Ma il telefonino satellitare ha la luna storta

Ma il telefonino satellitare ha la luna storta Ma il telefonino satellitare ha la luna storta L'oggetto più atteso e sognato per ora non decolla Yf] MILANO N cappellino? Come al Giro d'Italia il cappellino | I non può mancare, «vens£ 1 ghino signori..». C'è pure la miss, la bellona dello stand che pattina in skateboard e scritta sulla schiena: «Seguimi..». Tappa a casa Iridium: «Un cappellino nero, signore?». Il futuro è anche qui, dove «la libertà di comunicare» è per «sempre e ovunque». Iridium, la multinazionale del telefonino satellitare. Il telefonino del 2000, il sogno dello yuppie che («anytime, anywhere») deve collegarsi con la borsa e il computer, il campo da golf o la mamma. Il sogno che fa svanire gli incubi, quelle chiamate dal telefonino che s'interrompono dietro una curva, «a casa tua il segnale com'è?», «ti richiamo perché c'è una galleria». Iridium, sempre e dovunque, ma da quando? Dal 23 settembre, avevano promesso. Appuntamento mancato. Questa è la storia, raccontano, di come si entra nel futuro partendo da una litigata in famiglia. La signora Karen Bertiger, nel 1985, è in vacanza ai Caraibi e deve contattare un agente immobiliare per l'acquisto di una casa nel Maryland. Maledizione, nei Caraibi il suo cellulare è isolato, non prende la linea, non trova un telefono. L'affare sfuma. La signora si sfoga con il marito, manager della Motorola, e da lì nasce l'idea: il telefonino satellitare. Che viene presentato cinque anni dopo con videoconferenza stampa tra Pechino, Londra, Melbourne e New York. Altri 7 anni, e nel 1997 vanno in orbita i primi 47 satelliti. Oggi sono 77. «Non è un caso...». Numero portafortuna come nella Smorfia napoletana, «77: le gambe delle donne»? No. «E' il numero atomico dell'iridio, e da qui il nome della società!». Eppure, tra i cappellini neri dell'Iridium un poco di fortuna non guasterebbe. E' che a questi telefoni satellitari, al momento, non è che vada poi così bene. «L'anno scorso abbiamo perso cinque satelliti e li abbiamo dovuti rimandare», s'incupisce Paolo Mazzetti, relazioni esterne Iridium. Se è per questo alla concorrente Globalstar, 10 settembre di quest'anno, è andata peggio: a 4 minuti e 32 secondi dal lancio, 12 satelliti precipitati in Russia. Il Financial Times di mercoledì ha dedicato un velenoso incipit all'avventura del satellitare: «Razzi che esplodono, satelliti che cadono, quotazioni di borsa che crollano». E appuntamenti, come quello del 23 settembre, che scivolano al 1" novembre. A casa Iridium sfilano i primi delusi. «Siete in ritardo e i vostri prezzi sono troppo cari, meglio i ponti radio delle Telecom». Un telefonino satellitare? 5 milioni di lire. Una telefonata a Bro- vello Carpugnino piuttosto che a Kuala Lumpur? Da 2,5 a 5 dollari al minuto. Canoni d'abbonamento? A nove giorni dal via, salvo altri rinvìi, Tini non ha ancora deciso. E allora, signor Iridium? «E allora bisogna comprendere la complessità dell'operazione - risponde Mazzetti -. Però le nostre stime...». Dicono che questo sarà l'affare dei prossimi due anni. 4 milioni di abbonamenti nel mondo, 1 milione e mezzo in tutta Europa, 500 mila nei 18 Paesi europei coperti da Iridium Italia, 200 mila da noi. «Stime molto conservative...». E chi saranno i clienti? «Operatori del settore marittimo o naviganti da diporto che potranno essere raggiunti dappertutto. Giornalisti che saranno sempre collegati alle loro redazioni, le comunità d'affari, i manager». Non solo. E i patiti della corsa al futuro, all'ultima novità, all'ultimo giochino? Sono quelli, avanguardia dei 15 milioni di italiani già dotati di telefonino, che si avvicinano con rispettosa curiosità alla teca dei cellulari di Motorola o Kyocera, gli unici abilitati. «Oooohh!». Funzionano bene? «Sono usciti dalla fase sperimentale». Il giapponese ha qualche problemino in più. «Ali!». Illudersi come noto è gratis: e allora, per tutti, è bello immaginare un telefonino che non farà mai sentir solo nessuno, che riceve e trasmette anche dalle gallerie o in cima all'Everest. E che business per Iridium, almeno fino al 2001. Poi comincerà la concorrenza di Globaistar e ICO Global Communications, i prezzi caleranno e il satellitare da illusione del futuro potrebbe diventare un utile elettrodomestico. Adesso, però... A casa Iridium tengono lezioni sui loro 77 satelliti. Spaziano a 780 chilometri da Terra, ogni 9 minuti il segnale passa da un satellite all'altro. E se ve ne cadono ancora un paio? Scongiuri. Allo borsa di New York il titolo di Iridium quotava 72,19 dollari a maggio, oggi è a 35: qualcuno comincia a distinguere tra illusione e futuro? Paolo Mazzetti lo esclude: il futuro è in questo sistema di telefonia satellitare che sostituirà i 5 chili di valigetta con tanto di ombrello che fa da antenna, la stessa che il giornalista Peter Arnett, durante la guerra del Golfo, usava per i collegamenti con la rete tv Cnn da Baghdad. Arnett e la sua valigetta stanno passando un brutto momento, questione di credibilità. Iridium, tra ritardi e satelliti che cadono, momenti belli non ne ha ancora avuti. Tra illusione e futuro, il presente è un cappellino nero. Giovanni Cerniti

Persone citate: Arnett, Karen Bertiger, Mazzetti, Paolo Mazzetti, Peter Arnett, Tini