Asse Parigi-Bonn per mi Euro stabile
Asse Parigi-Bonn per mi Euro stabile Documento riservato di Strauss-Kahn: più regole e collaborazione con Giappone e Usa Asse Parigi-Bonn per mi Euro stabile «Guida politica alla finanza mondiale» FRANCOFORTE DAL NOSTRO INVIATO E' ormai concretamente in moto la trattativa fra Parigi e Bonn per creare una cornice protettiva attorno al modello sociale di ispirazione socialdemocratica che i governi dei due maggiori Paesi europei hanno intenzione di sviluppare e salvaguardare nei prossimi anni. Ieri a Saarbriicken si sono incontrati i ministri delle Finanze di Parigi e Bonn, Dominique Strauss-Kahn e Oskar Lafontaine, per cercare di mettere a punto una posizione comune sia sul problema della disoccupazione europea, sia sul controllo della finanza internazionale. Secondo informazioni de «La Stampa», Parigi avrebbe posto come base di discussione un documento articolato che prefigura una fitta serie di iniziative di controllo sull'attività finanziaria globale, sollecitando un'inconsueta e attiva mobilitazione da parte europea in un campo in cui «i Paesi Ue hanno spesso mancato di svolgere appieno il loro ruolo». La posizione elaborata dal ministero delle Finanze francese prevede che «l'Unione europea, dopo essere stata assorbita dalla preparazione dell'Euro, colga le proprie responsabilità ora che le condizioni economiche e finanziarie globali lo rendono ancora più necessario». Le proposte di Parigi prevedono l'adattamento delle politiche macroeconomiche euiopee in collaborazione con Usa e Giappone. A questo riguardo Parigi intende sollecitare «un'iniziativa concertata europea» per esprimere alle autorità giapponesi l'interesse per l'attuazione rapida delle misure annunciate di ristrutturazione del sistema bancario. L'obiettivo esplicito è di individuare le contromisure alla crisi globale per «il rilancio della domanda mondiale», senza la quale gli sforzi europei di contrastare la disoccupazione sarebbero minacciati. Parigi propone di creare un «nuovo accordo di Bretton Woods in modo da disporre di istituzioni e regole su misura dell'economia globale di oggi». Perché ciò sia possibile è considerato necessario rafforzare il governo politico del sistema finanziario. Una proposta chiave riguarda la trasformazione dell'Interim Committee del Fondo monetario internazionale in un Consiglio in grado di prendere decisioni efficaci. Nel Consiglio siederebbero i ministri delle Finanze, chiamati a confrontarsi con regolarità e con maggiore frequenza rispetto a oggi, attivando un canale di comunicazione e controllo tra Paesi industrializzati e Paesi emergenti. Oltre al rafforzamento istituzionale del «governo politico» del sistema finanziario mondia¬ le, vengono avanzate proposte per rendere più trasparenti i comportamenti dei governi e delle istituzioni finanziarie private. L'obiettivo è rendere più efficace l'analisi del rischio finanziario, in modo da intervenire tempestivamente in caso di esposizioni eccessive al rischio da parte di singoli operatori. Per realizzare questi propositi il governo francese vuole sollecitare al Fondo monetario la preparazione di una «Carta fondamenta- le della trasparenza sui conti delle istituzioni finanziarie» che gli Stati nazionali sarebbero chiamati ad assorbire nella legislazione nazionale. Gli obblighi informativi verrebbero estesi al settore degli intermediari non bancari e in particolare ai fondi d'investimento e ai fondi pensione che negli ultimi anni hanno allargato lo spettro dei propri investimenti agli emittenti dei Paesi emergenti. Uno degli interventi chiave sa¬ rebbe l'imposizione di regole ai centri off-shore, le aree finanziarie che attualmente si sottraggono ai controlli delle autorità di sorveglianza. Al Fondo monetario inoltre è richiesto di predisporre un codice per l'apertura graduale dei mercati finanziari dei Paesi emergenti, tale da evitare che le contromisure a un'apertura troppo rapida siano del tipo attuato recentemente da Mosca e da alcuni Paesi asiatici: moratorie sui debiti e reintroduzione di controlli valutari. L'obiettivo di Parigi sembra non essere quello, temuto, di ostacolare la libertà dei movimenti di capitale, ma di evitare che le difficoltà finanziarie aprano la strada a misure di protezionismo commerciale. Tuttavia «il grado di apertura finanziaria delle singole economie dovrà essere coerente con la qualità delle proprie infrastrutture finanziarie». La responsabilità di realizzare efficaci controlli viene individuata ancora nel Fondo monetario: «Al Fondo spetterà di se¬ gnalare potenziali situazioni di crisi per coinvolgere tempestivamente, benché sulla base di un coordinamento informale, gli operatori privati e pubblici interessati a singole aree geografiche». Ma tali accorgimenti non prescindono da accordi di più vasta portata per lo sviluppo equilibrato delle politiche economiche e valutarie, limitando le oscillazioni tra grandi aree valutarie in grado di creare distorsioni nei fondamentali economici. Il documento, ispirato dalla storica preoccupazione francese di una sopravvalutazione dell'Euro sul dollaro, accenna a un coordinamento valutario mondiale «la cui realizzazione si rende urgente con il varo dell'Euro», ma non rende esplicita la richiesta di bande di oscillazione del 15% per frenare le fluttuazioni di Euro, dollaro e yen, a cui pure più volte sia Parigi, sia il nuovo governo di Bonn hanno l'atto riferimento. Carlo Bastasin In alto, il ministro delle Finanze francese Strauss-Kahn Sotto, da sinistra, il tedesco Lafontaine e il presidente dell'Eurobanca Duisenberg :;;S1:IÉÉllÌ
Persone citate: Carlo Bastasin, Dominique Strauss-kahn, Duisenberg, Kahn, Lafontaine, Oskar Lafontaine, Strauss, Woods
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