Il «duro» Caron, vice di Bassolino
Il «duro» Caron, vice di Bassolino Il «duro» Caron, vice di Bassolino Operaio, sindacalista della Cgil ad Asti «E' la terza volta che metto la cravatta» Caron ASTI. Il 28 maggio 1990 Claudio Caron, da ieri sottosegretario al Lavoro, alla testa di un migliaio di operai cercò di bloccare il Giro d'Italia, tappa Cuneo-Lodi. C'era il rischio di cinquanta licenziamenti alla Sisa, azienda astigiana di imballaggi. La «carovana» passò, ma solo dopo un'estenuante trattativa fra il «patron» Torriani, Moser e l'allora segretario della Camera del Lavoro di Asti: Caron, appunto, piantato in mezzo alla strada, maglione, jeans e «Ms» tra le labbra. La sua «divisa» preferita. «Qui a Roma invece hanno tutti la cravatta - dice al cellulare -. Sarà la terza volta che la metto in vita mia e sto nodo mi dà un fastidio». Caron è fatto così. Non può certo definirsi ondivago della politica. Duro e irriducibile, nel 1981 non esitò a dimettersi da segretario provinciale del pei, in rotta con Berlinguer che aveva dichiarato esaurita la spinta propulsiva della rivoluzione d'Ottobre. Sbatté la porta in faccia a quella che lui riteneva un'eresia. Anche gli anni trascorsi ai vertici della Cgil astigiana (19871993) hanno lasciato il segno: nei giorni scorsi ad Asti, unica provincia piemontese, i metalmeccanici hanno respinto la piattaforma del contratto. Processato e sempre assolto per occupazioni e blocchi (dal municipio di Asti, alla stazione ferroviaria), ha la¬ sciato il sindacato per occuparsi a tempo pieno del partito: è stato segreterie regionale e provinciale per Torino di Rifondazione comunista. Armando Cossutta ha sempre coltivato una predilezione per questo suo luogotenente piemontese a cui è difficile strappare il sorriso: un prezioso braccio operativo per il leader dei comunisti italiani, un'«antenna» fidata nel cuore del Piemonte, tra Asti, già roccaforte di Rifondazione, e la Torino operaia. Al punto da ripagarne la coerenza inattaccabile, con la promozione a «vice ministro» in un dicastero strategico: «Sono felice di lavorare con Bassolino - ha commentato ieri dopo aver raggiunto Roma con il Pendolino - che conosco da tempo. La difficoltà della materia non devo certo spiegarla io, ma il sindaco di Napoli è persona corretta e all'altezza dei difficili problemi da risolvere». Originario di Brescia, 47 anni, sposato, una figlia universitaria, ha lavorato in Fiat prima come operaio e dopo il diploma come tecnico. Due volte assessore ad Asti, oggi è consigliere di opposizione in Comune dopo l'avvento della giunta del Polo. La sua fama di comunista «tutto di un pezzo» ha scatenato ieri le agenzie di stampa; una in particolare ricorda che del «sottosegretario venuto dal freddo» si parla nel libro «Lavoro riservato» di Maurizio Caprara, ex segretario di Togliatti e ora firma del Secolo d'Italia: «Ad Asti è scritto - Caron faceva parte di quella ristretta cerchia che custodiva le buste sigillate con i piani elaborati dal pei in caso di colpo di Stato». Altri tempi, [f. e] Caron
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