Le Borse mondiali deluse dai tassi di Zeni

Le Borse mondiali deluse dai tassi Le Borse mondiali deluse dai tassi La Bundesbank non taglia, si muovono solo i danesi MILANO. Qualche speranza, ieri mattina, dopo il taglio dei tassi (un decimo di punto del pronti contro termine) da parte della Banca di Danimarca e l'apertura della Borsa di Francoforte su dello 0,94%. Non che ci credessero molto, gli analisti, alla possibilità che Banca di Francia e Bundesbank potessero ridurre i loro tassi cedendo, per quanto riguarda Hans Tietmeyer, alle richieste del neoministro tedesco dell'economia Lafontaine che vorrebbe seguire l'esempio della Federai reserve americana. Ma di fronte al taglio della Danimarca e all'ostentato ottimismo della Borsa di Francoforte, qualche sospetto lì per lì era serpeggiato: e se Tietmeyer cedesse? Non ha ceduto, ovviamente. Alle 10,30 il portavoce della Bundesbank ha fatto sapere che non ci sarebbe stata alcuna conferenza stampa. Come dire, inutile attendersi un taglio dei tassi. Fine delle illusioni e fine della corsa di Francoforte che, nella sua frenata, si è portata dietro le altre Borse europee che, da quel momento, hanno lavorato al rallentatore, aspettando di vedere come se la sa¬ rebbe cavata Wall Street prima di decidere. Così quando Wall Street è partita non bene e ha continuato male (in chiusura ha poi segnato +0,16%), le Borse europee hanno chiuso qualcuna in rialzo, Londra (+0,45%) e Zurigo (+1,5%), la maggior parte in ribasso: -1,9% Francoforte, -0,58% Parigi, -0,95% Piazza Affari. Solo a Tokyo l'indice è riuscito a guadagnare un altro 0,56% dopo aver veleggiato a quota +3%. E pensare che, nonostante gli sforzi del governo, non sembra tirare una buona aria in Giappone. Ieri lo yen ha ricominciato a perdere colpi sul dollaro (a quota 118,86) e, ad agitare i sonni dei mercati, è arrivato un nuovo rapporto dell'Economie planning agency nel quale l'indice di fiducia dei consumatori è sceso a 34,9, il picco più basso dal 1982. Non bastasse, ad alimentare nervosismo ci si è messa la Nomura Securities che è il maggior istituto di brokering giapponese che ha annunciato perdite per quasi 3 mila miliardi di lire che la costringeranno a un taglio di 2 mila posti di lavoro. Così, l'unica speranza è la conversione in legge del piano di risanamento del settore finanziario che possa aiutare le banche a risollevarsi. Fatto sta che la tenuta di Tokyo non ha avuto riscontri nemmeno nelle Borse asiatiche con Hong Kong sostanzialmente fermo (-0,035). In Europa, come si diceve, giornata a due facce: bene di mattina, male di pomeriggio. Il dollaro si rafforza (con la lira a 1.634, dieci in più di mercoledì) e poi frena dopo il nulla di fatto della Bundesbank che mette le ali al marco e tarpa quelle delle Borse. Poi ci pensa Wall Street, aprendo in ribasso di 21 punti, a dare il la, Londra e Zurigo escluse, alla flessione dei mercati. Piazza Affari segue l'onda ribassista con scarsi scambi (2.500 miliardi di controvalore). Deboli le banche, più vendute che comprate, con Banca di Roma giù del 5,14%, Comit giù del 3,88%, Credit dell'1,35%. Leggero rialzo per Telecom (+0,52%) e in gran spolvero le Olivetti (+4,23%) grazie ai 500 miliardi di utile semestrale annunciato da Omnitel. Armando Zeni

Persone citate: Hans Tietmeyer, Lafontaine, Nomura, Tietmeyer