Ma la Scozia non è la Padania. I misteri della bolletta

Ma la Scozia non è la Padania. I misteri della bolletta LETTERE AL GIORNALE Ma la Scozia non è la Padania. I misteri della bolletta Un paragone non sostenibile La situazione della Padania viene spesso paragonata a quella della Scozia sia in trasmissioni radiofoniche che in articoli su giornali. Come desiderio per il futuro, ovviamente. Niente di più errato e fuorviarne. Alcune precisazioni storiche sono necessarie e si vedrà che il paragone non regge. La Scozia non è una regione dell'Inghilterra ma insieme a quest'ultima e al Galles forma la Gran Bretagna. La Scozia è una nazione ed un suo re, Giacomo VI nel 1603 è salito al trono di Inghilterra alla morte di Elisabetta I, sua cugina. Vi fu l'unione di due nazioni e di due corone sotto un solo re che prese il nome di Giacomo I. L'unione la due) continuò con i suoi successori (Stuart! fino a che nel 1707 con l'Act of Union si formò un solo regno ed un solo Stato, non senza grandi malumori tra gli scozzesi. Essi conservarono le conservano) pero l'autonomia da Londra in tre grandi istituzioni della vita civile: il sistema scolastico, il sistema giudiziario e la chiesa \Kirk ofScotlund, presbiteriana e quindi profondamente diversa dalla Church ofEngland). Con il recente referendum hanno ottenuto di riavere il loro Parlamento a Edimburgo (perso nel 1707) che tratterà gli affari locali, compresa la possibilità di inasprire la pressione fiscale. Le sue competenze non sono ancora completamente definite; lo saranno nel volgere di pochi anni. Questa è a grandi linee la situazione della Scozia. La Padania non è mai stata una nazione con un capo dello Stato, un Parlamento, una capitale e non ha - al presente - un suo sistema scolastico, giudiziario (e tralasciamo ecclesiale). Non vedo perciò come si possa fare costantemente il paragone tra due realtà così diverse. Caterina Ricci Vigna, Cuneo Come utilizzare le vincite miliardarie Sono un'anziana signora di quasi ottantatré anni. Proporrei nel mio piccolo, per rendere più umano il mondo, che le miliardarie vincite dei fortunati della lotteria «Super Enalotto» venissero, con la buona volontà di chi ne ha facoltà, dimezzate e devolute in aiuti umanitari a quei poveri del nostro pianeta che a milioni muoiono di fame tutti i giorni. Letizia Ricco Rubino, Padova La Chiesa e i mercanti di armi La Chiesa difende la vita in tutte le sue forme. La Chiesa scomunica chi abortisce, i divorziati, i comunisti e anche l'Udr. La Chiesa non scomunica i fabbricanti e i mercanti di armi. Perché? Maria Angela Pronello Pianezza (To) Lavori utili: chi controlla i controllori? Uno dei mille rivoli di spreco del denaro statale è segnalato su La Stampa del 14 ottobre, dove si legge che a Trapani 16 disoccupati sono stati assunti a spese dello Stato con i fondi destinati ai cosiddetti lavori socialmente uti li, con un impegno di 56 ore mensili, retribuite tra 1 milione e 100 mila lire e 1 milione e 800 mila li re, a seconda del carico famigliare. Lodevole iniziativa in quest'Italia piena di senza lavoro e seni pre più bisognosa di lavori utili sia socialmente che non per evi tare il peggioramento del già esi stente degrado. Il guaio è che il lavoro più che «utile» è stato «dilettevole» per i 16 occupati, che a loro insaputa sono stati sorvegliati, per due mesi, dai carabinieri e sorpresi a giocare con le carte, a pallone, a suonare la chitarra e fare scam pagnate. Non per niente l'operazione è stata denominata «Picnic». I 16 «lavoratori» sono stati denunciati per truffa aggravata e continua in danno dello Stato. E chi doveva dirigere e seguire i lavori? Luigi Quaglia, Torino L'educazione fisica alle