«Il latte materno fa bene» di Marco Accossato

«Il latte materno fa bene» Respinte accuse Usa «Il latte materno fa bene» TORINO. La notizia choc arriva dagli Stati Uniti: il latte materno può uccidere i neonati. Altro che «nutrimento base». Negli Usa - ha denunciato un gruppo di ricercatori - le poppate al seno di mamma sarebbero già responsabili di numerosi decessi: bambini e bambine venuti al mondo sani, morti d'improvviso por una forma di denutrizione chiamata «insufficienza da latte». «Puro terrorismo psicologico - ribatte però un esercito di pediatri -, il latte di mamma è l'alimento più sano che esista: aiuta a crescere meglio». L'allarme, fondato o no che sia, sta facendo il giro del mondo. «Il 15% delle donne - ha sostenuto la dottoressa Marianne Neifert, conosciuta dai lettori dei magazine pedriatici come "Dr. Mom" - soffre di questa malattia e mette senza saperlo a rischio la vita del figlio». La televisione americana «Abc» ha ripreso l'argomento dedicandogli un'ampia inchiesta, e ad alimentare le polemiche e la paura ha contribuito una puntata della popolarissima serie televisiva «Chicago Hope», dove si racconta di un neonato che giunge morente in pronto soccorso. «Un fatto realmente accaduto», garantiscono le produttrici del telefilm, specificando che nella fiction il bimbo si salva, ma nella realtà non ci fu lieto fine. Crollo di un mito o clamoroso svarione american-scientifico? Il gruppo di ricercatori statunitensi insiste, mette in guardia le mamme ormai abituate a evitare il biberon. Ma alla tesi allarmistica anti-allattamento fa da contraltare la reazione tranquillizzante di tanti pediatri. «Solo falsità», sostiene il dottor Ettore Garzena, ricercatore della cattedra di Neonatologia dell'Università di Torino diretta dal professor Fabris. «11 latte umano è l'alimento base del neonato. Può non bastare, richiedere un'integrazione nutritiva. Ma se fosse pericoloso, la natura avrebbe provveduto a modificarne la composizione biologica». Il gruppo di ricercatori americani e la dottoressa «Mom» (autrice di una «Guida all'allattamento» presto in libreriaj mettono sotto accusa diversi aspetti della poppata al seno. Ecco le ragioni per cui un alimento che dovrebbe essere il più puro diventerebbe «veleno»: «Mammelle irregolari o poco sviluppate, interventi come biopsie e radiazioni, assenza di aumento delle mammelle dopo il parto, stress, pressione alta, infezioni, emorragie, problemi ormonali legati a disfunzioni tiroidee, fino all'età sempre più avanzata delle neo-mamme». Ribatte il dottor Garzena: «Le controindicazioni all'allattamento al seno esistono, ma sono rare. E' da evitare ad esempio quando la madre ha gravi malattie infettive in corso, come l'Hiv, oppure in caso di polmoniti o bronchiti». Per il resto, «non c'è alcun motivo di pensare che il latte della madre possa addirittura uccidere: anzi, è dimostrato che ha un'osmolarità più bassa di tanti altri alimenti, quindi aiuta la crescita, oltre che avere effetti benefici sullo sviluppo neurocomportamentale, sulla prevenzione di allergie, e prevenire persino l'ipertensione». I medici da sempre sostenitori dell'allattamento al seno chiedono un'indagine più approfondita sullerivelazioni dei ricercatori americani. «Un conto è due che il latte materno può non bastare, un altro è dire che semina vittime. Dove è stata compiuta l'indagine americana? Su quale popolazione? E se davvero sono morti dei neonati, qual è il risultato dell'autopsia?». Marco Accossato

Persone citate: Chicago Hope, Ettore Garzena, Fabris, Garzena

Luoghi citati: Marianne, Stati Uniti, Torino, Usa