Le Borse in panne aspettano il calo dei tassi
Le Borse in panne aspettano il calo dei tassi sollevare i listini non è bastato il rimbalzo di Tokyo. In Europa dominano i realizzi Le Borse in panne aspettano il calo dei tassi Milano ignora D'Alema e cede il2,23%. Grandi manovre sulla Snia MILANO. Non è bastato il cauto ottimismo dei mercati asiatici nè il nuovo rimbalzo del Nikkei che ha messo a segno un progresso vicino al 3%. Fin dalle prime battute le Borse europee hanno scelto ieri la strada della prudenza e dei realizzi, in testa Francoforte e Madrid. Milano si accoda e interrompe la serie positiva che in sette sedute aveva fatto lievitare l'indice del 21%. Venute meno le ricoperture, il Mibtel perde punti e termina in flessione del 2,23%, vicino ai minimi della seduta, mentre il giro d'affari si ridimensiona a 2.500 miliardi. Dopo che, nel momento della massima incertezza, ossia verso metà pomeriggio, anche Wall Street fa mancare il sostegno con un'apertura incerta che quasi subito si trasforma in scivolone. A metà seduta il Dow Jones era ancora sotto di mezzo punto. E a fine giornata tutte le piazze Uè sono in perdita. A Milano gli operatori tuttavia non drammatizzano e attribuiscono l'inversione di tendenza alla cautela dogli investitori che non hanno ancora recuperato la fiducia, e scelgono quindi di portare a casa i guadagni degli ultimi giorni. Non a caso frenano Fiat (-4,36%), Pirelli (-3,34%) e Parmalat (4,77%), tre titoli che avevano trainato martedì il listino alla riscossa. Ad animare il parterre resta la Snia che, il giorno dopo l'ingresso nel capitale della nuova coppia Giribaldi-Valetto, vede passare ai blocchi un altro 4,99% del capitale e chiude in equilibrio. Non serve a sostenere la quota il varo del nuovo governo D'Alema, anche perchè piazza Affari non aveva mai creduto a elezioni anticipate, nè le attese per la riduzione del costo del danaro che sembra prima o poi inevitabile. Anche ieri un membro del consiglio centrale della Bundesbank, Hans Krupp, è tornato a ripetere clic la Germania dovrà ridurre i tassi per contrastare la crisi finanziaria internazionale, col risultato di indebolire il marco rispetto al dollaro. E non v'è dubbio che l'attenzione dei mercati resta polarizzata sulla discesa del costo del danaro. Tuttavia altre incertezze permangono, come quelle relative alle perdite delle banche e delle società, alle crisi non risolte di Asia e Sudamerica. Ieri, la catastrofe degli hedgefunds ha colpito un'altra testa coronata: quella del presidente di Bankamerica David Coulter, che si è dimesso e seguito del crollo del profitti (-78%) dell'istituto nel terzo trimestre dell'armo. Seguendo l'esempio del president di Ubs, Mathis Cabiallavetta che aveva rinunciato alla poltrona circa dieci giorni or sono. Insieme a Fiat, cedono Ifi, Ifil e Toro, e tornano al rosso Eni e Montedison. Nel settore delle banche perdono terreno Comit, Bancaroma, Imi e San Paolo, mentre Credit lascia sul tappeto oltre il 4% e Mediobanca arretra del 3,50%. Non va meglio tra gli assicurativi, dove Generali retrocede del 2,5%. Giornata nera per Alitalia, penalizzata dalle incertezze sul varo di Malpensa e dai ricorsi di nove compagnie estere. Iv.s.l
Persone citate: D'alema, Giribaldi, Hans Krupp, Mathis Cabiallavetta, Valetto
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