elementari Concordo pienamente con Laura Borgna, insegnante di educazione fisica (La Stampa del 16 ottobre). Si devono «valorizzare la cultura e l'educazione al movimento e all'uso del corpo (...) nelle scuo- le materne ed elementari»; ed è veramente sconfortante consta tare che «molti giovani diplomati» che «l'Isef prepara in modo specifico per questa funzione» non vengano nominati anche a livello di scuole materne ed elementari. Peraltro trattasi d'una discipli na, per così dire, non compie mentare (non secondaria), bensì di primaria importanza, proprio perché ha per oggetto lo sviluppo del corpo, l'agilità e l'armonia dei movimenti, il dominio degli organi fisici dell'educando. C'è di più. Durante il periodo scolare dai tre agli undici anni - che rientra nel periodo dell'infanzia possono facilmente insorgere, per motivi di ordine diverso, quelle alterazioni organiche che vengono denominate «paramorfismi»; anche da questo punto di vista emerge il valore dell'educazione fisica (dell'educazione all'esercizio fisico), che dovrebbe senz'altro, ribadisco, essere assegnata a diplomati dell'Isef (non pochi dei quali, invece, rimangono disoccupati). Beninteso, nelle scuole materne ed elementari; questa disciplina - concepita come educazione al movimento (come educazione motoria) - non deve essere saltuaria. Soltanto se svolta con costanza e regolarità - soltanto se non degradata a disciplina accessoria - tende a contribuire, insieme con altri fattori: - ad un miglioramento dello sviluppo somatico ed alla conservazione della salute; - allo sviluppo delle doti fisiche che rafforzano quelle di ordine morale e sociale, la padronanza emotiva e la fiducia nella propria persona; - alla formazione intellettuale ed integrale della persona educanda. Il metodo didattico dell'Educazione Fisica è il tirocinio della psicomotricità. Giulio Lunardi Torino Per la luce tasse su tasse Ho ricevuto la nuova bolletta Enel che risulta molto chiara in tutte le sue componenti ed è così chiara che non si può fare a meno di notare che il calcolo dell' IVA al 10% viene effettuato su una base imponibile che comprende, oltre ai consumi, un imposta Erariale e un imposta addizionale per Enti Locali. Non conosco le leggi relative a queste modalità ma mi sembra che calcolare e far pagare una tassa su un'altra tassa non faccia parte di un paese cosidetto «civile» e che si vanta di essere nel G7. Ho telefonato all'Enel per chiarimenti e mi ha risposto una sequenza di segreterie telefoniche che mi indirizzavano al servizio richiesto, nel frattempo è caduta la linea. Ho deciso di lasciar perdere e di aiutare questo stato così disastrato che continua a promettere meno tasse e più lavoro. Tullio Lova Lessolo (To) calea@to2.flashnet.it Il Viagra e le vaccinazioni Secondo le statistiche il Viagra avrebbe provocato, negli Stati Uniti, circa 60 morti su tre milioni e mezzo di consumatori. Decessi verosimilmente causati anche dall'età degli assuntori e dalle patologie cardiovascolari di cui soffrivano. Più o meno è la stessa percentuale di morti, in questo caso però premature, causata dalle vaccinazioni ma, mentre del Viagra vengono enfatizzati i rischi, la mortalità da vaccino viene minimizzata, se non passata sotto silenzio. Sarà del tutto estraneo, in questo comportamento, il fatto che il Viagra sia destinato a procurare piacere, e specificatamente, piacere sessuale? Enzo Spiombi Sampierdarena (Ge) LA STAMPA 'Via Marenco 32,10126TORINO\I fax 011 -6568924 ! % e-mail lettere@lastampa.it I

Persone citate: Caterina Ricci Vigna, Church Ofengland, Enzo Spiombi Sampierdarena, Giulio Lunardi, Laura Borgna, Luigi Quaglia, Maria Angela Pronello, Rubino, Tullio Lova Lessolo