Berlusconi jr indagato per truffa
Berlusconi jr indagato per truffa Il socio si era suicidato. Lui accusa: «Tirato in ballo in modo pretestuoso» Berlusconi jr indagato per truffa Dai bilanci di una discarica spariti 100 miliardi MILANO. Con un colpo di pistola alla tempia sparato in ufficio, Luigi Ciapparelli, titolare della discarica di Cerro Maggiore, aveva concluso la sua carriera, segnato il destino della sua azienda, la Simac, e attirato l'attenzione della procura. Era il 1997. Nei giorni scorsi il pm Margherita Taddei ha inviato una ventina d'informazioni di garanzia a soci, sindaci e ex soci della Simac e ordinato il sequestro di 20 miliardi in tre banche. Soldi, dicono i provvedimenti, riconducibili a dipendenti della Edihiord, prestanome di Paolo Berlusconi (che risulta indagato), fino al '95 socio al 50 per cento di Ciapparelli nella discarica. Berlusconi replica: «Il mio nome viene nuovamente tirato in ballo in modo pretestuoso. Confido che anche questa volta si possa dimostrare la correttezza di tutte le operazioni di una società di cui peraltro non mi occupavo minimamente». Tra le carte di Ciapparelli gli inquirenti avevano trovato una traccia che sollevava il velo sugli affari della società, per anni duramente contestata dagli abitanti di Cerro e Rescaldina: 50 libretti al portatore intestati a Paolo Berlusconi e tre libretti intestati a Ciapparelli. E' seguendo il filo di questi depositi bancari che gli inquirenti ritengono di aver scoperto una truffa gigantesca nei confronti della Regione e dellAmsa (la municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti a Milano) e il sistema con il quale dalla Simac sono stati fatti sparire in tre anni quasi 100 miliardi, fino a lasciarla sull'orlo del fallimento. Le ipotesi d'accusa parlano di falso in bilancio, truffa aggravata, appropriazione indebita e ricettazione. Nel provvedimento si delineano anche complicità all'interno della Regione. E si dice che la Simac tra il '92 e il '94 - nel pieno di Mani Pulite - venne favorita sia per ottenere l'appalto regionale della discarica di Cerro (secondo l'accusa prestabilito prima che venisse istituita la gara) che per i successivi rinnovi, tutti «scanditi inesorabilmente da una serie di provvedimenti contingibili e urgenti». Per non parlare dell'«incredibile transazione priva di qualsiasi requisito formale» con l'Amsa, l'azienda che rappresentava, con il versamento di decine e decine di miliardi all'anno, la principale fonte d'entrate della società di Ciapparelli e Paolo Berlusconi (condannato due settimane fa a un mese di reclusione per altre tangenti legate alla discarica di Cerro). Eppure, nota il pm, a fronte di questi «ricavi annuali ingentissimi» la società esponeva «utili assai modesti». Perchè? Secondo la Finanza la Simac faceva apparire a bilancio onerosissimi acquisti di società (a volte intestate a prestanome) rivendute poi a cifre irrisorie a una società anonima lussemburghese, la «Attuale S.A.». Le differenze sarebbero finite in tasca a soci e prestanome. Un gioco finito nel '94, quando Berlusconi vendette le sue quote a Ciapparelli. [p. col.l
Luoghi citati: Cerro Maggiore, Milano, Rescaldina
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