Allarme occupazione nelle grandi imprese

Allarme occupazione nelle grandi imprese Bersani ammette l'emergenza, ma resta ottimista: le piccole aziende compensano il calo Allarme occupazione nelle grandi imprese Persi 16 mila posti a luglio. Unioncamere: ripresa nel '99 ROMA. L'occupazione nelle grandi imprese registra a luglio un +0,1% rispetto a giugno, ma un -1,9% se confrontato con il mese di luglio '97.1 dati, resi noti ieri dall'Istat, confermano il permanere dell'emergenza-occupazione e, come hanno subito marcato i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali, reclamano urgenti e adeguate terapie dal nuovo governo. Non tutto, però, appare negativo ad una più attenta analisi delle cifre: il dato tendenziale, nonostante il segno «passivo», è in miglioramento se confrontato con il -2,3% registrato a maggio e giugno. Nei primi sette mesi dell'anno, comunque, il calo complessivo è pari a -1,6% rispetto allo stesso periodo del '97. E c'è un altro riferimento significativo: tra luglio '97 e luglio '98 si sono persi nelle grandi imprese, in termini assoluti, 16 mila posti di lavoro. La riduzione su base annua ha colpito sopratutto i settori del tessile-abbigliamento (-3,7%), mezzi di trasporto 8-3,6%), petrolio e combustibili nucleari (-3,4%); in flessione anche il settore energia (-3,3%, ma era a -5,7% nel mese precedente). L'occupazione, invece, aumenta nell'industria del metallo (+0,6%), nella altre industrie manifatturiere (+0,4%) e nella chimica (+0,1%). Meno pesante la situazione nel settore dei servizi, dove è stato rilevato in luglio un aumento dell'occupazione dipendente dello 0,5% sul precedente mese, mentre rispetto a luglio '97 si ha una riduzione dello 0,5%. Il calo occupazionale in costante attenuazione nel corso dell'anno ha subito un battuta d'arresto proprio a luglio a causa della riduzione dei posti nei settori dell'intermediazione finanziaria (-1,6%) e dei trasporti-comunicazione (-0,6%); invece, si rilevano sostanziale stabilita nel commercio ( + 0,1%) e aumenti più sostenuti negli alberghi-ristoranti ( + 3,4%) e nelle altre attività ( + 5,3%). Nei primi sette mesi dell'anno la flessione occupazionale è stata pari a meno 0,4%. Questo aspetto positivo viene subito sottolineato dal ministro dell'Industria Bersani, pur consapevole dell'urgenza - più volte ri¬ chiamata ieri alla Camera dal presidente del Consiglio incaricato D'Alema - di dare una forte spinta all'azione di governo contro la disoccupazione. «E' vero osserva - che siamo in presenza di un calo occupazionale nella grande industria, ma è anche vero che questo calo è compensato dal dinamismo della piccola im¬ presa sul fronte del lavoro. Inoltre va notato che l'occupazione industriale è cresciuta nonostante la riduzione nella grande impresa: fino ad oggi la piccola impresa ha dato un contributo positivo sul numero dei nuovi occupati, sebbene con qualche affaticamento nel periodo più recente». La stessa tendenza, preannuncia la consueta indagine dell'Unioncamere «Progetto Excelsior», si avrà anche nel '99: le maggiori possibilità di lavoro saranno create nel breve periodo dalle micro-imprese (fino a 9 dipendenti), più flessibili e più rispondenti alle esigenze di specializzazione del mercato (+7,8% nel biennio '98'99 contro -0,7% nelle grandi im¬ prese). Così, facendo leva sugli ultimi dati Istat, sindacati e imprenditori premono sul nuovo governo per un immediato confronto in merito alle politiche per lo sviluppo e l'occupazione. I dati Istat, secondo il segretario confederale della Cgil Cerfeda, confermano che la crisi italiana è più grave di quella internazionale: di qui la necessità che il governo assuma l'occupazione come priorità assoluta. E' indispensabile, incalza il segretario confederale della Cisl Forlani, che si faccia ripartire la spesa in infrastrutture e si pensi a misure di sostegno della domanda, dando alle imprese un quadro di certezze che consenta di programmare investi- menti per 5-6 anni. «D'Alema chiede il segretario confederale della Uil Pirani - riapra subito il tavolo per la revisione dell'accordo del luglio '93 e per l'occupazione». La Ugl denuncia il «fallimento» dell'impegno politico sul versante della crescita produttiva e la Cisal reclama l'apertura di un tavolo sull'emergenza-lavoro. «Questi problemi - insiste il presidente della Confcommercio Bilie - già da mesi vengono tenuti nel freezer e, se continuano a restarci, rischiamo la polmonite con l'inverno freddo e pesante che ci aspetta». Più flessibilità nel lavoro, in specie nel Mezzogiorno, sollecita il presidente della Confartigianato Spalanzani. Ed aggiunge: «La famosa frase di Modigliani «se non si può licenziare, non si può assumere», noi la diciamo da più di 10 anni. Ora confidiamo nel nuovo ministro del lavoro Bassolino, che conosce bene la realtà del Sud e sa bene che la gente non sa dove andare a lavorare». Gian Carlo Fòssi IL LAVORO CHE NON CE* 10R Numero dei disoccupati sul totale | \9,o | della forza lavoro nel 1998 (dati in %) . I 5,1 J 3,6~! N,V I 6,3 I. irai» # / ///

Persone citate: Bassolino, Bersani, D'alema, Gian Carlo, Modigliani, Spalanzani

Luoghi citati: Roma