciso di cantare Battisti al Premio Tenco? «Perché ci sta bene: cantavo sempre questa canzone dal vivo con la chitarra, negli Ottanta. Ho imparato molto da Battisti, il suo genere è anche mio; e Mogol ha raggiunto livelli artistici stupendi». Va mai al supermercato? «No, e mi manca. Ci vado quando sono in vacanza all'estero, in Francia. Mi viene da comprare tutto quello che c'è». Quale canzone di Luigi Tenco sceglierebbe? «L'ho scoperto dopo che è morto, sono andato a cercare i dischi. Non veniva compreso dalle masse, veniva al Festival in gara con altri che facevano canzoni sciocchine. Ma la sua è una canzone molto angosciosa: dopo un po' di tempo ho smesso di ascoltarlo e ho cominciato con De André». Chi la incuriosisce, al Tenco? «La divina Patty Pravo, e in realtà non ho visto nient'altro. Per quel che mi riguarda, ho cercato ieri di fare un mio ritratto: "Gli spari sopra", arrangiata perché si capisca di più il testo che è importante, "Supermarket", "Sally" che credo che sia la mia ciambella col buco. Poi "Quanti anni hai" perché qui è stato premiato questo disco, e "Ogni volta" perché è la facciata B del mio primo primo pezzo al Festival, "Vado al massimo": venni qui per far sberleffi come Pieretti o Elio, ma dietro ci misi "Ogni volta" per dimostrare che non facevo solo caricature». Torna in tour? «Non vedo l'ora, ma aspetto la fine dell'anno perchè ho detto che nel '98 avrei fatto un solo concerto. Andrò in varie città». Cosa si prova, a salire da premiato sul palco che è anche quello del Festival che la fece conoscere? «Allora siilittavo una possibilità: non ero emozionato, non legavo con nessuno. Questa volta mi sento divedo, è un'altra storia. Non entravo all'Ariston da 15 anni ma me lo ricordavo perfettamente. Pensavo: cosa c'entro? Io sono un rocker. Non mi ricordo neanche dov'ero in classifica, perché tanto decideva Ravera. Nell'82, fu bocciato Claudio Villa e promosso io: una bella scelta di Ravera. Tomai l'anno dopo per riconoscenza: mi era venuta "Vita spericolata" e gliela dovevo. Presentava Manfredi e rimase stupefatto: ma chi è quello li che vuole tuia vita piena di guai? "Vado al massimo" era dedicata a Salvalaggio: su "Oggi" mi aveva descritto brutto e drogato perché avevo gli occhiali neri e cantavo senza pianoforte». Quanto le è pesata quest'etichetta? «Moltissimo. Dal benzinaio a chiunque, mi hanno sempre visto come uno che fa cose pericolose e che se stesse zitto sarebbe meglio. E mi meraviglio che tanta gente abbia ascoltato dopo le mie canzoni». Che pensa del Festival di Fazio? «Uno può cantarci quando ha tutto da guadagnare e niente da perdere. Ma buttarsi sul palco con ima carriera di vent'anni alle spalle e giocarsi la reputazione è assurdo. Sono d'accordo sui superospiti italiani». Si considera capostipite di im genere musicale? «Sono anch'io un'evoluzione di De Andre, Guccini, De Gregori, Bennato». Ha visto «Radiofreccia», le piacerebbe girare un film? «Al cinema non ci vado più, aspetto la cassetta. Un film io? L'idea mi gira da sempre, da quando ini proposero "Vita spericolata": ma avevo paura di far un filmetto alla Ambra e ho lasciato perdere. Non è escluso, però regista no: passo dall'eccitazione alla depressione totale, e non so se ce la farei. Marinella Venegoni fSSm Patty Pravo: ha cantato ieri sera all'Ariston «Lontano Lontano» di Luigi Tenco di lei Vasco dice: «E' l'unica divina non ho visto nient'altro»

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