Contro la Cernobil della cultura rinascono le Edizioni di Comunità di Carlo Grande
Contro la Cernobil della cultura rinascono le Edizioni di Comunità la sfida. Dall'ecologia al diritto, Einaudi rilancia il progetto di Adriano Olivetti Contro la Cernobil della cultura rinascono le Edizioni di Comunità 11TORINO L nome di battesimo fu «Nuove Edizioni Ivrea», casa editrice che il grande veggente Adriano Olivetti avviò fin dal 1941, in previsione della caduta del fascismo. Nel 1946 presero il nome di «Edizioni di Comunità», laboratorio culturale glorioso, «bussola» al servizio di una società scossa da profondi mutamenti. «La cultura, nel suo autentico significato di ricerca disinteressata di verità e di bellezza profetizzo Olivetti - sarà l'elemento caratteristico della nuova società». Perché «si può manifestare una condizione della società formalmente libera ma così interiormente povera, così culturalmente arretrata, così poco spiritualmente dinamica, che tutti gli sforzi di elevamento si urtebbero contro resistenze passive insormontabili». Il fiore all'occhiello di Olivetti scomparso nel 1960 - passò negli Anni 80 sotto l'ombrello Mondadori e ora sotto l'ala di Einaudi, rilanciata con titoli prestigiosi (da oggi in libreria) come Le orìgini sociali delia dittatura e della democrazia di Barrington Moore jr o la Sociologia di Georg Simmel (1908). Vertici di una linea editoriale che il sociologo Luciano Gallino, protagonista di allora, ricorda qui accanto. «Le Edizioni Comunità ritornano a Torino - spiega l'amministratore delegato dell'Einaudi Vittorio Bo - appoggiandosi alle nostre strutture organizzative ma come casa editrice autonoma. Nello spirito di Adriano Olivetti, della sua grande utopia, pubblicherà libri che consentiranno al lettore di fermarsi, di scavare sotto la superficie di una divulgazione troppo veloce». Ne è responsabile editoriale Walter Barberis, segretario generale del'Einaudi: «Tratteremo spiega - ogni argomento legato al vivere associato: ecologia, diritto, sociologia, economia, psicologia, salute. Attenti alla contemporaneità e anche ai classici, non per gusto antiquario, ma consci che il cittadino comune deve tornare a leggere, a discutere, aiutato da chi ha le leve della cultura». L'intuizione di Olivetti, dice Barberis, è confermata oggi da un'Europa lontana dall'unità culturale, da una politica internazionale asfittica, incapace di impedire catastrofi come Cernobil. All'inizio del '99 usciranno opere come Narrare la malattia. Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente di Byron J. Good, docente all'Harvard Medicai School Culture, Medicine and Psychiatry o il classico di Lewis Mumford La cultura delle città, del 1938, o ancora Europa. Una geografia di Jacques Lévy. Libri contro la Cernobil della cultura. Carlo Grande Vittorio Bo: «Pubblicheremo testi capaci di scavare sotto la superficie di una divulgazione troppo veloce» A sinistra, Vittorio Bo. A destra, Adriano Olivetti
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