Jodie Foster una mamma da schermo di Lorenzo Soria

Jodie Foster una mamma da schermo Il nuovo ruolo Jodie Foster una mamma da schermo LOS ANGELES. Da due mesi Jodie Foster ha assunto un ruolo che dovrà portarsi dietro per il resto della sua vita, quello di mamma. Lo ha fatto a modo suo, senza la partecipazione di un padre, presumibilmente attraverso inseminazione artificiale. E adesso, da quando è nato il piccolo Charlie con gli occhi azzurri come quelli di mamma e i capelli ricci che danno sul rosso, tutto il resto sembra essere stato relegato in secondo piano. «Sono tre mesi che non mi occupo di altro», annuncia l'attrice felice e radiosa. Non sorprende dunque se oggi la Foster ha lasciato la sua casa sulle colline di Beverly Hills per presentare un film che ha prodotto per la rete Showtime che si chiama «The baby dance», la storia di una famiglia benestante che vorrebbe un bambino che non può concepire, di una famiglia povera che aspetta un bambino che non può permettersi e delle difficili dinamiche che si sviluppano tra i due nuclei quando i primi propongono un'adozione. Jodie Foster, modello di tutte quelle donne che vogliono allevare dei figli senza la presenza di un uomo al loro fianco. E' pronta al nuovo ruolo? «Spero di non essere il modello di nessuno, perché veramente non so che cosa sto facendo. La vita di ciascun individuo è diversa e non ci sono formule buone per tutti. Puoi leggere tutti i libri che vuoi, ma alla fine sono solo parole, ciò che conta veramente è il buon senso. E comunicare. Ed è per questo che vedo fare la mamma come una forma di espressione artistica. Quando dirigi o quando reciti, quello che fai è soprattutto comunicare». E se un giorno Charlie le comunicherà che vuole fare l'attore? «La strada perfetta non c'è e per quanto mi riguarda io sono molto grata al cinema. Mi ha dato opportunità che altrimenti non avrei mai avuto, mi ha permesso di cominciare a viaggiare giovanissima, di conoscere gente estremamente interessante che è anche disposta ad ascoltare ciò che avevo da dire. Certo, poi ci sono anche dei prezzi da pagare». Per esempio? «Mia mamma ha avuto quattro figli e siamo cresciuti con pochi mezzi. Ogni azione aveva una conseguenza e un significato, mentre per Charlie tutto sarà diverso. L'ho capito quando ho annunciato pubblicamente la sua nascita e un evento che sino a quel momento era stato tutto mio è diventato di dominio pubblico. E lo vedo ancora adesso, quando vado al parco o a fare commissioni e mi capita di incontrare perfetti sconosciuti che vedono il bambino e dicono: "Oh, questo deve essere Charlie!"». Che cosa l'ha spinta a produrre «The baby dance»? «Mi piacciono le storie complesse, dove non ci sono chiari eroi e nemmeno ovvi cattivi. Tutte le nostre vite, in fondo, sono accompagnate da piccole o grandi tragedie e questo è ciò che ci rende diversi e interessanti. E quando il cinema ci aiuta a capirlo, quando ci dà una mano nel fare di noi delle persone migliori e non peggiori, quando ci consente di accettare che attorno a noi c'è gente diversa e che da ognuno possiamo imparare qualcosa allora penso abbia ottenuto il suo scopo». Lorenzo Soria

Persone citate: Foster, Jodie Foster

Luoghi citati: Los Angeles